Create un'équipe di direzione

Ricordate innanzitutto che la nostra scuola – caso unico in Europa – è una organizzazione piatta. Per un malinteso egualitarismo (tradotto in uniformità) la gerarchia funzionale (ciascuno al suo posto e a ciascuno il suo compito) è sconosciuta. Tra il vertice del micro sistema (il preside) e la “linea del fronte” (la classe), dove si combatte la quotidiana battaglia dell'apprendimento, non esiste nessuna funzione specializzata. Questa vasta area di competenze (e di responsabilità) non è coperta da alcuna figura professionale ovvero “di sistema”: sono tutti volontari (figure strumentali e collaboratori del preside) scelti, designati, individuati democraticamente dal Collegio dei docenti oppure cooptati dal preside, come fossero suoi amici disponibili a dargli una mano.

Se è vero che la nostra scuola è tenuta in piedi da una organizzazione di volontari, tenete conto, nell'organizzazione della équipe di gestione, dei seguenti obiettivi strategici, che richiedono parecchi anni di impegno sistematico:

  1. coprite” le funzioni veramente fondamentali. Sono poche, come nell'esempio illustrato nella scheda che segue (Allegato F, Create una équipe di direzione). Non disperdete le forze (sempre scarse), concentrate gli sforzi su alcune persone, dopo aver valutato le loro competenze e potenzialità, i progetti personali, le aspettative e l'impegno; non fidatevi della mera disponibilità;
  2. fate un progetto a medio-lungo termine, in modo da assicurare il più possibile la stabilità nel tempo dei colleghi incaricati, che possono rappresentare i pilastri della gestione, la continuità della strategia e l'anima dell' identità della scuola;
  3. tracciate un profilo professionale “ideale” a cui tendere, occupatevi con cura della formazione di questi colleghi – senza badare a spese e opportunità – e difendete con incentivi, riconoscimenti ed anche piccoli privilegi il capitale professionale che riuscirete ad accumulare
  4. evitate con cura di scegliere le persone per affinità, sia essa ideologica, sindacale, politica o, peggio, per simpatia. Dovete formare una vera équipe non una “cupola”.

Ricordate che i presidi carismatici lasciano lutti inconsolabili (“ Ah!.. quando c'era il nostro vecchio preside! ”) e macerie organizzative: facevano tutto loro, nessuno muoveva un dito senza la loro presenza e il loro permesso. Concentrate invece il vostro sforzo e le vostre energie per allagare la cultura della direzione, cioè della responsabilità educativa, creando gradualmente una vera équipe, frutto di una auto-selezione, di una selezione accurata e di un tirocinio.

Questo gruppo sarà impegnato a trovare legittimazione non col consenso “politico” di una assemblea irresponsabile, ma con l'impegno sistematico in un'unica direzione: facilitare, innovare, migliorare il lavoro dei colleghi dentro le loro classi; in sostanza: il processo di insegnamento e di apprendimento. Quasi tutto il resto risulta superfluo.


…. e per non partire col piede sbagliato conquistatevi credibilità con l'esempio.

Tutti abbiamo detto, una volta o l'altra, fate ciò che dico, non ciò che faccio.

C'è forse una espressione più lapidaria per portare al crollo del riconoscimento della nostra competenza in una scuola? Questa espressione, spesso pronunciata in tono gioviale, compromette profondamente la fiducia che i colleghi possono avere in voi e nelle vostre capacità.

Se volete consolidare la vostra credibilità tra il personale, dovete essere in grado di passare dall'imperfetto al presente, coniugato all'indicativo.

L'immagine dei comportamenti che voi rappresentate è in relazione diretta con gli atteggiamenti e i comportamenti che vi aspettate da coloro che vi circondano (essere puntuale, non fumare, parlare correttamente, essere sempre, cortese, evitare i giudizi sulle persone, ecc.). Il credito che riuscite ad ottenete col personale costituisce una importante riserva di risorse, una vera polizza di assicurazione, per i momenti di turbolenza e di conflitto. In questo senso, la vostra credibilità si fonda sulla coerenza, sulla capacità di mantenere la rotta nella quiete e nella tempesta.

Guardi me

LA DIRETTRICE:

Di giustizia. Basta, signorina. Sappia che quando si ha una missione di austerità morale com'è quella di una maestra, bisogna saper sopprimere la donna in noialtre; bisogna essere esempi, simboli, programmi e non donna… Guardi me. Sono forse una donna, io?

Dario Niccodemi, La maestrina, 1917, p.125


 

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