La vera questione:
unificare istruzione e formazione professionale

Mentre sosteniamo fino in fondo la decentralizzazione della gestione di tutta l'istruzione, nel rispetto della Costituzione vigente, non ci esimiamo dal riconoscere che questo processo non è certamente facilitato dalla formulazione affrettata e contraddittoria del Titolo V. L'art. 117 infatti, nel sottrarre alla legislazione concorrente l'"istruzione e formazione professionale", non ha da un lato tenuto in nessun conto la storia dell'istruzione professionale e del suo profondo legame con l'insieme dell'istruzione, dall'altro ha mantenuto una dicotomia bizzarra fra "istruzione professionale" e "formazione professionale", che è comprensibile solo in termini di fortissimi interessi corporativi, che nessuno, né a sinistra né a destra, ha la volontà e il coraggio di mettere in discussione.

In nessun Paese europeo esiste la nostra distinzione tra istruzione e formazione professionale, due categorie ibride ai margini della classificazione internazionale.

E' singolare che proprio la sinistra accentui e approfondisca questa dicotomia, continuando ad attribuire alla formazione professionale solo mansioni addestrative e alla scuola funzioni formativo- culturali. Gli interessi in gioco sono tali che anziché sforzarsi di indagare percorsi nuovi, la sinistra si limita a rivendicare l'obbligo dentro alla scuola fino ai 16 anni ("obbligati e bocciati", ma è salva l'ideologia), e a reiterare il vecchio schema della così detta "formazione integrata" tra scuola e centri professionali: uno spreco fatto di sommatorie dell'esistente e i cui risultati non sono mai stati oggetto di seria indagine.

La sinistra è rimasta ancorata a una concezione obsoleta dell'obbligo scolastico. La tendenza generale è ormai quella di restare in formazione fino a 18 anni ( che sia un liceo, un istituto tecnico, una scuola professionale, un corso a metà tempo in alternanza con stages pratici, poco importa) . Gli stati europei tendono ormai a creare condizioni che permettano di tenere in formazione la totalità dei giovani fino ai 18 anni. Il principio del diritto-dovere all'istruzione fino ai 18 anni della legge 53/03 è dunque teoricamente corretto, i problemi sorgono nella sua applicazione, drammaticamente evidenziati da questo decreto.

Se non si supererà l'obsoleta separazione ordinamentale, giuridica e amministrativa tra istruzione professionale e formazione professionale sarà molto difficile fare qualificati passi avanti. E' un processo che, insieme alla decentralizzazione della gestione di tutta l'istruzione, richiede tempi e passaggi intermedi, ma l'importante è assumere il problema e intraprendere il percorso.

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