I tempi del federalismo fiscale
in materia di istruzione e di formazione professionale

La legge delega, oltre a contenere disposizioni di carattere "generale", cioè riferite all'ordinario esercizio di tutte le funzioni legislative e amministrative attribuite alle Regioni e agli enti territoriali, si riferisce esplicitamente ad alcune materie: la sanità, i servizi sociali, il trasporto pubblico locale, l'istruzione e l'istruzione e formazione professionale.

L'istruzione e l'istruzione e formazione professionale nell'articolo 8

Per quanto riguarda queste ultime materie risulta centrale nella legge delega l'art. 8 il quale prevede:

•  al comma 1 lett. a) che per adeguare il sistema tributario alle nuove competenze legislative regionali occorre far riferimento al comma terzo (che attribuisce alle Regioni la materia concorrente dell'istruzione) e al comma quarto (che attribuisce alle Regioni la materia esclusiva dell'istruzione e della formazione professionale);

•  allo stesso comma che tali spese sono da dividere in spese riconducibili alla garanzia dei livelli essenziali delle prestazioni e spese non riconducibili agli stessi livelli;

•  ed ancora al medesimo comma che le spese riconducibili ai livelli essenziali debbono essere integralmente coperte in ogni Regioni attraverso l'addizionale regionale IRPEF, la compartecipazione all'IVA;

•  al comma 2 che per i trasferimenti delle funzioni in materia di istruzione dallo Stato alle Regioni questi avverranno nelle forme previste dall'Intesa (e cioè l'Accordo di attuazione del c.d. Master Plan) e il finanziamento dei livelli essenziali dovrà avvenire nelle forme previste dall'art. 8;

•  al comma 3, infine, che nei livelli essenziali riguardanti l'istruzione sono comprese le spese per lo svolgimento delle funzioni amministrative attribuite dalle leggi vigenti alle Regioni.

L'istruzione e l'istruzione e formazione professionale negli articoli 21 e 22

Altra norma di fondamentale importanza è l'art. 21 che al comma 3 individua in via transitoria tra le funzioni fondamentali dei Comuni

"le funzioni di istruzione pubblica, ivi compresi i servizi per gli asili nido

e quelli di assistenza scolastica e refezione, nonché l'edilizia scolastica"

e al comma 4 opera la stessa individuazione con riguardo alle Province inserendovi

"le funzioni di istruzione pubblica, ivi compresa l'edilizia scolastica".

Infine l'articolo 22 inserisce tra gli interventi di perequazione infrastrutturale anche la rete scolastica.

I tempi relativamente rapidi per la decentralizzazione dell'istruzione

La decentralizzazione dell'istruzione, in sostanza, potrebbe, sulla base della normativa appena descritta, attuarsi in tempi relativamente rapidi, poiché l'Accordo cui si riferisce l'articolo 8 è ormai in fase di definizione definitiva e la sua approvazione, in Conferenza Unificata, è già prevista, salvo rinvii, per la fine del mese di maggio.

L'Accordo prevede il trasferimento delle funzioni in materia di istruzione e istruzione e formazione professionale dallo Stato alle Regioni, nonché, sulla base della sentenza n. 13 del 2004 della Corte costituzionale, il passaggio del personale alla dipendenza funzionale delle Regioni che, dunque, diventerebbero "datori" di lavoro dello stesso, nonché le titolari della contrattazione integrativa.

Ancora da definire i livelli essenziali delle prestazioni

Ciò, che invece, occorre venga definito con una certa rapidità sono i livelli essenziali delle prestazioni sia per l'istruzione che per la formazione professionale, insieme, ovviamente alle norme generali e ai principi fondamentali.

La materia dell'istruzione e dell'istruzione e formazione professionale, in conclusione, potrebbe diventare un interessante terreno di verifica della "tenuta" della decentralizzazione nel nostro Paese.

Importante è che questo processo non si arresti, come purtroppo è già avvenuto in altre stagioni della nostra storia recente, e che finalmente si esca dal "guado" in cui si è impantanato il nostro sistema: teoricamente decentralizzato, praticamente ancora dirigistico e fortemente centralizzato. In ciò non vi sarebbe nulla di male, se a ciò corrispondesse un buon livello qualitativo del sistema istruzione e istruzione professionale.

L'esigenza del cambiamento, pertanto, è indifferibile e lo sguardo non può che essere rivolto a quei Paesi (come la Spagna, tra gli altri) che, grazie alla decentralizzazione, sono passati in pochi anni da basse performance a risultati importanti.

Pagina avanti
Indice della paginaTorna ad inizio pagina