Un'ondata di trasformazioni e riforme senza precedenti


Le trasformazioni economiche di natura strutturale (post-fordismo, globalizzazione, “nuova economia del sapere”), le trasformazioni sociali (esclusione, ineguaglianza, inquietudine delle classi medie di fronte al futuro professionale e sociale dei figli insieme ai processi di democratizzazione quantitativa della scuola secondaria e dell'università) e le trasformazioni culturali (un aumentato riconoscimento dell'identità individuale e la modificazione del rapporto dei giovani con le regole e con l'autorità in famiglia e a scuola) hanno favorito la crescita di domande, almeno di primo acchito, contraddittorie: da un lato si riconosce la necessità di lottare contro l'esclusione sociale e dall'altra si reclama l'innalzamento della qualità degli apprendimenti; da una parte si demonizza l'ineguaglianza dei percorsi e dall'altra si chiede la diversificazione dell'offerta formativa e la personalizzazione dei piani di studio; da un lato si rivendicano dallo Stato crescenti aumenti negli investimenti per l'istruzione, dall'altro si rivolgono dure critiche al livello della spesa pubblica e si tende a contrastarlo attraverso nuovi modelli di gestione e di governance (reti, decentramento, federalismo, ecc.).

Le tre direttrici delle riforme scolastiche

In tutto l'Occidente le trasformazioni che investono le modalità di regolazione dei sistemi di istruzione si muovono lungo tre direttrici:

Go to fullsize image

1)

il sistema: il sistema “ministeriale” ottocentesco viene radicalmente modificato, attraverso un regime di governance e di regolazione post-burocratico, con diverse combinazioni di Stato valutatore e di competizione tra scuole, che sono spinte a crescere in un ambiente di quasi-mercato;

2)

l'istituzione scolastica: la scuola ottiene una più o meno ampia autonomia, che si ritiene possa accrescere la mobilitazione delle risorse professionali sotto la guida di un dirigente e favorire il lavoro di gruppo dei docenti per la realizzazione di un “progetto” (in Italia il POF);

3)

gli insegnanti: la “professionalizzazione” e la conversione graduale degli insegnanti secondo un modello di pedagogo e/o di “professionista riflessivo”; si generalizza la formazione universitaria, centrata sul tirocinio o il praticantato

Il discorso modernizzatore sotteso a numerose politiche educative indica che la scuola dovrebbe affrontare le sfide alle quali è esposta, diventando più efficiente, più equa e più efficace.
Le caratteristiche di tale modernizzazione potrebbero essere riassunte nel modo seguente:

pagina successiva

Torna ad inizio pagina