Incontrati i politici sullo stato giuridico dei docenti

Dal sito della CGILScuola

Nella giornata di martedì 7 ottobre la Cgil scuola ha partecipato ad un incontro, convocato dal centro sinistra, sui due disegni di legge sullo stato giuridico degli insegnanti presentati da Forza Italia, Lega e Udc uno, e da Alleanza Nazionale l'altro.
Piera Capitelli, Alba Sasso, Giovanna Grignaffini, Chiara Acciarini, Titti De Simone, Giovanni Manzini, Antonio Rusconi, Albertina Soliani: questi i parlamentari presenti all'incontro con CGIL, CISL, UIL scuola e Snals come organizzazioni sindacali e CIDI, MCE, UCIIM, FNISM come associazioni professionali. AIMC e Legambiente non hanno partecipato all'incontro solo per l' impossibilità ad essere presenti.
Al centro la richiesta esplicita di raccogliere le opinioni maturate intorno ai due DDL (il n. 4091 e il n. 4095) che, pur nelle loro differenze, hanno una sostanziale omogeneità di intenti.
Tutti hanno giudicato, anche se da diversi punti di vista, preoccupante e devastante il contenuto dei due testi; di seguito sintetizziamo per punti le questioni sollevate:

  • Una preoccupazione per il metodo, "veloce" rispetto ai tempi di presentazione dei DDL, con cui procede il dibattito in VII Commissione che lascia trasparire una volontà della maggioranza di acquisire i contenuti lì proposti
  • Una determinazione nell'apparente superficialità di intervenire con la legge su materie che, per legge, sono riservate alla negoziazione tra le parti
  • Un evidente "ricatto" posto alla commissione di studio prevista dal contratto oltre al tentativo, ripetutamente praticato, di evitare il confronto con pensieri diversi da quello della maggioranza
  • Un tentativo, goffo, di anticipare alcuni punti della Legge 53 per evitare l'iter lì previsto ed aggirare il vincolo della necessaria copertura finanziaria
  • L'intenzione di una parte della maggioranza di imporre con il DDL sullo stato giuridico una propria idea della professionalità docente
  • La pericolosa intenzione di imporre confini alla libertà di insegnamento costituzionalmente garantita assoggettandola alla volontà politica
  • Il preoccupante silenzio sulla natura pubblica del reclutamento ed il rischio della introduzione della chiamata diretta da parte dei dirigenti scolastici
  • Una immagine della professionalità docente solitaria, chiusa dentro l'aula, che non si relaziona neppure con i pari, come testimonia l'assenza di ogni riferimento alle attività collegiali e perciò fortemente autoreferenziale
  • Un docente più solo, privo di diritti e di tutele, schiacciato tra il dirigente scolastico, a sua volta sottoposto a spoil system , e la famiglia che "governa" l'apprendimento

Proposte, in estrema sintesi, davvero irricevibili da parte di una categoria che ha bisogno di ritrovare il mandato sociale della propria professione, non certo un decreto.
Roma, 8 ottobre 2003