ASSUNTO n. 2
![]()
A. Cenerini
Passiamo al secondo punto che è comunque complementare al primo. Wolk contesta l'enfasi posta sulla valutazione e rendicontazione dei risultati attraverso un capillare e invasivo sistema di test.
Anche in questo caso Wolk non nega la necessità dell' accountabilty (Alcune misure di rendicontazione sono necessarie per qualsiasi impresa che utilizzi denaro pubblico e che svolga un'importante missione sociale), ma si chiede se sia davvero necessario fare test a tutti gli studenti ogni anno per determinare se il sistema funziona e se i soldi sono spesi bene. E ripropone l'accusa diffusa tra i docenti americani, ma non solo, che così facendo si riduce l'insegnamento a "teach to the test"(insegnare per il test), inaridendo tutto il processo educativo.
Di nuovo un dibattito extraterrestre per il nostro Paese dove ancora deve decollare l'INVALSI. Ma prescindendo per un attimo dalla nostra specifica situazione di totale, deleteria anarchia valutativa, il problema dell'invasività dei test viene da alcuni anni posto anche in Gran Bretagna dove il varo della valutazione esterna insieme al national curriculum ha portato ad una prima fase di notevoli miglioramenti nelle competenze chiave degli alunni, ma poi il processo si è arrestato, e c'è chi teme un'involuzione, se non si cambia strategia. Ricordo a questo proposito la relazione di David Hopkins al seminario internazionale dell'ADi del febbraio 2006, che è ancora di grande interesse, o l'articolo di Tom Bentley riportato sul sito ADi quando ancora era direttore della Demos.
Chiedere ora a te se consideri questa affermazione di Wolk pertinente è forse azzardato, ma comunque ci provo.
![]()
N. Bottani
Anche in questo caso si tratta di capire perché gli autori dell'analisi A Nation at Risk avevano insistito sulla necessità di sviluppare una valutazione dei risultati. Infatti, quando la commissione che aveva elaborato il Rapporto si era data da fare per cercare informazioni attendibili sui risultati conseguiti dopo otto, nove o dieci anni di scuola, non ne aveva trovati. Da qui l'insistenza per lo sviluppo di valutazioni empiriche su larga scala, ovverossia di test, che misurassero gli apprendimento degli allievi a scuola. Nessuno tra i vari specialisti della valutazione contesta il fatto che l'attuazione di prove standardizzate comparabili su vasta scala sia un compito difficile e complesso, ma questa constatazione non è di per sé sufficiente per rifiutare la necessità di realizzare queste prove e per identificare almeno i limiti e i difetti dei test al fine di migliorare l'esito delle valutazioni.
Posizioni come quella di Wolk, anziché aiutare a migliorare i sistemi di accountability, che peraltro lui non nega, tendono a spazzarli via, con l'enorme rischio di ritornare allo status quo ante.