Scuola e impresa nell'era della creatività: il caso di Ca' Tron
Riccardo Donadon
Amministratore delegato e Fondatore di H-Farm spa
H-FARM è una piattaforma di incubazione nata con lo scopo di aiutare lo sviluppo di nuove aziende nel settore internet media. Non è facilissimo quindi per me parlare della scuola con cognizione di causa. Ad ogni modo essendo composta ormai da oltre 160 giovani con un' età media di circa 26 anni H-FARM può essere vista come piattaforma molto interessante per capire ed immaginare il mondo che i giovani potranno vivere con l'ausilio della tecnologia.
Un mondo che sta cambiando ad una velocità mai vista prima, a cui anche il mondo del lavoro si sta adeguando non senza violenti scossoni.
La cosa singolare, ma anche di buon auspicio, è che gli alleati inaspettati delle istituzioni, se trovano la forza di reagire e cambiare, sono i giovani stessi. Predisposti mentalmente a questi cambiamenti e alla velocità di rinnovamento delle cose. Giovani che non si stupiscono di fronte a cambiamenti drastici, se li aspettano, poiché stanno crescendo circondati da una comunicazione in movimento, interattiva, web, giocano a dei videogames che vengono elaborati da supercomputer con capacità di calcolo fino a qualche anno inimmaginabili, si portano in tasca oggetti di intrattenimento hi tech che una volta si vedevano solo nei fumetti di Dick Tracy. Giovani che passano ore su social network che li collegano con il mondo, dove ogni giorno introducono nuove funzionalità che consentono di fare centinaia di cose diverse.
Importante è rendersi conto che tutto corre, veloce, molto veloce, e quindi non bisogna cadere nell'errore di catalogare questi giovani ancora come quelli degli sms, quella è già una generazione che ha superato i 20 anni. Oggi Internet è dilagata. Quei telefonini che mandavano sms, ormai sono diventati il punto di ingresso in mobilità a Internet. E una volta dentro, le possibilità di dialogo, acquisizione di informazioni, scambio di files ed esperienze non ha piu' nessun confine. I giovani sono ancora piu' interconessi di qualche anno fa, e per loro, essere sempre online è una costante. Online e multitasking. I sistemi operativi che usano sono multitasking. E loro appena possono vanno online. Cercano il wifi.
Sulla rete circolano molti video, alcuni molto belli che analizzano e presentano l'incessante evoluzione di questi sistemi e l'adozione spontanea e violenta da parte dei giovani di tecnologia, e usi e costumi tecnologici. La riflessione su come il sistema scolastico possa dialogare con i suoi clienti non è facile.
Gli studenti o meglio i loro cervelli con la loro capacità di attenzione sono i clienti del sistema scolastico, ma purtroppo il sistema scolastico di oggi non ha più un offerta confezionata per essere distribuita in modo opportuno ai suoi clienti. Perche' non si tratta a mio avviso di un problema di contenuti, si tratta di un problema di formattazione e del media o strumento utilizzato per distribuirli o meglio per trasferirli. Ma come avrebbe potuto attrezzarsi…. Negli ultimi 10 anni il balzo in avanti della tecnologia è stato prodigioso.
Nel 2008 Obama ha vinto le elezione presidenziali americane, grazie anche all'ampio e mirato utilizzo di internet e dei social network. Ma moltissime persone non se ne sono ancora rese conto. Lo stesso presidente Obama, entrato da 2 giorni alla White House, ha lanciato un grido di allarme perche' si è ritrovato in quello che ha definito "il medioevo tecnologico" quando ha iniziato ad utilizzare l'infrastruttura tecnologica a sua disposizione.
Stiamo parlando della Casa Bianca e del presidente degli Stati Uniti d'America. Quali possono essere le situazioni nella quale si trovano ad operare le ns. istituzioni e la scuola italiana? Probabilmente la stessa di 10 anni fa. Che se ci pensiamo non sono tanti anni. Ma nell'era del computer e di Internet, dove tutto raddoppia nell'arco di 6 massimo 12 mesi, è una mostruosità di tempo.
