E' difficile per la scuola essere equa in una società che non lo è
Intervista a Marie Duru-Bellat a cura di François Jarraud
(traduzione da Le Café pedagogique Édition du 26-04-2006)
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E' tipico dei libri di sociologia andare contro le nostre convinzioni se non addirittura le nostre certezze. Il che è tutt'altro che piacevole.
L'ultima opera di Marie Duru-Bellat, “L'inflazione scolastica” ("L'inflation scolaire"), pone numerosi interrogativi alla scuola. In primo luogo quello della sua stessa finalità, mettendo sotto accusa il “merito” scolastico e il dogma della promozione sociale attraverso il diploma e la laurea.
Denunciando “l'inflazione scolastica”, Marie Duru Bellat invita a mobilitare altri attori sociali per fare avanzare la giustizia sociale e insieme rivedere il ruolo della scuola.
FJ- Per lei la meritocrazia scolastica è un'illusione.
E' soltanto perché il sistema educativo non assicura l'uguaglianza sociale o è anche per altre ragioni?
MDB - Io non dico che la meritocrazia scolastica sia al 100% un'illusione. Dico che non è perfetta come si vorrebbe far credere a scuola. E' un'altra cosa. E' una missione impossibile per la scuola compensare disuguaglianze che hanno origine fuori della scuola. Dal momento che i bambini fanno il loro ingresso nella scuola in condizioni diseguali, la scuola non riesce a compensarle, come hanno dimostrato studi dell'IREDU. In altri termini, la meritocrazia è sempre imperfetta, e bisognerebbe senza dubbio ridimensionarla. Insisto su questo punto, perché le politiche, attualmente polarizzate solo sull'uguaglianza delle opportunità, fanno troppo affidamento su questa impostazione. La competizione fra gli allievi può essere giusta? La scuola ha abbastanza potere per rendere la competizione giusta ?
FJ- L'opera introduce un altro concetto, quello di inflazione scolastica. Come definirla?
MDB - Il concetto è antico. L'hanno introdotto Jean-Claude Passeron nel 1982 e Bourdieu fin dal 1975. Ma è nuovo nel dibattito pubblico. L'inflazione scolastica è la valanga di diplomi e di lauree. Se si considera per esempio, la percentuale di una classe d'età in possesso della maturità, si vede che era del 5% negli anni Cinquanta, del 30% negli anni Ottanta, del 67% attualmente. Si è passati dal 15% di laureati di una classe d'età al 40% in 20 anni. Di tutto questo si va fieri. Guardate le informazioni del ministero, è un dramma quando la percentuale dei diplomati e laureati ristagna …