2^ Sessione:
Insegnamento secondario nel XX° secolo:
evoluzione e influenza dei diversi modelli
Il dibattito internazionale sull'insegnamento secondario:
le ICE dal 1934 al 1986 -
Charles Magnin
Charles Magnin, professore di storia dell'educazione all'università di Ginevra, riassume i tratti principali di una ricerca in corso sui contenuti delle conferenze internazionali dell'educazione, ICE, organizzate a Ginevra dall'IBE tra il 1934 ed il 1986, relativamente a:
- il ruolo dell'istruzione secondaria
- i trasferimenti dei modelli educativi
Il ruolo dell'istruzione secondaria |
Anni '30
Negli anni Trenta, il tema al centro del dibattito internazionale sullo sviluppo dell'insegnamento secondario era costituito dalle relazioni tra istruzione e mondo del lavoro. Ci si chiedeva se fosse opportuno allargare l'accesso all'istruzione secondaria correndo il rischio di generare una manodopera qualificata, esigente, ambiziosa, colta ma disoccupata. In altri termini, la domanda era: «C'è lavoro per una popolazione con un livello d'istruzione elevato?». Nel corso di quel periodo, il dibattito sull'istruzione secondaria era dominato quindi da preoccupazioni "maltusiane". La preoccupazione principale era quella dell'identificazione dell'élite, che per natura deve restare ristretta, poiché non è dato a tutti di riuscire negli studi. Orbene, in quell'epoca, il livello di selezione dell'élite era collocato alla fine della scuola elementare. L'accesso all'istruzione secondaria era considerato un privilegio riservato a pochi. Il tema centrale della conferenza del BIE del 1934 fu proprio la questione dell'ammissione alle scuole secondarie. In quell'occasione si affrontò il tema di una selezione oculata che premiasse gli alunni "dotati" o quelli meritevoli di accedere all'insegnamento secondario, per evitare la produzione di un "proletariato intellettuale" in un periodo di crisi economica.
Anni '40
La conferenza del 1946 affronta un tema nuovo: l'uguaglianza dell'accesso all'insegnamento secondario. Il cambiamento di tono tra il periodo prebellico e quello postbellico è evidente. Mentre nel 34 si temeva di produrre un'élite troppo numerosa, nel 46 invece ci si preoccupa della composizione sociale dell'élite che deve differenziarsi per soddisfare una prorompente domanda sociale d'istruzione.
Anni '50 e '60
Dal 1950 in poi e più specificamente negli anni 60, la discussione sull'evoluzione dell'istruzione secondaria cambia di nuovo sotto l'influenza dell'espansione economica. Non si tratta più di selezionare i talenti, nè i metodi, nè di differenziare la composizione sociale degli studenti che accedono all'istruzione secondaria, ma di valorizzare il capitale umano di cui si ha bisogno per sostenere la crescita economica. L'istruzione secondaria diventa necessaria per tutti.
Anni '70
Con gli anni 70 interviene un altro cambiamento: la questione della democratizzazione degli studi, dell'adattabilità degli individui all'evoluzione economica e quella dei metodi d'insegnamento.
Il dibattito verte sui programmi d'insegnamento che sono obsoleti e che non tengono conto dei progressi nel campo della scienza e della tecnica e neppure dei progressi nel settore della ricerca scientifica sull'apprendimento, lo sviluppo del concetto di intelligenza, l' evoluzione delle scienze cognitive. I nuovi slogan come "apprendere ad apprendere" oppure "apprendere ad essere" promossi dall'UNESCO esigono misure scolastiche appropriate per essere tradotti e applicati nella pratica e nelle politiche.
Anni '80
Negli anni 80, infine si critica la qualità dell'istruzione e si inizia a discutere di competenze.
Trasferimento dei modelli educativi |
Anni '70
Il problema del trasferimento di modelli educativi viene affrontato solo negli anni 70 quando si dà ancora come ovvio il trasferimento ai Paesi in via di sviluppo dei modelli scolastici dei Paesi sviluppati.
Anni '80
I dubbi in merito fanno capolino solo negli anni 80 quando si comincia a denunciare il carattere imperialistico dei modelli occidentali d'istruzione, dando l'avvio ad una lettura critica dei programmi di aiuto allo sviluppo nel settore educativo che mette in dubbio la pertinenza del concetto stesso di modelli educativi.