Domande senza risposta
Per dare dignità alle proprie scelte, i "riformatori" hanno utilizzato un antico metodo, gonfiare a dismisura le finalità generali, sulle quali si è di norma tutti d'accordo (in Parlamento corre un detto: le leggi vanno lette dal secondo articolo").E chi potrebbe non essere d'accordo con il fatto che il 2° ciclo debba garantire: "l'educazione alla convivenza civile, la crescita educativa;la crescita culturale;la crescita professionale; l'autonoma capacità di giudizio, l'esercizio della responsabilità personale e sociale, l'acquisizione delle competenze; e l'ampliamento delle conoscenze, delle abilità, delle capacità e delle attitudini.." , a cui vanno aggiunte tutte le finalità generali e specifiche di ciascun liceo.
Manca qualcosa? Manca l'essenziale. Cioè gli obiettivi, misurabili e osservabili, degli interventi di riforma che dovrebbero dare serie risposte almeno ad alcune delle seguenti domande :
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Perché
- nonostante il biennio unitario, sperimentato con le mini e le maxi sperimentazioni degli anni 80 e 90, continuano a rimanere altissimi i tassi di insuccesso, soprattutto negli istituti tecnici e professionali?
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Perché
- più della metà dei ragazzi degli istituti tecnici e professionali ed anche una buona parte di quelli dei licei non raggiunge la sufficienza e non rimedia negli anni successivi (i promossi con debito formativo vanno dal 30 al 50%)?
- perché i ragazzi si assentano sempre di più man mano che sale la scolarità?
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Perché
- il livello delle competenze fondamentali (comprensione del testo, soluzione di semplici problemi di matematica, competenze scientifiche di base) è decisamente scoraggiante per l'Italia in confronto con i Paesi Ocse?
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Perché
- il 38,6% dei quindicenni affermano che la scuola "è un luogo dove non vorrebbero andare" ?
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Perchè
- i ragazzi italiani sono costretti a studiare solo sui banchi, mentre in gran parte dell'Europa possono utilizzare varie forme di alternanza scuola-lavoro(49% in Germania, 20% in Francia)?
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Perché
- è così alto il tasso di abbandono rispetto alla media europea? E perché molti studenti non concludono regolarmente il ciclo secondario di 2° grado con una qualifica o un diploma?
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Perché
- la transizione alla vita attiva dei nostri ragazzi è così lunga, difficile, e penosa e si conclude spesso con un lavoro che ha poco a che fare con il diploma ?
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Perchè
- la percentuale dei laureati è così bassa , solo il 12% della popolazione, sfigurando nel confronto internazionale?
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Perché
- il numero degli iscritti alle facoltà scientifiche è tanto inferiore a quello delle facoltà cosiddette umanistiche?
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Perché
- la popolazione adulta (16-65 anni) continua ad avere competenze che sono di gran lunga inferiori alla media di altri Paesi?
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Silenzio!!! Nessuna risposta
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Eppure la lettura di questa "pagella" (Figura 3) dell'Italia, avrebbe dovuto indurre una maggiore responsabilità e modestia nella definizione degli obiettivi e nelle scelte del cambiamento.