2° assunto sbagliato

Assunto n. 2

I punteggi nei test standardizzati rappresentano una misurazione precisa dell'apprendimento degli studenti e dovrebbero essere usati per determinare promozioni e diploma

La strategia fondata sulla valutazione e rendicontazione in base a test, ha condotto, e non c'è da stupirsi, a un preoccupante sovrautilizzo dei test standardizzati, e sono di questa opinione anche alcuni di coloro che producono i test ed esperti di psicometria.

Alcune misure di rendicontazione sono necessarie per qualsiasi impresa che utilizzi denaro pubblico e che svolga un'importante missione sociale. Ma è davvero necessario fare il test a tutti gli studenti ogni anno per determinare se il sistema funziona efficacemente e se i soldi sono spesi bene? Se i punteggi in base ai test sono l'indicatore accettato, dobbiamo dirci che da due decenni le scuole non sono in grado di soddisfare i bisogni degli studenti. Quindi perché spendere altri soldi e altro tempo su continui test per sapere quello che già sappiamo, particolarmente quando i test standardizzati non riescono a misurare il reale apprendimento, non valutano la maggior parte delle caratteristiche apprezzate dai genitori e dalla società in senso ampio, e non contribuiscono quasi per nulla al processo di insegnamento e apprendimento.

Se lo scopo dei test standardizzati è di misurare i risultati degli studenti in modo che gli insegnanti possano aiutare i singoli ragazzi ad apprendere meglio, questo obiettivo è totalmente fallito. I punteggi dei test standardizzati tendono a dire cose sullo status socio-economico dello studente più che sulle sue abilità. Se il test deve avere un effetto positivo sullo studente, deve avere le caratteristiche della valutazione formativa, che è parte integrante dell'insegnamento/apprendimento in classe.

L'aspetto più intollerabile degli attuali test standardizzati è l'enfasi posta sull'uso forte di una strategia basata su test ad alto rischio. Io ritengo che usare il punteggio dei test standardizzati per determinare la promozione e il diploma è assolutamente irragionevole. Uno studio recente, Texas study, conferma l'impatto negativo sugli studenti dei test ad alto rischio. Il rapporto evidenzia che 135.000 studenti della scuola secondaria superiore del Texas abbandonano la scuola ogni anno, e che il sistema statale di valutazione con test di livello molto alto ha un impatto diretto fortemente negativo sul numero dei drop out.

Gli insegnanti lamentano che sono costretti a dedicare tempo prezioso di insegnamento per preparare gli studenti ai test. Sostengono che l'onnipresenza di test di valutazione tende ad inaridire il curricolo. E dicono che "insegnare per il test", come sono costretti a fare fare, riduce l'educazione a un esercizio triviale.

Al di fuori della scuola, le persone sono giudicate sulla base del loro lavoro e dei loro comportamenti. Pochi leader politici ed economici fra quelli che invocano l'uso universale dei test standardizzati hanno mai fatto un test standardizzato da quando hanno lasciato il college. Si può scommettere che la maggioranza di loro, anche dopo 16 anni di istruzione formale, non passerebbe i test che pretendono che gli studenti passino.

"Ma io ho fatto quei programmi anni fa", dicono. "Non posso ricordarmi tutta quella roba" Per l'appunto!

Una giustificazione comune per i test standardizzati è che attualmente è il miglior modo che abbiamo di valutare il rendimento degli studenti e quindi dovremo usarlo finchè non se ne troverà uno migliore. Ma....

La valutazione del rendimento che si fa in molte charter schools (e ora diffusa a livello statale in Rhode Island e New Hampshire) è meglio dei test standardizzati

 

 

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