PRESENTAZIONE DEL SEMINARIO INTERNAZIONALE

O LA SCUOLA O LA VITA

Studenti, questi sconosciuti

Strategie per un incontro possibile

Il tema conduttore del seminario internazionale dell'ADi del 2012 è lo studente e il dilemma che porta con sé "o la scuola o la vita", che abbiamo raffigurato in copertina con un riadattamento del bellissimo quadro di Picasso, La corsa.

Lo studente sotto processo

Il mito della "centralità dell'alunno" non ha mai trovato (fatta eccezione per alcune scuole dell'infanzia e primarie) una vera rispondenza né nei metodi né nell'organizzazione della nostra scuola.

Al centro ci sono gli eterni "personaggi" della nostra vita scolastica: i programmi, i registri, gli orari, gli organici, le cattedre, ecc. Gli studenti sono spesso casuali "utilizzatori finali" di una scuola dove la retorica degli adulti cerca di convincerli che tutto si fa per il loro Bene.

Ma loro, ingrati, respingono l'offerta.

Maleducati e violenti, ignoranti e fannulloni, vestiti in modo improbabile, dipendenti dai cellulari, dagli iPod, da internet, dai social network, difesi dai genitori in tutte le peggiori circostanze, irresponsabili e turbolenti, assenteisti e indisciplinati, disattenti ed esperti in copiatura. Insomma . "non sono più quelli di una volta".

Students dance in the arena, at New Milford High School, during the broadcast of Cool Schools, on Friday, Dec.11,2009. Photo: Michael Duffy / The News-Times

Eppure il problema non è proprio nato oggi, se più di cinquant'anni fa Guido Calogero, intellettuale di un'epoca in cui anche i filosofi si impegnavano a discutere di scuola, si accorgeva che tra noi e i nostri allievi c'era qualcosa che non andava:

"Anche i laici più inveterati, in Italia, credono al peccato originale. Il ragazzo è originariamente sbagliato, storto e deve essere fatto soffrire durante tutta la fanciullezza e l'adolescenza, per diventare a adulto. (.....) Ci hanno insegnato che il dolore nobilita l'uomo, che questo mondo è una valle di lacrime, che solo attraverso la sofferenza si educa lo spirito; e quindi bisogna accettare che la scuola sia un fatto eminentemente spiacevole tanto per gli insegnanti quanto per gli scolari" (1953).

Provocazioni a cui nessuno ha dato ascolto.

E il problema del nostro rapporto con i giovani che studiano (oggi tutti obbligati), sembra diventato insolubile e fonte di sordi conflitti, di un confronto senza esclusione di colpi, che produce un diffuso disagio tra i colleghi, una sofferenza che si traduce in una difesa acritica della propria funzione, quando non sfocia in una struggente nostalgia per una paese, una scuola, che non c'è più e forse non c'è mai stata.

La scuola attraversata da trasformazioni irreversibili

Questa nostra posizione di difesa ostacola la comprensione di alcuni processi irreversibili che sono avvenuti negli ultimi quarant'anni e che hanno modificato nel profondo l'atteggiamento dei giovani nei confronti della scuola.

Ne indichiamo quattro.

•  La fine dell'autorità dell'insegnante.
Una volta (in una scuola riservata a pochi) il docente era il delegato dell'autorità dei genitori, nei quali trovava sostegno nell'imporre ai figli valori e comportamenti. Oggi la famiglia non può delegare nessuna autorità perché l'ha perduta essa stessa.

•  Una nuova composizione del corpo studentesco.
Nelle nostre aule hanno fatto ingresso tumultuoso allievi che, per provenienza sociale, economica, culturale, etnica, sono privi della tradizionale etica dello studente, di quell'insieme, cioè, di regole comportamentali, di abitudini disciplinari e di atteggiamenti mentali che per secoli avevano consentito alla scuola di funzionare e agli insegnanti di esercitare un'autorità socialmente riconosciuta e legittimata.

•  La crisi dei saperi e dei modi di apprendere.
Da tempo i saperi scolastici non portano più l'aureola di verità indiscusse (le "materie"), messi in crisi non solo dalla loro esplosiva estensione e frammentazione, ma anche dall'invadenza di un' esopaideia, come la chiama Raffaele Simone, fatta di una cornucopia di iPhone, iPad, smart phone, nonchè di videogiochi, di social network, di cloud learning, che ne fanno una fonte di apprendimento attraente ed invasiva.

