Matematica

Una prima osservazione riguarda il profilo generale e i quadri orari.

Il profilo generale è uguale per tutti i licei con lievissime differenze per alcuni indirizzi, ma la presenza della matematica, in termini orari, è fortemente differenziata, soprattutto nel triennio.

Nella maggior parte degli indirizzi liceali (classico, linguistico, coreutico-musicale, artistico, scienze umane) nel triennio sono previste solo due ore settimanali rispetto alle 4 ore settimanali dell'indirizzo scientifico. Appare quindi molto difficile per i docenti garantire lo stesso profilo in uscita con metà del tempo a disposizione e con studenti presumibilmente meno vocati verso questa disciplina.

Nel profilo si afferma, correttamente, che “l'indicazione principale è: pochi concetti e metodi fondamentali acquisiti in profondità”. Questo principio se perseguito con coerenza sarebbe la vera risposta alla istanza di essenzializzazione. Ma allora l'elencazione dei contenuti dovrebbe limitarsi davvero all'essenziale. E' auspicabile in tal senso un ulteriore sforzo per rendere il “programma” adeguato ai tempi e alle possibilità reali di apprendimento degli studenti. E' noto che in matematica siamo di fronte ad una vera e propria emergenza formativa. L'insuccesso in matematica è quasi la normalità nella nostra scuola e certamente i nostri giovani non sono meno dotati dei loro coetanei europei. Il problema è chiaramente di natura metodologica e didattica.
Occorre superare una didattica nozionistica e troppo sbilanciata sul tecnicismo. Inoltre occorre superare una visione astratta della matematica, quasi come qualcosa di estraneo alla vita quotidiana. Val la pena ricordare che la competenza matematica, per l'Unione Europea, è “ l'abilità di sviluppare e applicare il pensiero matematico per risolvere una serie di problemi in situazioni quotidiane”.
Nelle indicazioni nazionali questo aspetto di collegamento con la realtà è alquanto trascurato. I ragazzi si appassionano a ciò che capiscono e a cui riescono a dare senso (anche in termini di utilità e concretezza), possono essere appassionati al ragionamento e alla costruzione dei concetti matematici ma ciò esige un tempo più adeguato e un paziente e costante lavoro di riflessione, in grado di valorizzare l'esperienza e il rapporto con la realtà.

Un altro elemento che sembra opportuno segnalare è il rapporto con il primo ciclo.
In modo particolare in una disciplina come la matematica presente nei curricoli in tutto il percorso scolastico andrebbe valorizzato di più la dimensione del curricolo verticale. Il primo ciclo ha dei risultati da garantire al termine del percorso (e da certificare). Perché ripartire da zero? Nel testo si ritrovano espressioni tipo “sarà sviluppata la padronanza nel calcolo con i numeri interi”, “saranno studiate le proprietà delle operazioni”, “sarà dedicato uno spazio adeguato al teorema di Pitagora”, “lo studente dovrà saper riconoscere le proprietà invarianti delle trasformazioni geometriche”, “sarà introdotto il metodo delle coordinate”.
Si tratta di argomenti ampiamente sviluppati nel primo ciclo.

Infine un cenno all'informatica. Dai tempi della Moratti e delle famose tre “i” le cose sono molto cambiate! Nei quadri orari dei licei si parla di “matematica con informatica nel primo biennio”. Il rischio è che, a secondo delle competenze e degli interessi del singolo docente, l'informatica trovi uno spazio più o meno adeguato. Sicuramente avremo una situazione a macchia di leopardo. Questa previsione nasce dalla concreta esperienza del PNI. Anche in quel percorso l'informatica era abbinata alla matematica. Val la pena ricordare che si sono registrate numerose criticità e comportamenti molto difformi, anche nella stessa scuola, sia in relazione allo spazio temporale da assegnare all'informatica sia rispetto al ruolo e agli obiettivi formativi.

Le indicazioni nazionali, per evitare equivoci, dovrebbero, una volta tanto, esplicitare meglio finalità e contenuti. Quale ruolo per l'informatica? Nel PECUP dei licei si trovano affermazioni del tipo “essere in grado di utilizzare criticamente strumenti informatici e telematici nelle attività di studio e di approfondimento” e ancora “saper utilizzare le tecnologie dell'informazione e della comunicazione per studiare, fare ricerca, comunicare”.
Non è però chiaro a chi compete sviluppare queste competenze. Va chiarito dunque per l'informatica se si tratta di un ruolo interno alla disciplina, a supporto dell'approfondimento di alcuni concetti matematici; se si tratta di assicurare l'alfabetizzazione informatica a supporto dello studio (cioè l'ECDL) o se si tratta della competenza digitale definita dall'Unione Europea come “saper utilizzare con dimestichezza e spirito critico le tecnologie della società dell'informazione (TSI) per il lavoro, il tempo libero e la comunicazione”.

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