Alcune ipotesi

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1 . La bocciatura, come fenomeno che riguarda singoli non frequenti casi caratterizzati da problemi di accettazione delle regole (anche di studio) è il tipo che catalizza maggiormente l'attenzione degli insegnanti, ma sembra almeno nel nostro Paese minoritaria (non inesistente). Entrano in questo caso in gioco atteggiamenti etici del singolo, della scuola, del paese, che concernono l'idea di regola, di dovere e la liceità e l'utilità della sanzione per la gestione delle società umane, in questo caso di quelle giovanili. Come dice Eurydice, non sono i legislatori o gli amministratori a poter decidere nel merito. Si può però osservare che l'aria del tempo sembra meno pregiudizialmente sfavorevole di un tempo all'uso delle sanzioni.

2. Ma, se si dice di far ripetere per recuperare un accettabile livello degli apprendimenti, senza altre misure di accompagnamento, (e ciò avviene nella maggior parte dei casi), si deve sapere che non si otterranno risultati significativi e che si rischia di perdere e far perdere il tempo. Il punto di vista dei governi che si interrogano sull'efficacia di questo strumento è tutt'altro che condannabile, poiché lo spreco di tempo, di risorse, di energie e di fiducia in sé non può essere considerato positivamente. E' questa una cultura del limite che manca di solito alla scuola e che rende la sua aria così “altra” – e non sempre positivamente – da quella del mondo circostante.

3. Da ultimo: il fenomeno delle bocciature nei professionali è un macroscopico fenomeno di sistema, e non un sommarsi di singoli casi, e come tale va affrontato. Vanno moltiplicandosi le riflessioni critiche su un periodo di formazione obbligatoria generalista, cui negli ultimi decenni sono state forzosamente indirizzate percentuali non indifferenti di giovani, che sembrano non averne tratto profitto. E questo non solo in Italia. In questi casi si deve sapere che lo sbocco della bocciatura è l'abbandono e che anche indirizzarsi al lavoro richiede formazione.

Resta un problema: poiché la ripetenza o la sospensione del giudizio (se segnalata) funzionano anche da strumenti di certificazione, bisogna che ad una attenuazione dell'uso delle bocciature corrisponda una crescita della chiarezza sui livelli effettivamente raggiunti dagli allievi.

Cioè, bisogna che:

• sia possibile la promozione anche con la segnalazione della insufficienza;

• esistano e siano più attendibili le certificazioni interne;

• siano affiancate dalle certificazioni esterne realizzate attraverso le valutazioni standardizzate e che queste abbiano effettiva influenza sul percorso dell'allievo;

• le certificazioni esterne realizzate attraverso Enti terzi - quali quelle relative a informatica o a lingue - rimangano importanti ed utili, ma non si debbono sostituire alla scuola. Altrimenti, tanto vale chiuderla o utilizzarla – come in Grecia – come luogo di custodia al mattino, per poi al pomeriggio mandare i figli a pagamento a studiare nelle scuole vere, perché possano entrare all'Università. In Italia all'Università entrano tutti, ma con quali risultati stiamo vedendolo.

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