La debole presenza dell'economia nella scuola italiana nel Secondo dopoguerra
L'impostazione crociana ha avuto la conseguenza di inserire l'economia e il diritto esclusivamente nella filiera scolastica tecnica e professionale, dove queste discipline hanno il compito di formare i giovani nella preparazione professionale e tecnica, quando le luci della ribalta sono accese sugli studi di ragioneria, partita doppia, contabilità, tecnica bancaria, computisteria, temi oggi riunificati nella più ampia e moderna casa dell'economia aziendale. Laddove quest'ultima giustamente predomina negli istituti tecnici e professionali.
Predominio che la nostra maggiore associazione dei datori di lavoro la Confindustria, con uno sguardo rivolto all'indietro a rischio di produrre forti torcicolli, periodicamente sottolinea aver svolto un ruolo centrale negli anni del miracolo economico. Pare opportuno, anche se non dovrebbe esserlo, segnalare che molti anni sono da allora trascorsi e che oggi la realtà è assai differente.
La negazione del ruolo culturale dell'economia ha portato gran parte delle classi dirigenti del nostro paese, ad esclusione di quelle che avessero più o meno casualmente intrapreso corsi di economia all'università, a ricoprire i ruoli di massima responsabilità del paese, nelle imprese private o pubbliche, nelle professioni liberali, nelle pubbliche istituzioni, insomma tutti coloro che devono governare un paese moderno, a possedere una conoscenza economica carente, per lo più appresa solo sulla base dell'operatività nei diversi campi della vita. Delegando a questo punto l'impostazione tecnica di scelte relative a cruciali decisioni economiche e finanziarie, ricche di implicazioni sociali, a chi all'università avesse completato quanto ad altri fosse nella scuola mancato.
Si sta anche parlando di quanto sta accadendo nelle ultime settimane in Italia. I corsi di laurea di giurisprudenza hanno dotato in modo analogo una parte ancor più piccola delle classi dirigenti della conoscenza della scienza delle regole (coattive), vale a dire del diritto. Val la pena notare che nei corsi universitari di giurisprudenza lo spazio dedicato alle discipline economiche è ridottissimo, affogato nel mare magnum dei numerosissimi corsi ed esami dedicati ai diversi rami del diritto.