3^ Sessione: trasferimento dei modelli educativi,
le nuove tendenze
Il ruolo dei finanziamenti
Susan Robertson
La realizzazione delle riforme scolastiche nei Paesi in via di sviluppo è fortemente condizionata dai prestiti finanziari concordati con le grandi istituzioni mondiali come la Banca Mondiale.
Susan Robertson, professoressa all'Università di Bristol, specializzata nelle analisi della mondializzazione e degli effetti della globalizzazione in campo scolastico, studia da tempo questo aspetto, e ha messo in rilievo i seguenti punti:
- L' educazione è diventata un meccanismo di ridistribuzione delle conoscenze e del sapere, la cui priorità è lo sviluppo dell'economia di mercato.
- Poiché le retribuzioni degli insegnanti assorbono quasi l'80% dei costi di funzionamento, secondo l'OMC, l'OCSE e la Banca mondiale, bisogna cambiare l'organizzazione del sistema educativo per utilizzare in modo diverso gli investimenti per l'istruzione, promuovendo organizzazioni specializzate nell'apprendimento o reti d'apprendimento.
- Negli Stati Uniti si raccomanda sempre più un modello d'istruzione che si svolge simultaneamente nelle scuole e a casa, in modo da permettere "un'intensificazione delle attività mentali al servizio dell'economia della conoscenza ". Questo modello, così almeno si sostiene, rimpiazzerebbe convenientemente il modello scolastico tradizionale che comporta sedi apposite dedite all'istruzione, le scuole, i cui costi sono diventati esorbitanti. L'economia della conoscenza, come viene eufemisticamente denominata, si prefigge di formare lavoratori su misura, competenti e sottomessi nel contempo, e di sviluppare un'industria nuova dell'educazione grazie all'apertura e alla liberalizzazione dei servizi dell'istruzione.
- Infine, per rispondere agli obiettivi dell'economia della conoscenza, l'insegnamento secondario dovrebbe durare tutta la vita, perchè per essere competenti e quindi competitivi nel mondo del lavoro, l'aggiornamento del «sapere», del «sapere fare» e del «sapere essere» diventa un imperativo che non tollera eccezioni. In questo modo, si creano le premesse per un mercato educativo potenzialmente illimitato, che è proprio quanto sta succedendo nei Paesi più avanzati.
- Secondo i principi dell'economia della conoscenza ogni persona è responsabile della propria formazione (di base o continua). Il ruolo dello Stato dovrebbe dunque limitarsi a fissare i capitali investiti nel programma educativo ed a promuovere l'efficacia dell'istruzione, stimolando il settore privato.
- I prestiti della Banca mondiale per l'istruzione secondaria sono ulteriormente diminuiti, il che ha rallentato lo sviluppo di un'istruzione secondaria "universale". Attualmente, molte multinazionali "producono" istruzione finanziando la costruzione di edifici scolastici, fornendo materiale ai campus universitari, sostenendo programmi di studi, ecc.. Questa nuova forma d'investimento educativo consente alle multinazionali d'accertare che la formazione impartita sia adeguata alle esigenze del mercato del lavoro e produca professionisti "pronti al lavoro" in qualsiasi parte nel mondo.