Un Consiglio Superiore della Docenza

Superare logore forme partecipative e la cogestione sindacale

Due provvedimenti, la Riforma degli Organi Collegiali Territoriali della Scuola a Livello Centrale, Regionale e Locale" (dlgs 25/06/99)  e la creazione dell’Osservatorio di Orientamento e Monitoraggio (CCNL/99 art.12  e ccnint art.9), varati quasi contemporaneamente, sono, pur nella loro diversità, strumenti  che negano ai docenti lo status di professionisti  e lo sviluppo della loro autonomia professionale.

Per quanto riguarda i primi, creati per sostituire i  Consigli di Distretto, i Consigli Scolastici Provinciali e il Consiglio Nazionale della Pubblica  Istruzione, si tratta di organismi sostanzialmente uguali ai precedenti Si cambia qualche nome, si introducono il livello regionale e le elezioni di secondo grado, si assottiglia il numero dei componenti, ma la filosofia di fondo rimane quella di sempre. Sterili organismi di partecipazione anni '70, che dovrebbero occuparsi di tutto, dalla politica generale dell'istruzione a quella del personale, senza nessun potere decisionale e  dove la componente dei docenti è mescolata a tutte le altre e sarà rappresentata attraverso antiche e dequalificate lottizzazioni sindacali.

Per quanto riguarda l’Osservatorio la situazione è forse ancora più grave. Mai, in questi ultimi anni, si era arrivati a forme così eclatanti di cogestione fra Ministero e sindacati scuola, sottraendo ai docenti autonomia culturale e professionale

 

La strada da imboccare: una forte autonomia del corpo professionale

Le più interessanti proposte teoriche e le più innovative esperienze fatte per valorizzare la professione docente indicano, al contrario, che la strada maestra è la trasformazione dei docenti in una categoria di veri  professionisti, retti da propri organismi associativi, cui riconoscere la competenza e il diritto di regolare la formazione dei propri membri,  codificare le norme di abilitazione e di accesso alla professione,  elaborare e fare rispettare un codice deontologico, e svolgere anche una funzione disciplinare sui propri membri.

 

I Consigli Generali della Professione Docente in Scozia e Inghilterra

Quando nel 1965 la Scozia si trovò ad affrontare un crescente degrado nei livelli dell'istruzione si preoccupò innanzitutto di innalzare gli standard professionali dei docenti. Il Governo istituì  una Commissione d'inchiesta, che propose la costituzione  del Consiglio Generale della Professione Docente, con lo scopo di dare più voce e più potere agli insegnanti nella gestione della loro professionalità. Nel 1966 fu così istituito il General Teaching Council (GTC) in Scozia, un Consiglio Generale della professione docente che equiparava  gli insegnanti agli altri professionisti. Il GTC è diventato un punto di forza dei docenti scozzesi, ha innalzato i loro standards  professionali e le loro condizioni di lavoro.

Dal settembre 2000 il Governo Blair ha deciso di  istituire anche  i  General Teaching Councils  per i docenti dell' Inghilterra e  del Galles.

 

Il National Board for Professional Teaching Standards negli USA

Quando nel 1983 la nota relazione Gardner mise a nudo l'allarmante situazione dell'istruzione negli Stati Uniti, la Fondazione  Carnegie  nel suo A Nation Prepared: Teachers for the 21st Century (1986) sostenne l'esigenza di trasformare i docenti in una categoria di professionisti dotati di propri autonomi organismi rappresentativi.

 Seguendo le indicazioni della Fondazione Carnegie, e sulla scia della tradizione americana, che vede i professionisti organizzati in libere associazioni, nel 1987, è sorto negli Stati Uniti il National Board for Professional Teaching Standards, un'organizzazione volontaria, indipendente, nonprofit, retta da un direttivo composto in maggioranza da insegnanti, la cui "missione" è quella di innalzare gli standard professionali e di certificare i docenti che li raggiungono.

 

Anche in Italia un organismo professionale dei docenti

E' nostra convinzione che se si vuole uscire dalla situazione depressiva in cui sono confinati i docenti italiani, occorra in tempi brevi approntare anche nel nostro paese uno specifico organismo professionale dei docenti.

Quali sono le questioni irrisolte e su cui solo un  autonomo organismo professionale potrebbe intervenire proficuamente?

1)     La definizione ed il controllo  degli standard di accesso  alla professione;

2)     La definizione e il controllo degli standard  di sviluppo per  fasce  di più elevata professionalità;

3)     La  creazione e la  gestione dell'Albo professionale;

4)     La formulazione e gestione del codice deontologico rivolto anche al rispetto degli standard professionali, e collegato all' esercizio dei poteri disciplinari.

 

Oltre gli Ordini: un organismo  non esclusivamente autoreferenziale

Consideriamo importante l'indicazione che ci viene dai Consigli Generali delle Professioni in Gran Bretagna che sono costruiti in modo non  completamente autoreferenziale, come lo sono invece gli ordini professionali in Italia.

E' nostra convinzione infatti che per la rilevanza strategica che l'istruzione ha nello sviluppo culturale, sociale ed economico del paese, sia giusto che l'organo professionale della docenza operi insieme e in un confronto aperto con  garanti di interessi più generali. 

Non ci pare qui il caso di ipotizzare minutamente quali debbano essere accanto alla maggioranza di docenti eletti (di norma i 2/3) gli altri membri di tale organismo, né come questi debbano essere designati (forse potrebbero soccorrerci le indicazioni costituzionali relative al Consiglio Superiore della Magistratura), ci interessa invece porre con forza due condizioni :

1.     deve essere autonomo ed indipendente dall' Amministrazione,

2.     deve essere svincolato da forme dirette o indirette di cogestione con i sindacati.

 

Le tappe verso un Consiglio Superiore della Docenza

Crediamo che solo una commissione snella, capace di sottrarsi ad estenuanti trattative sindacali, potrebbe aprire la strada alla costituzione di quello che potremmo definire il Consiglio Superiore della Docenza, facendo  un percorso simile a quello che fece la commissione di inchiesta scozzese.

A questo fine è nostra intenzione chiedere ufficialmente  al Governo di nominare una  commissione  di non più di 15 membri,  che, a partire dall'analisi dei problemi connessi alla condizione docente, predisponga un'ipotesi complessiva di organismo professionale da sottoporre alla diretta consultazione degli insegnanti in tutti i Collegi dei docenti.

Sarebbe una grande dimostrazione di coraggio e di volontà di ridare voce e valore a questa  professione.