I risultati in italiano
La scuola fallisce nella sua funzione primaria: insegnare a leggere a TUTTI
In primo luogo, si nota l'alta percentuale di allievi che nel test di lettura e comprensione di testi scritti si colloca ai livelli bassi o molto bassi, sia in seconda sia in quinta primaria.
L'INVALSi non specifica quale sia il livello da considerare come minimo accettabile, ma per convenzione possiamo stabilire, per quanto in modo arbitrario, che gli allievi con un punteggio molto basso o basso non hanno imparato gran che e sono in difficoltà dal punto di vista delle competenze in lettura. Quest'aspetto è preoccupante perché significa che la scuola non riesce in una delle sue funzioni fondamentali: quella di insegnare a leggere a TUTTI.
L'INVALSi non fornisce per ora la disaggregazione per categorie socio-professionali, ma si può supporre che la maggioranza degli allievi in difficoltà provengano dai ceti marginali e diseredati, non certamente dai ceti sociali benestanti. Ci troveremmo dunque di fronte a un fenomeno massiccio di segregazione sociale rispetto all'apprendimento. Questa è un'ipotesi perché non possediamo i dati che la confermino. Li aspettiamo.
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Alunni di 2^ primaria collocati ai livelli molto basso e basso in italiano
Nella figura sottoriportata si ha il quadro della situazione per macroaree relativo alla percentuale di alunni che si situano ai livelli L1 e L2 (molto basso e basso), costruito addizionando i risultati dell'INVALSI. Da questi dati risulta che:
- in seconda primaria circa un allievo su cinque nel Nord Italia è in difficoltà (livello molto basso e basso) nella comprensione di testi scritti semplici (non siamo ancora nella fase della lettura). Nel Sud quasi uno su tre;
- In Italia circa un allievo su quattro si colloca in tali fasce di difficoltà. Questo significa che un buon quarto di alunni dopo due anni di scuola primaria e alcuni anni di scuola dell'infanzia (considerato che la maggioranza degli alunni la frequenta) si trova in difficoltà a leggere e comprendere semplici testi scritti (nota).
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Alunni di 5^ primaria collocati ai livelli molto basso e basso in italiano: la situazione peggiora
La situazione non muta nella quinta primaria. Anzi peggiora.
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Questo significa che le scuole primarie in Italia non riescono a creare condizioni di apprendimento della lettura. Chi annaspa in partenza continua a essere in difficoltà dopo cinque anni di scuola. Per capire cosa succede realmente nelle scuole, cosa si fa e non si fa, perché queste proporzioni non cambiano, cosa manca, occorrono valutazioni più dettagliate e analisi longitudinali, che seguano gli stessi allievi dagli inizi della scolarità fino alla fine della scuola primaria.
Gravi lacune ed eccellenze al Sud
In questa analisi va nuovamente sottolineato un dato poco esplorato e preoccupante: la grande varianza di risultati al Sud, dove si registrano proporzioni elevate di alunni con difficoltà di apprendimento in italiano accanto ad alcuni picchi di eccellenza
Se riguardiamo il grafico n. 1, nel quale sono aggregati i risultati in italiano in seconda e quinta primaria per macro aree, si vede molto bene che la proporzione di allievi che consegue un punteggio nel test di italiano pari al livello 3 (L3), che è un livello medio-basso, ossia appena passabile, aumenta in quinta in tutte le macro-aree e nell'insieme dell'Italia, ma diminuisce nel Sud.
Nel grafico appare poi un fenomeno opposto: ossia l'incremento solo nel Sud della proporzione di buoni lettori in quinta primaria, pari al livello 6, mentre nelle altre macro-aree questo gruppo diminuisce. Occorre qui ripetere che in seconda primaria non si può ancora parlare di lettori e quindi il confronto è inappropriato a meno che gli item dei test siano stati concepiti per evidenziare i meccanismi di base della lettura. Potrebbe essere il caso ma qui non si è fatta questa verifica.
In ogni modo è interessante constatare la comparsa nel Sud in quinta primaria di un gruppo di eccellenti lettori (11,4%) al livello L6, mentre nel Nord questa proporzione è del 9,5% e nel centro del 9,6%.
Gli elementi a nostra disposizione non ci consentono di spiegare questo fenomeno che va analizzato attentamente perché rivela la presenza nel Sud di frange importanti agli estremi della scala, da un lato in basso con allievi con pessimi risultati, e dall'altro in alto con allievi con eccellenti punteggi una varianza che denota comunque mancanza di equità nella scuola primaria del Sud, come è già stato rilevato.