La rete ci sta davvero rendendo stupidi?

Domenico Parisi

Direttore di Ricerca all'Istituto di Scienze e Tecnologie Cognitive, CNR Roma

I sistemi scolastici sono tra le istituzioni sociali più conservatrici. Essi sono rimasti fondamentalemnte gli stessi in società che, specialmente recentemente, sono cambiate sotto tutti gli aspetti. Uno dei cambiamenti più significativi è stata l'introduzione e diffusione delle nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione. Queste tecnologie rappresentano una nuova “ecologia della mente” che permea i modi in cui le persone ricercano, producono, usano e comunicano informazioni, e in cui interagiscono.

Ma queste tecnologie sono ignorate dai sistemi scolastici e questo costituisce una delle cause dell'attuale crisi dell'istruzione e del fatto che tutti sono insoddisfatti della scuola: insegnanti, genitori, studenti, e più in generale la società.

Le nuove tecnologie digitali, specialmente le simulazioni al computer e i “serious games”, potrebbero fornire nuovi modi di apprendere - basati sull'osservare e sul fare piuttosto che sul leggere e sull'ascoltare lezioni- che renderebbero l'apprendimento scolastico più motivante e più efficace dal punto di vista cognitivo e ridurrebbero la grande distanza che oggi separa gli studenti dalla scuola.

Ma la nuova “ecologia della mente” creata dalle nuove tecnologie digitali può avere impatti non solo positivi, ma anche negativi sul funzionamento della mente e sulle relazioni e interazioni fra le persone.

Ci si chiede: “Google ci rende stupidi?”, e recentementesono libri come Distracted di Maggie Jackson e The dumbest generation di Mark Bauerlein mettono in evidenza il lato oscuro dei nuovi modi digitali di usare e comunicare le informazioni.

Il punto critico non è se queste tecnologie fanno bene o fanno male, ma sta nel fatto che, se dovessimo concludere che esse non fanno, parzialmente o interamente, bene non si sa come si potrebbe intervenire.

Se i sistemi scolastici adottassero queste tecnologie (opportunamente progettate, realizzate e utilizzate) come un importante ulteriore strumento per l'apprendimento scolastico, questo contribuirebbe non soltanto a risolvere l'attuale generalizzata crisi dei sistemi scolatici, ma aiuterebbe a progettare e sperimentare le tecnologie digitali dell'informazione e della comunicazione, che rappresentano sicuramente un progresso rispetto a più antiche tecnologie e i cui vantaggi superano senza dubbio i loro limiti.


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