Non conosco personalmente Cesare Moreno. Non ancora. L'ho incontrato la prima volta su una mailing list. Uno sfogo amaro, il suo, contro le così dette "zone a rischio", da poco introdotte dal nuovo contratto. Un'analisi puntuale, documentata e drammatica di come certe soluzioni possano aggravare anziché risolvere i problemi. Stavo occupandomi di quell'argomento, anche attraverso un'analisi comparata di quanto si andava facendo in altri paesi (EAZ e ZEP). Gli scrissi, ma non ebbi risposta.
Un po' di tempo dopo un giornale di Napoli mi telefonò per un breve articolo sulla dispersione. Avevano avuto, mi dissero, il mio nome da Cesare Moreno. Ne fui felice, perché volevo che la nostra Associazione potesse mantenere contatti con quella realtà, con professionalità così ricche e complesse, che, paradossalmente, incarnano molte di quelle caratteristiche del "docente nuovo", che andiamo faticosamente prefigurando: la centralità di chi apprende, l'amore per i ragazzi, la solida preparazione culturale, la creatività e la capacità di innovazione, la collegialità del lavoro, il rapporto con il proprio territorio e le istituzioni, e tanto altro ancora.
Un grazie quindi di cuore a Cesare per questa lettera-testimonianza, che abbiamo ricevuto prima che si impegnasse nella preparazione di quell'importante evento che che si è tenuto a Napoli il 22-23-24 Febbraio 2001 a Castel dellOvo: il Simposio Internazionale dal titolo "Il chiasso e la parola - Progetti per adolescenti in contesti metropolitani", promosso dal Comune di Napoli in collaborazione con il Progetto Chance(maestri di strada).
E grazie anche per tutto l'altro materiale che ci ha fornito su Chance e che pubblichiamo di seguito alla lettera. Si tratta di.
Alessandra Cenerini