ASSUNTO n. 3

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Alessandra Cenerini


A. Cenerini

Il terzo punto riguarda gli insegnanti. Wolk non considera sbagliato, ma assolutamente irrealistico l'assunto secondo cui bisogna avere insegnanti altamente qualificati in ogni classe. "Un'idea grandiosa", dice con una punta di sarcasmo, "Ma non accadrà per decenni, ammesso che possa mai accadere."

Rispetto all'analisi fatta da Wolk, personalmente concordo su due punti:

1) è totalmente fuori dalla realtà pensare di avere ottimi insegnanti in ciascuna classe,

2) è fondamentale cambiare radicalmente i modi in cui sono organizzate e gestite le scuole.

Detto questo considero assolutamente sbagliata la sua sottovalutazione dell'esigenza di una qualificata formazione iniziale e di un rigoroso e selettivo reclutamento. Non intendo riprendere qui un tema ampiamente sviscerato dall'ADi (si veda ad esempio I nodi irrisolti della funzione docente e dirigente), ma solo sottolineare che, anche ammesso che questa operazione possa raggiungere, come afferma Wolk, il solo obiettivo di "fare piazza pulita di insegnanti incapaci", sarebbe già di per sé un traguardo rivoluzionario. Un obiettivo che da anni l'ADi persegue, considerato che nel nostro paese la maggioranza degli insegnanti ancora accede alla professione senza né preparazione specifica, né selezione in ingresso, ma attraverso sanatorie (corsi riservati che abilitano più del 90% dei candidati) e anzianità di servizio, senza nessuna valutazione nemmeno dell'insegnamento prestato come supplenti.

Infine considero assolutamente debole limitare la proposta di riorganizzazione del lavoro al solo richiamo a "Creare opportunità per gli insegnanti di lavorare assieme, di insegnare in team, di condividere lo sviluppo professionale e di essere più coinvolti nell'assunzione delle decisioni".

Mentre negli Stati Uniti imperversa il dibattito sul merit pay, riproposto fortemente dal presidente Obama, chi ha posizioni diverse e punta, come Wolk, ad una riorganizzazione del lavoro degli insegnanti, dovrebbe quantomeno porsi l'obiettivo di avere nelle scuole e fuori di esse, in apposite agenzie nazionali e regionali, personale docente qualificato, selezionato, con uno specifico sviluppo di carriera, che abbia capacità e competenze per guidare i processi di insegnamento/apprendimento e sostenere il lavoro in équipe e l'innovazione.

Questa è da sempre la posizione dell'ADi (si veda ad esempio la relazione citata prima), che nutre fortissimi dubbi sul merit pay, mentre sostiene con forza la creazione di una fascia di leadership intermedia, che sappia socializzare il sapere professionale ed essere punto di riferimento per la propria scuola, reti di scuole ecc.., superando cioè un'impostazione antica, quella appunto del merit pay, che considera "bravi" coloro che operano bene con i propri studenti, "in solitudine" nella propria classe, ma che quando se ne vanno lasciano il deserto dietro di sé. Un'ipotesi, quest'ultima, già fallita in Inghilterra dove si sta per l'appunto cambiando registro (si veda Carriera e nuovi standard professionali degli insegnanti inglesi)

E tu come giudichi la posizione di Wolk?

Norberto Bottani

N. Bottani

L'autore ha ragione quando afferma che trasformare ogni insegnante in servizio in un professionista di alto livello è senz'altro un nobile obiettivo, ma del tutto utopico perché la quantità del personale insegnante è tale da rendere ormai ingovernabile e irrealizzabile qualsiasi politica che tenti di intervenire sulla qualità di tutto il corpo docente.

La posizione di Wolk, come tu stessa rilevi, è però molto debole quando propone come rimedio di incoraggiare e promuovere la solidarietà tra gli insegnanti, la collaborazione all'interno della professione, l'aiuto reciproco, lo scambio di informazioni. Anche queste proposte, per quanto nobili e attraenti possano sembrare, sono inattuabili. Basta a questo riguardo guardare con occhi disincantati a quanto avviene attualmente all'interno del corpo insegnante, dentro le scuole, nei consigli di classe. Senza mezzi adeguati, senza l'intervento di specialisti dell'organizzazione, senza dirigenti competenti, e anche, come l'ADi sostiene, senza una leadership professionale intermedia non è affatto possibile cambiare il comportamento dell'insiene dell'attuale personale insegnante.

Wolk tocca un punto importante, che però non affronta adeguatamente, ossia che l'intervento più importante per migliorare anche la professionalità docente, è una trasformazione radicale del modo in cui sono attualmente organizzate e gestite le scuole.

Tu sai che sono da sempre convinto che è il sistema scuola che determina la qualità degli insegnanti, non il contrario. L' amministrazione, la dirigenza scolastica, i curricoli, l'organizzazione della scuola, il contesto, il capitale sociale sono fattori decisivi. Gli insegnanti agiscono e reagiscono sulla base di questo insieme di elementi. Con ciò non intendo dire che non si debba prestare attenzione agli insegnanti, voglio dire che si commette un grave errore di prospettiva se si ritiene che salari più elevati, condizioni di lavoro più soddisfacenti, uno stato giuridico più adeguato, bastino per fare funzionare bene le scuole e ottenere risultati migliori.

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