Perché valutare

Anche per gli insegnanti, come per gli studenti, esiste  sia la valutazione sommativa o certificativa che la valutazione formativa .

E' sicuramente  valutazione sommativa quella che conclude un concorso per l'immissione in ruolo, o per il passaggio ad altra funzione, quale il concorso a preside o ispettore, e che in futuro, ci auguriamo, riguarderà anche il passaggio alla "fascia professionale specialistica".

  Che questo tipo di valutazione debba avere luogo, nessuno lo contesta,  nemmeno quelli che invocano sanatorie. I problemi sorgono quando la valutazione è rivolta alla normale attività di insegnamento.

Valutazione e autovalutazione formativa

E' nostra convinzione che se non si chiarirà una volta per tutte che la valutazione della normale attività di insegnamento può essere solo formativa, fatti salvi i casi di valutazione del demerito, si continueranno ad alimentare sterili conflitti, e si impedirà che la valutazione dispieghi i suoi effetti positivi in termini di miglioramento della professionalità.

E' stato, noi crediamo, un gravissimo errore avere voluto introdurre un sistema premiante, attraverso il così detto"concorsone" da £ 6.000.000, perché sbagliata è stata l'impostazione. Non solo si è tentato di riesumare una pratica già precedentemente fallita (si ricordi il sepolto "concorso per merito distinto" o l' accelerazione degli scatti stipendiali  a seguito di valutazione del preside o direttore didattico), ma si è compiuto un grave errore di impostazione teorica. L'organizzazione scolastica non può per sua natura fare leva su sistemi di controllo concepiti come elargizione di premi e castighi, o come interventi gerarchici di direzione e supervisione. La natura di questa organizzazione richiede un governo fondato sull'integrazione, cioè sulla condivisione di valori, sulla predisposizione a convergere nell'azione, perché se ne condividono le premesse, o, se si vuole usare un termine tecnico, sulla "interiorizzazione" dei valori.

Non inefficaci e controproducenti sistemi premianti occorre dunque assumere, ma la pratica sistematica della valutazione formativa, sia nella forma dell'autovalutazione dei docenti, sia come momento interno all'autovalutazione di istituto. E' importante collocare valutazione e autovalutazione dei docenti nella più generale valutazione di istituto poiché pratica didattica e clima della scuola si compenetrano fortemente.

L'autovalutazione è sempre guidata da un intento conoscitivo e  ha come obiettivo il miglioramento delle prestazioni. Muove dal presupposto che l'esperienza da sola non è sufficiente a costruire una positiva e matura professionalità docente. Per acquisirla è necessaria la riflessione sull'esperienza, condotta preferibilmente da un piccolo gruppo di insegnanti che sottopongono a reciproca osservazione e confronto le attività di insegnamento.

"Devo migliorare" dovrebbe diventare l'espressione di una comune condizione docente: non è necessario essere  cattivi o mediocri insegnanti per avere il bisogno di diventare migliori. Al contrario sono spesso i più bravi a sentire l'esigenza di migliorare e mettersi in discussione.

L'autovalutazione è dunque uno strumento per aumentare l'efficacia professionale e la fiducia nelle proprie competenze.

Tutti gli insegnanti, consciamente o inconsciamente, praticano l'autovalutazione spontanea. E' quella che fa ricorso a criteri ed indicatori spesso di tipo immediato, che rinviano ad una sorta di "fiuto pedagogico". Gli insegnanti si fidano della propria abilità di "sentire" quando le cose vanno bene prendendo in considerazione elementi quali: l'attenzione e l'entusiasmo degli alunni, il livello di disturbo nella classe, l'apprendimento degli studenti.

L'immediatezza sembra privilegiata, ma essa risulta utile solo per verificare l'adeguatezza di specifici episodi di insegnamento, non per valutare il proprio atteggiamento professionale complessivo. Per questo occorre una autovalutazione sistematica, che utilizza un'ampia gamma di strumenti quali: l'osservazione, i questionari, videoregistrazioni, diari.

Alcuni indicatori utili per l'autovalutazione sono:

  1. il profitto degli alunni (progressi generali nell'apprendimento, risultati di prove comuni, confronto con altre classi)

  2. la frequenza scolastica degli alunni (entità e motivazioni delle assenze)

  3. la soddisfazione degli alunni (miglioramento generale del clima della classe, motivazione e benessere degli studenti)

  4. la qualità della relazione fra alunni e insegnante

  5. altre relazioni (con i genitori, con i colleghi)

  6. fattori personali (sensazione interna di soddisfazione, impegno).

Oltre all'autovalutazione sistematica praticata da soli o con un gruppo di colleghi, è opportuno attivare anche la valutazione dei docenti nell'ambito dell'autovalutazione d'istituto, utilizzando più o meno gli stessi indicatori, ma affidandone la gestione ad uno specifico nucleo di valutazione della scuola, che può essere istituito dal Consiglio d'istituto.