L'INTEGRAZIONE SCOLASTICA DEGLI ALUNNI IMMIGRATI IN EUROPA
SPAGNA (Fonte Eurydice, Febbraio 2008)
Negli ultimi anni la Spagna ha registrato un forte aumento della presenza di alunni immigrati. Nell'anno 2005/06, il numero degli alunni immigrati era 554.871, pari al 6,1% del numero totale degli alunni (nel 2004/2005, era tuttavia l'8,5% del totale). Gli alunni stranieri hanno in generale gli stessi diritti e doveri degli studenti spagnoli. La Ley Orgánica de Educación, LOE (Legge organica sull'istruzione) stabilisce che le autorità pubbliche devono provvedere agli alunni che vengono da paesi stranieri o che per altre ragioni sono entrati a far parte del sistema di istruzione spagnolo tardivamente. Questa inclusione deve essere garantita nel periodo di età di obbligo scolastico.
Allo stesso modo, le autorità educative devono garantire che per la scolarizzazione degli studenti che entrano tardivamente nel sistema di istruzione, vengano tenuti in considerazione tutti quei fattori (circostanze, conoscenze, età, risultati scolastici pregressi) che permettano l'inserimento, pur con il supporto necessario, nell'anno più congeniale per il proseguimento con successo del percorso scolastico.
Inoltre, devono essere adottate le misure necessarie affinché le famiglie degli studenti che entrano nel mondo della scuola più tardi dispongano di una guida sui diritti, doveri e opportunità che l'introduzione nel sistema di istruzione spagnolo comporta. Le azioni sviluppate dalle diverse autorità educative dirette all'attenzione degli alunni immigrati sono inquadrate in programmi educativi di compensazione destinati a chi ha situazioni di svantaggio sociale o difficoltà scolastica. Le misure variano a seconda dell'autorità educativa in base alle realtà specifiche di ogni territorio.
Prendendo a riferimento l'obiettivo della piena scolarità, sono presi in considerazione anche i seguenti parametri:
- 1. competenze linguistiche;
- 2. superamento dell'insuccesso scolastico;
- 3. una convivenza solidale e armonica.
A seconda della singola Comunità Autonoma, i bambini immigrati possono essere educati in classi di un anno o due inferiori alla loro età al fine di compensare il divario curricolare che possono avere. La mancanza di conoscenza della lingua regionale è considerata come uno degli ostacoli maggiori per l'integrazione e per il successo scolastico.
Una misura di sostegno ulteriore, nella classe o fuori, è prevista per lo studio della lingua spagnola e per rafforzare le materie strumentali (matematica e lingua). Questo sostegno è sia umano che materiale. A volte è fornito attraverso insegnanti di sostegno che sono già a scuola e che hanno compiti ampliati di assistenza ai bambini immigrati; altre volte il sostegno viene dato da insegnanti specificamente formati.
All'interno della classe il curricolo viene adattato, spesso incentrandolo sulle questioni relative agli aspetti igienici, all' autostima e alle relazioni con i compagni di classe. Ci sono anche classi 'ponte' per immigrati che non sanno la lingua e nelle quali la possono imparare per poi essere in grado di seguire meglio quello che avviene nella classe ordinaria. Allo stesso modo, ci sono classi esterne che i bambini immigrati frequentano per un certo numero di ore a settimana, fuori e all'interno dell'orario scolastico. Molti istituti hanno incluso nei loro progetti educativi la finalità dello sviluppo di un'istruzione interculturale nella popolazione scolastica. Molti istituti pedagogici cooperano con le scuole fornendo consulenza o risorse umane o materiali, organizzando attività extra-scolastiche, preparando materiali specifici, formando gli insegnanti ecc.
Fra le attività sviluppate nelle istituzioni scolastiche si segnalano: la celebrazione di giornate speciali nelle differenti culture; l'organizzazione di settimane culturali e mostre sulle differenti culture.
