Anno scolastico 2010-2011

Visioni della scuola all'avvio del secondo decennio del nuovo secolo

Quali visioni della scuola portano con sè i docenti e i dirigenti in questo inizio d'anno scolastico, che inaugura il secondo decennio del nuovo secolo? Proviamo a farcene un'idea attraverso i titoli delle opere pubblicate da insegnanti e presidi scrittori nei primi dieci anni del 2000.

   

Bontempelli Massimo

L'agonia della scuola italiana

2000

Busson Lorenzo

Studenti serpenti

2001

Giusti Francesca

Povera scuola!

2001

Cammilleri Rino

L'ombra sinistra della scuola

2002

Perboni Porfirio

Elogio della perfetta indocenza

2003

Alonge Roberto

Asini calzati e vestiti

2005

Antoccia Luca

Vite precarie a scuola

2005

Imarisio Marco

Mal di scuola

2007

Desiderio Giancristino

La scuola è finita

2008

Longo Francesca

Come ti sequestro la prof

2008

Argentina Cosimo

Beata ignoranza

2008

Floris Giovanni

La fabbrica degli ignoranti

2008

Maculotti Giancarlo

Lettera dalla scuola tradita

2008

Erveas Fulvio

Follia docente

2009

Cremaschi Claudio

Malascuola

2009

Lo Presti Giovanna

La scuola agra

2009

Scialfa Nicolò

La scuola negata

2009

Valerio Chiara

Nessuna scuola mi consola

2009

D'orta Marcello

Aboliamo la scuola!

2010

D'Alessandro Daniela

A scuola sognando la Papuasia

2010

Messaggi ben auguranti per il primo giorno di scuola!

Alcune domande

Rispetto a queste visioni che affondano le proprie radici in una politica scolastica che ha portato l'Italia al penultimo posto fra i paesi OCSE per PIL destinato all'istruzione (Uno sguardo sull'Educazione 2010) è giusto porsi alcune domande.

•  In un Paese dove in mezzo secolo la prima professione intellettuale di massa della società industriale è stata relegata in coda al plotone del rispetto sociale , è "produttivo" che dall'interno della scuola si continui a diffondere una simile visione, tradotta spesso in atteggiamenti e forme di lotta che ne approfondiscono la proletarizzazione?

•  Che effetto hanno sugli alunni, sulle famiglie, sull'opinione pubblica questi messaggi e questi abiti mentali?

•  Aiutano a costruire alleanze o approfondiscono il distacco sociale nei confronti della scuola pubblica?

Una risposta

L'ADi ha sempre operato per costruire e diffondere un'altra visione della scuola.

Da quando, nel 1999, varò il primo codice deontologico della professione docente in Italia, l'associazione sostiene che:

"non si può ulteriormente consentire che la mancanza di un'identità professionale alta, della quale gli insegnanti sono stati colpevolmente spogliati in decenni di compressione economica e sociale del loro ruolo, continui ad essere usata contro di loro.

Il circolo vizioso che si è instaurato fra negazione dei diritti e offuscamento dei doveri deve essere interrotto".

Se si vuole tentare di spezzare questo circolo vizioso, docenti e dirigenti scolastici devono, nonostante tutto, assumersi loro stessi la responsabilità di promuovere una nuova professionalità e praticare un'altra scuola che si ispiri a una visione alta del loro mestiere e a un rispetto profondo dei diritti degli alunni, a cominciare dai più deboli e disastrati.

Che fare allora?

1°- Abbandonare forme di lotta obsolete e autolesionistiche

Ad ogni inizio d'anno, come ad ogni varo di legge finanziaria, assistiamo al riproporsi di forme di lotta obsolete e autolesionistiche, piccoli "contributi" a distanziare sempre più l'insegnamento dal rispetto delle famiglie e dalla considerazione sociale.

I fautori delle azioni alternative ripropongono ad ogni evenienza il loro classico, inossidabile repertorio:

•  blocco di tutte le attività non strettamente obbligatorie,

•  eliminazione delle gite scolastiche,

•  utilizzo del collegio come assemblea para-sindacale per votare risoluzioni che blocchino qualsiasi innovazione,

•  deliberazioni che impediscono la flessibilità oraria prevista dall'autonomia,

•  opposizione alle lezioni di 50' o 55' per evitare l'utilizzo del tempo residuo in differenziate attività con gli studenti,

•  assunzione della "formazione in servizio" come dovere per l'amministrazione ma diritto soggettivo per i docenti (si aggiorna chi vuole);

•  e . via elencando.