•  La fine della funzione della scuola come ascensore sociale.
Pare giunta al capolinea la promessa più importante della scuola, quella che ne faceva l'unica via per trovare un lavoro o una professione, che liberava i giovani dalla precarietà e dal bisogno e li faceva salire lungo la scala sociale. Questa, in fondo, era la vera missione emancipatrice dell'istituzione scolastica "classica". Oggi i giovani percepiscono molto presto che la scuola non garantisce più questa prospettiva.

Un messaggio di ottimismo

Dirigenti scolastici e insegnanti hanno il dovere di avvicinarsi ai giovani che vivono e soffrono sulla loro pelle la rivoluzione della modernità.

E' solo ricercando con tenacia qualche risposta più sensata della nostalgia o del disagio, che riusciremo a ridare legittimità e autorità a un mestiere che mostra tutti i segni della vecchiaia, ma che rimane ancora uno dei legami non sostituibili con le nuove generazioni.

Il seminario dell'ADi, cercherà di dare un contributo alla comprensione delle trasformazioni in atto e alla ricerca di risposte possibili ai bisogni, spesso inespressi, degli studenti.

In questo senso il seminario 2012 si pone in un'ideale linea di continuità con i tre precedenti: Il dito e la luna (2011), Perché mi bocci? (2010), Da Socrate a Google (2009).

Le tre sessioni del seminario

Picasso paintings Pablo Picasso. Portrait of Man in a Hat

Il seminario è organizzato in tre sessioni, qui raffigurate con tre quadri di Pablo Picasso, in continuità con l'immagine di questo seminario.

Le tre sessioni si sviluppano, come di consueto, durante l'ultimo fine settimana di febbraio, tutta la giornata di venerdì 24 e la mattina di sabato 25 febbraio 2012

Prima sessione: venerdì 24 febbraio mattina


Essere studenti oggi


Picasso paintings

La prima sessione, coordinata dalla sociologa Luisa Ribolzi, inizia con una radiografia dell' evoluzione dei giovani italiani negli ultimi 40 anni, attraverso una ricerca condotta da Michele Pasqualotto, responsabile di DATAGIOVANI.

Segue un'analisi sociologica degli studenti di François Dubet, il grande sociologo francese autore tra l'altro di Les lycéens.

Infine un'illustrazione, da parte del preside Paul Kelley, delle innovazioni prodotte alla Monkseaton High School, una scuola secondaria del Nord dell'Inghilterra, dove si applicano le scoperte delle neuroscienze all'apprendimento, e dove sono stati rivoluzionati tempi (si entra alle 10) e spazi scolastici


Seconda sessione: venerdì 24 febbraio pomeriggio


La rottura delle regole


La seconda sessione, coordinata dall'analista dell'educazione Norberto Bottani, inizia con la relazione di Marcello Dei, professore all'Università di Urbino, autore del recente libro Ragazzi si copia ! il quale affronterà, per l'appunto, il tema della diffusione incontenibile del "copiare" a scuola, delle motivazioni e delle implicazioni di tali comportamenti.

Seguirà la proiezione di alcune sequenze del film La classe, Palma d'oro a Cannes nel 2008, come introduzione al tema attualissimo della disciplina entro la più generale questione del clima scolastico, che sarà trattato da Cécile Carra, ordinaria di sociologia all'Università di Artois. La Carrà si occupa da molto tempo di questi temi, non si limiterà pertanto alla sola analisi della rottura delle regole, ma indicherà anche possibili strategie operative.

Infine Cristina Bonaglia, Dirigente scolastica dell'ISS Fermi di Mantova e coordinatrice nazionale di ADi Dirigenti, tratterà del revival delle uniformi scolastiche, questione che nel dibattito internazionale è riferita anche al disciplinamento dei comportamenti.

Terza sessione: sabato 25 febbraio mattino

Fuggitivi e ribelli


Pablo Picasso. Portrait of Man in a Hat

La terza sessione, coordinata da Luigi Illiano, coordinatore del "Sole 24 Ore Scuola", inizierà con la relazione di Orazio Niceforo, autorevole redattore di Tuttoscuola, che tratterà degli assenteisti, dei dropout e dei NEET, fenomeno drammatico e macroscopico nel nostro Paese.

La scena passerà poi agli studenti. Un gruppo di loro, guidati dalla regista Rossella Dassu, offrirà brevi scene sul modo di vestire, sul linguaggio, sulle immagini dei giovani e sul loro atteggiamento verso la scuola e gli insegnanti. Seguirà un dibattito su Culture giovanili e crisi della relazione educativa introdotto e condotto da Rosario Drago, uno dei maggiori conoscitori della nostra scuola.

Infine Norberto Bottani ci offrirà alcuni flash, da quel visionario che è, su nuovi scenari educativi.

Concluderà il seminario la Presidente dell'ADi, Alessandra Cenerini.


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