Parte V - Osservazioni sui dati

Il federalismo fiscale è un pilastro della decentralizzazione ed è notorio che in Italia finora questo aspetto del problema non è stato risolto.

La decentralizzazione implica una ridistribuzione radicale dei flussi finanziari tra livello centrale e livello intermedio regionale senza la quale la spesa per l'istruzione si gonfierebbe a dismisura solo per tenere in piedi una burocrazia scolastica doppia, con nessun beneficio per le scuole, per gli studenti e per gli insegnanti.

Le risposte al QS rivelano l'inadequatezza della situazione.

Solamente in una provincia ed in una regione a statuto speciale sembra esistere già piena autonomia finanziaria e contabile. In tutti gli altri casi si dipende dal livello amministrativo centrale. Questo significa che la decentralizzazione per ora esiste solo sulla carta.

Solo in due risposte si è tentata un'approssimazione dell'importo mancante per fare fronte agli obblighi attuali in materia di istruzione e formazione. Una regione a statuto speciale indica un importo totale di 6 milioni di euro ed una regione a statuto ordinario un importo di 110 milioni circa.

Il QS rivela in ogni modo l'assenza di strumenti a livello di assessorati regionali per pilotare con cognizione di causa la spesa per l'istruzione e quindi la politica per l'istruzione sul proprio territorio. Sette regioni su quindici non sanno se l'importo attualmente stanziato agli Uffici scolatici regionali sia adeguato per coprire il fabbisogno regionale in materia d'istruzione.

Undici regioni su quindici non sanno quale sia la proporzione del PIL regionale impegnato per l'istruzione e la formazione.


ADi Associazione Docenti Italiani
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