La crisi disvela il suo vero volto |
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Nel 1983, ci dissero che a causa del fallimento delle nostre scuole eravamo una “Nazione a Rischio”, e la retorica della “crisi” entrò prepotentemente nelle nostre conversazioni. Non è un caso che proprio negli anni Ottanta i demografi annunciarono ai discendenti borghesi dei bianchi del Nord Europa che il loro tasso di natalità era inferiore al tasso di mortalità - la crescita della popolazione in America e il comandamento biblico di moltiplicarsi venivano assunti dagli immigrati e dalle minoranze etniche povere. E' a questo punto che sono comparsi sulla scena quei fenomeni che qualcuno ora etichetta come “crisi” dell'educazione.
Ed è così che in America la borghesia bianca senescente, benestante, piena di proprietà, non vuole più farsi carico dell' istruzione pubblica.
L'istruzione si paga |
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Le politiche degli ultimi 25 anni sono tutte dello stesso tipo: privatizzare l'istruzione, fare in modo che chi manda i propri figli a scuola paghi. Ci siamo inventati i buoni scuola, le scuole in appalto (charter schools), le esenzioni fiscali per l'istruzione.
Con la riforma del 2001, No Child Left Behind, le famiglie degli allievi che non vanno bene a scuola ricevono soldi per pagare corsi di recupero presso agenzie private, i cui azionisti appartengono alla borghesia bianca. E laddove noi- classe dominante- non riusciamo a tagliare le spese dell'istruzione, pretendiamo di separare i nostri figli dalle minacce che si pensa provengano dai figli delle classi povere. Le “scuole in appalto” (charter schools) dei bianchi vengono esaltate per i loro “alti standard”. Ma non fatevi trarre in inganno, ci sono due tipi di “scuole in appalto” nel nostro Paese- uno per i ricchi e uno per i poveri. L'esenzione dalle tasse per l'istruzione dei figli è usata per tenere bassi i costi dell'insegnamento scolastico privato, fino al glorioso giorno in cui i buoni scuola copriranno l'intero costo.