In questo modo gli insegnanti vengono di fatto presentati come classe sociale conservatrice, che a volte tenta alleanze improprie con gli studenti. E' il caso della lotta contro la diminuzione dell'orario curricolare, che ha visto uniti insegnanti e studenti, quando l'obiettivo prioritario di questi ultimi dovrebbe essere un orario più leggero e un numero di materie sostenibile.

2) Costruire una visione positiva

A questa visione ancorata allo status quo, e cioè a una scuola che non sa coinvolgere la grande maggioranza degli studenti, penalizza i più deboli e non valorizza i talenti, occorre opporre strategie dal segno positivo per attraversare la difficile fase di transizione.

Tre sintetiche proposte .

... Professionalizzare la docenza

Alcuni spunti per una visione professionale della docenza.

•  Non rivendicare da altri l'autorità della professione, con atteggiamenti di delega, di rinuncia o di sottomissione, ma costruirla nell'azione con comportamenti che la valorizzino e la tutelino dall'impoverimento e dal degrado

•  Pretendere la valutazione del proprio operato e di quello dei colleghi

•  Rivendicare in ogni sede un reclutamento rigoroso e di merito con l'immediata indizione di concorsi decentralizzati e l'eliminazione di tutte le graduatorie di anzianità

•  Sviluppare l'impegno per la costruzione di comunità professionali, fucina e luogo di scambio di materiali e pratiche didattiche

•  Curare e pretendere che nella propria scuola e/o reti di scuole si realizzi la formazione in servizio, non solo come diritto ma come dovere di tutti

•  Divenire portavoce in tutte le sedi della creazione di una leadership intermedia della docenza, con carriera differenziata a sostegno delle scuole autonome

... personalizzare l'educazione

Tutto ciò che non è vietato è permesso e "le istituzioni scolastiche possono adottare tutte le forme di flessibilità che ritengono opportune" (Art.4, c. 3, DPR 275/99).

Le scuole e i collegi docenti hanno margini di azione per personalizzare gli apprendimenti e rendere la loro scuola migliore e più equa, capace cioè di prendersi cura dei più deboli e di valorizzare i talenti.

L'ADi ha fatto due seminari sulla personalizzazione (Perché mi bocci? e Personalizzare si può) e ha avanzato 14 proposte fattibili per cambiare i tempi e i modi di imparare.

Si può cominciare, nonostante le difficoltà che la scuola ha di fronte.

... curare il clima e gli ambienti scolastici

Molte ricerche scientifiche sulla violenza scolastica hanno dimostrato l'importanza del clima della scuola, e hanno evidenziato come questo non sia imputabile unicamente a fattori esogeni. La scuola ha su di sè parte di queste responsabilità.

Deve allora essere impegno prioritario la costruzione di relazioni positive tra il personale della scuola e tra questi e gli allievi. Bisogna "dare voce agli studenti", rispettarli, coinvolgerli nella gestione del loro apprendimento, responsabilizzarli e renderli autonomi.

Ma non bastano le buone relazioni, l'aspetto fisico della scuola è altrettanto importante.

Per molti alunni la casa è un inferno, è scomoda, piccola, puzzolente, rumorosa, un luogo di violenza. La scuola dev'essere meglio della casa, un rifugio e non un penitenziario.

Per questo è primaria responsabilità professionale dei dirigenti, degli insegnanti e del personale ATA, far sì che gli ambienti scolastici siano puliti, accoglienti e silenziosi.

Si può fare!

 

Guardando al futuro

E' questo, a noi pare, un modo serio di affrontare l'anno scolastico che si apre.

La visione di docenti e dirigenti che vogliono offrire alle tante famiglie italiane, e soprattutto a quelle in difficoltà, una scuola migliore, più equa e meno disuguale per i propri figli.

E' solo evidente che ciò non significa chiudersi nel proprio quotidiano recinto, ciechi rispetto all'esterno, miopi di fronte agli scenari futuri.

L'ADi ha sempre fatto e continuerà a fare battaglie politiche generali nei confronti dei governi nazionali e locali e delle parti politiche per una scuola più giusta e di qualità, per la valorizzazione della professione docente e dirigente e su questi temi ha prodotto e continua a produrre analisi ed elaborazioni approfondite.

Le due cose non sono contraddittorie, devono marciare di pari passo.


A TUTTI I COLLEGHI

L'AUGURIO DELL'ADI PER L'A.S. 2010-2011

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