PREMESSA
Si evidenzia:
Il Cnpi ha espresso dissenso su:
I punti non condivisi dal Cnpi:
· La quota orario dei piani di studio riservata alle Regioni, “ non condivide la previsione di riservare alle regioni una quota orario dei piani di studio in quanto ciò comprometterebbe l’autonomia didattica e organizzativa delle istituziuoni scolastiche” e la “necessità di assicurare l’unitarietà dell’offerta formativa su scala nazionale”.
· l’anticipo a due anni e mezzo per la frequenza della scuola dell’infanzia e a cinque anni e mezzo per quella elementare, “La Commissione non condivide la scelta, a regime, dell’anticipo a due anni e mezzo per la frequenza della scuola dell’infanzia e a cinque anni e mezzo per quella elementare, sia perchè la scelta adottata nell’articolato non tiene conto della storia e dell’esperienza della scuola dai 3 ai 6 anni, sia perchè lascia trasparire un’idea di scuola come servizio in cui pervale il carattere assistenziale su quello educativo”.
· La mancanza di effettiva pari dignità fra i due percorsi della scuola secondaria, “non fornisce adeguate garanzie circa l’effettiva uguaglianza che i percorsi dovrebbero invece assicurare e ciò è motivo di grave preoccupazione” comportando “un’irreversibile condizione di selezione socialmente intollerabile”.
· L’ alternanza scuola-lavoro, per la difficoltà di organizzazione e sperequazioni fra le aree del Paese, “non si possono non prevedere le difficoltà di organizzazione sul territorio di stage di massa in aziende pubbliche o private e non registrare situazioni sperequative tra un’area e l’altra del paese”, mentre gli stage “dovrebbero essere accessibili a tutti gli studenti”.
· L’avvio della riforma dal 1 Settembre 2002, “Mal si comprende come essendo già aprile inoltrato possa essere ipotizzato l’avvio della riforma dal primo settembre 2002”.
· L’affidamento all’università della formazione di nuove figure professionali dei docenti, “Valuta negativamente l’affidamento esclusivo all’Università della formazione in servizio rispetto a figure di docenti (ibidem, lettera g), peraltro prive di una precisa configurazione giuridica e di un ben definito status professionale.
Denuncia infine la mancanza di finanziamenti certi , “ nessuna riforma, e tanto meno quella della scuola, può essere realizzata a costo zero. Per queste ragioni esprime fortissime perplessità rispetto alla scelta di subordinare il piano programmatico di interventi finanziari per la realizzazione degli obiettivi della riforma alle compatibilità e ai vincoli di finanza pubblica e, quindi, alle disposizioni delle annuali leggi finanziarie rendendo così aleatorio, ove non improbabile, il perseguimento degli obiettivi stessi”.