Parte VI -  Osservazione sui dati

La costruzione della decentralizzazione, e nello specifico la decentralizzazione del sistema dell'istruzione, costituirà un punto ineludibile nella politica italiana. Nei prossimi anni si dovrà fare i conti con nuove forme organizzative connesse ad una inevitabile redistribuzione delle competenze decisionali verso i livelli intermedi, come è accaduto e sta accadendo ovunque in Europa.

La normativa vigente consente molteplici chiavi di lettura del concetto di decentralizzazione. Questo ha determinato una grande varietà di comportamenti: alcune regioni prendono autonome iniziative, altre si limitano a gestire gli affari correnti, altre infine esauriscono la propria iniziativa in sole forme di rivendicazionismo nei confronti dello Stato.

Nel QS si è testata l'opportunità di interrogare gli assessorati regionali sulle prospettive a medio termine nel settore scolastico chiedendo se si sono programmati piani in due aree di sviluppo: la formazione professionale terziaria e l'educazione degli adulti. Le due aree sono state proposte non solo per la loro importanza politica, tenendo conto del fatto che in questo campo l'Italia è in grave ritardo rispetto agli altri Stati dell'Unione Europea e che quindi questi temi possono essere un settore privilegiato d'intervento delle regioni, ma anche e soprattutto per verificare se fosse possibile impostare un'indagine sulle intenzioni programmatiche dei livelli intermedi del sistema scolastico e dell'istruzione.

Nove assessorati (di cui 6 regioni a statuto ordinario e tre a statuto speciale) su 15 hanno predisposto un piano pluriennale di intervento, il che significa che c'è qualcosa di più che un embrione di politica scolastica regionale e che la decentralizzazione del sistema scolastico e dell'istruzione è in marcia. Questo vuol dire che sarà opportuno indagare sulle priorità e le tematiche trattate nei piani pluriennali se si vuole fornire una rappresentazione adeguata del “ work in progress” in questo campo.

Le risposte alle domande sulla formazione professionale terziaria e sull'educazione degli adulti incitano ad osservare in dettaglio quello che si sta facendo a livello regionale.

Solo iIn 5 regioni su 15 infatti si è previsto di sviluppare il settore professionale superiore, andando oltre l'esperienza degli IFTS.

Il quadro è pressoché identico per quel che riguarda l'educazione degli adulti: solo 4 regioni a statuto ordinario su 10 hanno predisposto un piano in questo settore. I piani pluriennali delle regioni vertono quindi su altri temi che non quelli specificati nel QS, ma per il momento non è possibile sapere quali sono i temi scolastici prioritari che preoccupano le regioni. Un approfondimento del QS in questo senso s'impone.


ADi Associazione Docenti Italiani
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