Una domanda radicale:
“Perché è fallita la scuola di massa ?”
Non servono nuove retoriche: i valori sono già scritti nella Costituzione
I due documenti presentati - “Cultura, Scuola, Persona”, “Il curricolo nella scuola dell'autonomia” - non costituiscono una cornice credibile. La scuola non ha bisogno di lezioni accademiche, peraltro piuttosto datate e spesso contraddittorie al loro interno. E non c'è nemmeno bisogno di perdersi alla ricerca di nuovi valori. Da questo punto di vista basterebbe riproporre l'esemplare sobria forte formulazione del Decreto legislativo 297/94, artt. 118 e 161: la scuola… “concorre alla formazione dell'uomo e del cittadino secondo i principi sanciti dalla Costituzione”. Questo è il fondamento valoriale. Positivo e aperto al tempo stesso.
Il fallimento dell'istruzione di massa
L'ADi ritiene che qualsiasi Indicazione dovrebbe partire da una domanda radicale:
“Perché è fallita l'istruzione di massa?”
Quando in Italia il 40% degli alunni della secondaria di 1° grado viene licenziato con “sufficiente”, che significa, per chi sa leggere al di là delle parole, “con gravi lacune”, quando nelle indagini internazionali i quindicenni italiani risultano al di sotto delle medie internazionali, quando i livelli di abbandono e i ritardi si mantengono elevatissimi, è giunto il momento di chiedersi, con una buona dose di umiltà, senza salire in cattedra, dove affondi le radici una tale situazione.
Pur nella consapevolezza dell'ambito limitato di intervento della scuola, rispetto ai complessi condizionamenti esterni, questa domanda non può più essere elusa.
“Improbabilità” del modello tradizionale
Allora la prima cosa di cui prendere atto è l'alto grado di improbabilità del modello ereditato dal passato, e tuttora dominante, che si basa sulla conformità dell'apprendimento rispetto all'insegnamento, e sulla considerazione che il “non apprendimento” costituisca una devianza, un'eccezione rispetto al modello. Perchè tale eccezione risulti sorprendentemente così frequente rimane non spiegato.
Ciò che si dovrebbe fare è prendere definitivamente atto dell'alto grado di improbabilità dell'automatica corrispondenza fra insegnamento e apprendimento e assumere come norma la valorizzazione delle diversità.