TERZA TESI
Aumentare e variare i tempi dell'apprendimento: utilizzare l'intero anno scolastico
L'anno scolastico, non il calendario scolastico, dura in italia dal 1° settembre al 31 agosto. si possono progettare attività didattiche per tutto questo periodo, inserendovi tutte le esperienze di apprendimento oltre le lezioni definite nel calendario scolastico.
CONDIZIONI
occorre la capacità della scuola di programmare con un tempo previsto visite di istruzione, stages, tirocini, conferenze, seminari, ricerche, ecc.. O è tempo perso? Se è veramente un tempo "utile" va calcolato nel calendario pianificato su base annua (si chiama "fiscalizzazione").
VANTAGGI
si possono alleggerire le lezioni tradizionali. Tutte le attività diventano più impegnative e rigorose (vedi la barzelletta delle gite scolastiche). Si possono individualizzare gli insegnamenti principali, ma anche alcune attività, che possono essere autogestite dagli allievi.
RISCHI E OSTACOLI
Gli insegnanti si oppongono ad orari troppo flessibili e a infrangere le "vacanze estive". Il conteggio delle ore impiegate è complicato e può far nascere conflitti. Andrebbe peraltro fatto un uso più intelligente del "fondo d'istituto", compreso il budget per i recuperi. Gli allievi non sempre sono disposti a cambiare ritmo frequentemente, e, soprattutto ad occupare i mesi "turistici".
Lo studente operaio (1955)
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Laura Lombardo Radice
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"Finché noi avremo - come, per fare l'esempio che mi è più vicino, negli istituti magistrali - dalle dodici alle quindici materie per anno, ognuna con le sue brave sottosezioni, in un totale di una trentina di ore di insegnamento settimanali (che viene ad essere cinque ore al giorno di media), finché noi avremo la pretesa che a queste trenta ore di apprendimento in comune ne corrispondano circa altrettanto di lavoro personale e di ripetizioni, finché noi metteremo, quindi, lo studente dai dodici ai diciotto anni nelle condizioni di un operaio dei tempi di "Metello" (giornata lavorativa dall'alba al tramonto); e fatto questo, ci ricorderemo poi del bisogno di riposo dei ragazzi soltanto lasciando qua e là vacanze a casaccio, allungando le ferie estive e dimenticando di accorciare i programmi; finché la scuola sarà una cosa con programmi che nessuno ha mai potuto svolgere (cioè abbracciare per intero, con trenta quaranta ragazzi da interrogare, cioè da conoscere uno per uno e giudicare ogni due mesi in modo equo); finché questo caos, questa ipocrisia della dottrina scritta sulla carta e della ignoranza reale, della fatica e dell'ozio distribuiti all'impazzata, finché insomma, questa scuola, brutta copia degli otia cum litteris di Cicerone, non sarà scomparsa, noi non potremo parlare sinceramente di educazione, di un avvicinarsi dell'attività scolastica agli effettivi bisogni della società italiana".
Laura Lombardo Radice (insegnante di lettere, 1913-2003)
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