SCUOLA DELL'INFANZIA E DEL PRIMO CICLO

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Scuola dell'infanzia

Diversi ritocchi hanno liberato il testo da una tensione - rilevata nel testo del 2007 - verso una dimensione, sia pure alla lontana, di successivo apprendimento disciplinare, inscritta embrionalmente in quella simbolica in cui già si muove il bimbo della scuola dell'infanzia.

Già migliorato nella bozza di revisione del maggio 2012, questo lieve, ma improprio sbilanciamento preparatorio è stato del tutto superato nel testo definitivo.

Utile il quadro finale di competenze attese, che favorisce una visione sintetica del senso pedagogico della scuola dell'infanzia. A questo riguardo si può forse osservare che nella visione delle Indicazioni il bambino della scuola dell'infanzia è orientato essenzialmente a obiettivi di progressiva capacità di espressione e riflessione su quanto costituisce la sua esperienza di sé, del proprio fare, del contesto, ecc..

Sui vari aspetti e ambiti del fare stesso non è posto alcun obiettivo. Avrebbe forse avuto senso spendere qualche parola anche su questi aspetti più diretti, accanto a quelli di mediazione linguistica e riflessiva.

La felice sintesi pedagogica incentrata sulle tre parole chiave identità-autonomia-competenza, ripresa dagli Orientamenti per la scuola materna del '91, è seguita da un quarto riferimento costituito dalla cittadinanza, che si riferisce alla dimensione etica e sociale.

È bene veder in primo luogo il profondo legame circolare logico-psicologico fra i primi tre: l'identità porta all'autonomia e questa rafforza l'identità, e allo stesso modo l'acquisizione di competenze alimenta entrambe ed è da esse promossa. Un simile modello pedagogico-psicologico meriterebbe di essere preso espressamente a riferimento per tutto il percorso scolastico.

Il quarto punto è di altra natura e sarebbe stato opportuno distanziarlo dai precedenti.

La scuola del primo ciclo

Alfabetizzazione culturale. Indicazioni metodologiche

Il primo ciclo promuove l'”alfabetizzazione di base”, quale dimensione “culturale e sociale” che include quella “strumentale, da sempre sintetizzata nel ‘leggere, scrivere e far di conto'” - propria della scuola primaria - e “l'accesso alle discipline come punti di vista sulla realtà e come modalità di conoscenza, interpretazione e rappresentazione del mondo” - che caratterizza la secondaria di 1°grado.

Naturalmente si tratta nell'insieme di un percorso unitario “lungo percorsi di conoscenza progressivamente orientati alle discipline e alle connessioni tra i diversi saperi”.

Vengono poi indicati - in L'ambiente di apprendimento - alcuni principi metodologici “nel rispetto dell'autonomia delle scuole e della libertà di insegnamento”:

•  valorizzare l'esperienza e le conoscenze degli alunni;

•  attuare interventi adeguati nei confronti delle diversità;

•  favorire l'esplorazione e la scoperta;

•  incoraggiare l'apprendimento collaborativo

•  promuovere la consapevolezza del modo di apprendere

•  realizzare attività didattiche in forma di laboratorio.

Le discipline

Diverse osservazioni meriterebbero le introduzioni alle diverse discipline e i traguardi e i relativi obiettivi. 

Le modifiche rispetto all'edizione del 2007 sono state numerose.

Va dato atto che lo sforzo di miglioramento è stato visibile, anche dopo la bozza del 30 maggio e ancora, in qualche punto, dopo quella del 23 luglio.

Si può solo osservare che la concreta stesura delle presentazioni delle discipline non è stata impostata secondo criteri strettamente unitari.

Ad esempio la suddivisione della presentazione della disciplina in sottopunti in relazione ai diversi sottogruppi di obiettivi, corrispondenti a diversi ambiti di competenza della disciplina stessa, figura solo in Italiano, che costituisce un esempio di qualità e correttezza metodologica di sicura eccellenza.

Anche in Storia, la cui presentazione, di grande impegno, risulta particolarmente preziosa per i docenti, figura un'accurata suddivisione del testo, che corrisponde alla distinzione in diversi ambiti scientifici e di apprendimento della storia, anche se queste suddivisioni non corrispondono ai raggruppamenti di obiettivi.

Le altre discipline non presentano un'articolazione delle rispettive introduzioni nei diversi aspetti (mentre presentano, quasi senza eccezioni, una suddivisione dei vari gruppi di obiettivi).

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