Alcuni istituti hanno creato le figure dei giovani mentori, responsabili di presentare la scuola ai nuovi alunni per contribuire all'integrazione degli immigrati nel sistema educativo. Altri invitano persone prestigiose o che hanno raggiunto successi accademici e appartengono alle minoranze etniche, a partecipare ad attività interculturali. Altri sottolineano l'importanza di lavorare con gli alunni spagnoli e le loro famiglie per evitare alcuni atteggiamenti di rifiuto che possono essersi verificati nei confronti della popolazione immigrata.
Le autorità educative devono fare in modo che le famiglie vengano messe al corrente di diritti, doveri e possibilità offerte dal sistema educativo. A tal fine devono essere stabiliti dei canali di comunicazione con le famiglie, in genere attraverso incontri o colloqui iniziali nei quali vengono raccolte tutte le possibili informazioni sulla situazione culturale e socio-economica della famiglia e questa viene a sua volta informata sul sistema educativo spagnolo. Durante l'anno scolastico vengono poi organizzati altri incontri nei quali le famiglie possono parlare delle eventuali difficoltà incontrate ed essere informate su altri possibili aiuti.
Per porre attenzione ai bambini immigrati, è essenziale una formazione specifica degli insegnanti che fornisca loro le abilità necessarie per dare una risposta educativa efficace a questi gruppi di alunni. Per questo, le autorità educative hanno innalzato l'offerta delle attività formative relative all'educazione interculturale nella formazione degli insegnanti, sia iniziale che in servizio.
Nell'anno scolastico 2006/07 il Ministero dell'educazione spagnolo (cfr. MEC) ha continuato lo sviluppo del Programma di lingua e cultura portoghese negli istituti che accolgono alunni con questa provenienza. Il Programma è svolto in collaborazione con l'Ambasciata portoghese, sulla base dell'Accordo culturale fra Spagna e Portogallo, firmato a Madrid nel 1970 e che ne costituisce il quadro di riferimento fin dall'anno scolastico 1988/89, quando il Programma ha avuto avvio in 86 scuole in diverse Comunità Autonome. Il Programma, a livello preprimario e primario, è portato avanti da insegnanti portoghesi, appartenenti alla Rete per l'insegnamento del portoghese all'estero. Nelle scuole aderenti al Programma, la lingua portoghese è parte delle attività educative in classi integrative (nelle quali gli insegnanti insegnano a tutta la classe) o in classi simultanee (nelle quali gli insegnanti insegnano solamente agli alunni che hanno scelto di partecipare al Programma). A livello secondario, la lingua portoghese è materia opzionale ed è insegnata da insegnanti spagnoli.
Nel 1980, è stato siglato un Accordo di cooperazione culturale fra il Regno di Spagna e il Regno del Marocco stabilendo le basi del Programma di insegnamento della lingua araba e della cultura marocchina, destinato a bambini marocchini inseriti nel sistema di istruzione spagnolo. Il monitoraggio su questo programma è svolto dal CIDE (Centro di ricerca e documentazione educativa). Il programma prevede anche l'inserimento di insegnanti marocchini nelle scuole spagnole.
Infine, nel 2006 il MEC ha istituito il CREADE (Centro de Recursos para la Atención a la Diversidad Cultural en Educación), un centro specializzato nello studio della diversità culturale nell'istruzione. Offre tutti i tipi di documentazione e risorse relativi all'intercultura e all'educazione. Ha sede presso il CIDE in quanto anche centro di formazione per professionisti che lavorano in campo educativo, nella ricerca e nell'assistenza sociale. È anche un centro che offre, attraverso il suo sito internet, banche dati specializzate in diversi tipi di risorse, dalle bibliografiche alle tecnologiche.
Gli obiettivi di questo centro sono:
- fornire risorse nel campo dell'intercultura, rispondendo alla domanda dei soggetti che operano nel settore educativo;
- raccogliere, elaborare e generare tutti i tipi di informazione relativi all'educazione interculturale, sviluppare nuovi materiali e strumenti nelle aree e materie in cui sono stati individuati specifici bisogni;
- incoraggiare l'innovazione e la ricerca nel campo dell'attenzione alla diversità culturale nell'educazione;
fornire alle scuole e ai professionisti del settore consulenza e formazione per sviluppare le loro abilità interculturali.