La posizione di Joseph Ratzinger sulla laicità
Uno dei pochi casi di discussioni sul laicismo di un certo rilievo, è stato quello avviato nel quotidiano "La Repubblica" da Eugenio Scalfari, i cui sedici interventi sono stati ora raccolti in un agile libro (Dibattito sul laicismo, La Repubblica, Roma 2005).
Da questo testo trascegliamo l'affermazione sulla laicità di Joseph Ratzinger, allora cardinale, in un'intervista posta in appendice al Rapporto. Alla domanda, che cos'è la laicità risponde che
«la laicità giusta è la libertà religiosa. Lo Stato non impone una religione, ma dà libero spazio alle religioni con una responsabilità verso la società civile, e quindi permette a queste religioni di essere fattori nella costruzione della vita sociale».
È indubbio che ci troviamo di fronte a un'esplicita accettazione della separazione fra Stato e Chiesa; ed è altrettanto vero che questo è il punto d'approdo di un lungo processo storico della Chiesa. La storia degli ultimi cinque secoli mette in evidenza che le posizioni della Chiesa cattolica, a partire dalle rivoluzioni delle religioni protestanti, ha subìto profonde modificazioni rispetto alle sue posizioni di predominio quale istituzione politico-religiosa nel periodo medievale.
Dopo la Rivoluzione francese la Chiesa cattolica, da componente organica dell'antico regime aristocratico-feudale diventa una parte progressivamente separata dall'ordinamento dello Stato moderno. E dopo una lunga marcia di avvicinamento, ora il cardinale Ratzinger accetta in termini inequivoci la situazione esistente in Italia (e in Europa), dove si è concluso, per così dire, il processo di laicizzazione della società europea con l'approvazione, in Italia e in Irlanda attraverso un referendum, del divorzio.
Ora la Chiesa cattolica si trova di fronte a una situazione in cui la sua posizione è quella di un'istituzione minoritaria anche in relazione alla società civile, e ciò significa, che essa deve affrontare problemi nuovi, sia nel campo della scienza (basti accennare al problema della bio-etica), sia nel campo politico, dove è stata superata la formula dell'unità politica (partitica) dei cattolici, sostituita dal Papa Giovanni Paolo II da quella dell'unità dei cattolici nella politica.
Tutto ciò per sottolineare il lungo, accidentato percorso seguito dalla Chiesa cattolica nel processo storico che l'ha condotta all'accettazione della modernità come il terreno del confronto in tutti i campi dell'attività degli uomini, mentre nell'ambito dell'islamismo questo processo non è stato ancora avviato.