Dai decreti delegati alla contrattazione:
la marcia contrattuale verso la formazione-aggiornamento come puro diritto

Sul piano giuridico, ciò che parrebbe del tutto scontato viene invece progressivamente enunciato secondo contesti e formule che lo rendono oscuro e perciò incerto.

Di aggiornamento parlano le norme legislative (di legislazione delegata). L'art. 7 dpr n. 419/1974 configura l'aggiornamento come diritto-dovere fondamentale. Il testo unico delle disposizioni legislative in materia di istruzione (d. lgs. n. 297/1994) riafferma il principio ("L'aggiornamento è un diritto-dovere fondamentale del personale ispettivo, direttivo, docente ", art. 282, c. 1) e lo connota come carattere intrinseco della funzione docente ("In particolare essi [i docenti]: a) curano il proprio aggiornamento culturale e professionale, anche nel quadro delle iniziative promosse dai competenti organi ", art. 395, c. 2).

Tutto semplice, per il momento. Rimane però da determinare la quantità di tale diritto-dovere. Qui cominciano i problemi.

A seguito della legge-quadro sul pubblico impiego (legge n. 93/1983), a ciò provvedono (in vario modo) le norme dei decreti presidenziali di recepimento degli accordi sindacali (dpr n. 209/1987 e dpr n. 399/1988).

Con la privatizzazione del rapporto di lavoro (legge delega n. 421/1992 e d. lgs. n. 29/1993, oggi d. lgs. n. 165/2001) non vi sono più i decreti presidenziali di recepimento; gli accordi sindacali operano direttamente. Senonché i CCNL si occupano non solo di profili inerenti la quantificazione e le modalità di adempimento del diritto-dovere di formazione-aggiornamento, ma dell'intero fenomeno e del rapporto fra aggiornamento e funzione docente, con ciò - come vedremo - ingerendosi in un'area che ad essi non spetta. Si parte con la formazione-aggiornamento come diritto e obbligo (CCNL 1994-1997); poi (CCNL 1998-2001, 2002-2005, 2006-2009) vi è l'affermazione dell'aggiornamento come diritto e nulla più si dice sulla formazione-aggiornamento come dovere; finalmente, con il contratto integrativo sopra citato, si stabilisce che la formazione-aggiornamento è un diritto per il personale e un obbligo per l'Amministrazione (nella parte iniziale, sotto l'intitolazione "Le parti concordano che" si trova, fra altro: "l'attività di formazione costituisce un diritto per il personale ... ed un dovere per l'Amministrazione, in quanto funzionale alla piena realizzazione e allo sviluppo di tutte le professionalità ").

La domanda diviene dunque ineludibile: la formazione-aggiornamento è un diritto-dovere (secondo il d. lgs. n. 297/1994) o un puro diritto? Il quesito non è accademico: diritto-dovere significa che l'attività deve essere prestata (dal docente) e che altri (la scuola, il datore di lavoro) può pretendere che sia prestata; puro diritto significa (di solito) che il suo titolare è libero di prestare o di non prestare.


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