Progressione e sviluppo professionale
Una volta assunto, l'insegnante ha davanti a sé un percorso professionale articolato in tre fasce, secondo l'ipotesi dell'ADi:
Prima fascia
. Vi appartengono i docenti di prima fascia. Vi permangono per 2 anni
corrispondenti al periodo di prova. Gli insegnanti di prima fascia sono assistiti in modo continuativo da un docente-guida, interno alla scuola se c'è o esterno. Il passaggio alla "fascia professionale", a cui è collegato il primo scatto stipendiale, avviene a seguito di valutazione positiva espressa da un comitato di valutazione costituito dal capo d'Istituto, dal docente-guida e dal responsabile di dipartimento. La valutazione dovrà farà riferimento a documentazioni, prove e
testimonianze riferite al raggiungimento degli standard specifici per il superamento della
prima fascia . E' comunque evidente che il giudizio finale dovrà esprimere un apprezzamento complessivo dell'attività professionale del docente.
Fascia professionale. Vi appartengono i docenti che hanno superato il periodo di prova e che assumono la denominazione di
docenti professionisti. Uno dei principali nodi da sciogliere rispetto a questa fascia, che comprende la grande maggioranza degli insegnanti in servizio, è la
progressione stipendiale. L'Italia è infatti l'unico paese europeo dove la retribuzione dei docenti progredisce per scatti sessennali e settennali, in un arco di ben 35 anni e con un differenziale fra inizio e fine carriera tra i più bassi. Altrove gli scatti sono annuali o biennali (solo eccezionalmente triennali), si sviluppano in un arco di tempo compreso fra i 9 e i 28 anni, a seconda dei paesi, e con un differenziale fra inizio e fine carriera più elevato. E' interessante ricordare che la "Raccomandazione
sullo stato degli insegnanti" fatta dalla Conferenza intergovernativa indetta
dall'UNESCO nel lontano 1966,
chiedeva ai governi di garantire "un regolare avanzamento retributivo preferibilmente con cadenza annuale" ( punto X "retribuzioni dei docenti" comma 122) e un " intervallo temporale fra il minimo e il massimo salariale di non più di 10/15 anni" (punto X comma 122). Rispetto a questa anomalia italiana, che costituisce peraltro una delle principali cause del divario retributivo con i restanti docenti dell'UE, occorre
intervenire senza più indugi, sia pure con realistica gradualità. Si può ad esempio ipotizzare che in un primo biennio contrattuale siano ripristinati gli scatti biennali e siano ridotti a 30 gli anni per raggiungere il massimo della carriera,
e che in un secondo biennio
siano ulteriormente diminuiti a 25. Contemporaneamente deve essere aumentato il differenziale fra minimo e massimo della carriera. Insieme al recupero dell'inflazione, una parte sostanziale degli aumenti per tutti andrebbe dunque studiata attraverso il meccanismo di questa nuova progressione economica, che favorirebbe un allineamento con gli altri paesi europei, avendo, comunque nella fase transitoria, particolare cura verso norme specifiche per le fasce di maggiore anzianità, per non incorrere, come in passato, in gravi
penalizzazioni per coloro che superavano una certa fascia di anni di servizio. A queste considerazioni di carattere economico occorre però aggiungere un altro elemento, non secondario: l'Italia è l'unico paese dove non si
attui nessuna valutazione dell'insegnamento all'interno delle
scuole. E' nostra convinzione che sia importante ed urgente introdurre forme di valutazione e autovalutazione degli insegnanti entro progetti di valutazione- autovalutazione degli istituti. Un'attività conoscitiva indispensabile per promuovere il miglioramento e nella quale devono essere coinvolti anche i fruitori del servizio con possibilità di esprimere motivati pareri. All'interno di questo processo di valutazione, che definiamo formativo, va inserita anche la possibilità di individuare ed arrestare pratiche d'insegnamento contrassegnate da evidenti carenze rispetto al raggiungimento degli standard. In caso di ripetute segnalazioni e prove evidenti di "demerito" occorre prevedere una formale valutazione
a cui deve accompagnarsi anche il blocco della progressione stipendiale.
Riteniamo che il giudizio di demerito debba essere affidato al Capo d'Istituto, sentito il responsabile di dipartimento e il docente-guida, ove presente. E' evidente che contro tale giudizio il docente sanzionato avrà facoltà di fare ricorso al pretore del lavoro.
Fascia professionale specialistica.
Vi appartengono i docenti specialisti. L'accesso a questa fascia avviene attraverso procedura concorsuale, alla quale possono partecipare i docenti professionisti dopo una permanenza di almeno 5 anni nella propria fascia d'appartenenza. Comprende due indirizzi:
a) organizzativo-gestionale, al quale appartengono i vicari, che non
saranno più elettivi ma di carriera, e rappresenteranno la prima tappa
verso la dirigenza nella scuola; b) scientifico-pedagogico, al quale appartengono i docenti-guida, i responsabili di dipartimento e i
componenti scientifici dei centri territoriali, con
possibilità di
ulteriore sviluppo verso centri di livello superiore (IRRSAE, BDP, CEDE)
Ciò che ci pare importante
discutere, oltre lo schema, sono le motivazioni che sottendono la costituzione dei due indirizzi della fascia specialistica, i suoi nessi con l'organizzazione del lavoro, nonché le caratteristiche normative dei docenti che vi appartengono.