Sono cambiati, stanno cambiando gli strumenti ed i modelli che regolano l'interazione, per usarli ora ci vuole coraggio consapevolezza e padronanza. E non serve partire per forza dal pc per farlo, si puo' iniziare anche dai telefonini.
Nella nostra community , ho tutti giorni la possibilità di vedere a che tipo di diffusione e modalità d'uso arriveremo a breve. Se un ragazzo durante la chiacchierata con un amico o con un collega sente parlare di qualcosa che non conosce, va immediatamente su Wikipedia e si informa. L'informazione per lui è a portata di mano. Se non ha il computer sottomano lo fa con il telefonino. Il pollice vola su quegli 11 tasti. Se scopre qualcosa che non sapeva ma che lo affascina e interessa scende verticalmente nell'informazione per capirne di piu' e non molla fintanto che non è soddisfatto. Se c'e' curiosità (una cosa sempre piu' frequente) da un dubbio, da uno stimolo trae molto di piu' che una risposta. Se ritiene che questo possa essere utile agli altri, mentre lo fa lo dice a tutti su Twitter o nel suo status su Facebook, e alla sera lo racconta a tutti nel suo blog. E mentre leggeva e si informava, può aver risposto al telefono, anche piu' di una volta.
La novità di questi ultimi mesi è proprio questa, la volontà sempre piu' forte di condividere, di fare sharing dell'informazione. I lavori di gruppo come li chiamava il mio insegnante negli anni 80. Oggi in Internet ci sono tanti lavori di gruppo.
Apple dopo aver rivoluzionato e resettato completamente le regole di fruizione della musica nel mondo con iTunes, ha introdotto da qualche giorno le Artist Lessons in uno dei suoi software dedicati al mondo della musica. Ora puoi scegliere tra Sting o altri 10 grandi musicisti per avere delle lezioni su come utilizzare al meglio i suoi prodotti ed imparare a suonare.
Posso condividere questa cosa con gli amici, e la qualità della formazione è altissima.
Posso anche imparare giocando, i classici videogames dopo l'avvento della console WII della Nintendo non sono piu' la stessa cosa. Si è aperto un filone e un mercato che non era neppure immaginabile qualche anno fa. Il 2008 è stato l'anno di Guitar Hero e della sfide intergenerazionali a brain accademy.
I bambini giocano, imparano, si fronteggiano su queste cose. Poi alla mattina vanno a scuola, i contenuti che trovano sono ancora piu' interessanti ma la distribuzione non viaggia alla stessa velocità ed il risultato è differente.
Io ho fatto il classico, credo che l'apertura mentale che mi ha dato quella scuola sia stata importantissima per me, ma non sono stato uno studente modello. Oggi mi piace pensare che forse era per una certa irrequietezza che mi faceva sentire soffocato nella rigidità del sistema. Io pero' non avevo il telefonino, e il mio primo computer leggeva i nastri con un registratore. Schiacciavo play e lui leggeva i programmi di cui sentivo il rumore.
Il sistema scolastico dovrebbe avvicinarsi senza preconcetti alla tecnologia e usarne le sue potenzialità come un valore per creare una nuova via per l'insegnamento ai giovani. Probabilmente questo comporterebbe riscrivere tante regole e tanti 'format' , usare strumenti 'inadatti a prima vista' ma questi drastici cambiamenti sono l'unica via per avvicinarsi al nuovo modo di pensare e di apprendere dei giovani.
Senza contare che porterebbe loro un notevole vantaggio nell'affacciarsi al mondo del lavoro, che seppur ancora vecchio e spesso standardizzato, richiede alcune capacità e competenze che la scuola non è in questo momento nemmeno lontanamente in grado di offrire.
Concludendo, credo che non sia facile per i giovani vivere la grande differenza di velocità che caratterizzano il mondo scolastico e quello extrascolastico, purtroppo pero' sarà sempre peggio e non lo sarà nemmeno al termine della scuola: le aziende sono vecchie, il cambiamento è stato velocissimo e in moltissimi, troppi casi anche le aziende fanno difficoltà ad adeguarsi.