|
Il significato di "competenza" Tutto
l'impianto degli obiettivi ruota intorno al concetto di competenza e le differenze fra il
vecchio esame e il nuovo sono di carattere evidente (Tabella 1). La competenza è plurale Esistono competenze trasversali, meta competenze, competenze specifiche e generali. Uno studente può essere competente nella traduzione di un brano, un altro nella produzione linguistica, un altro ancora nel nuoto o nel suonare uno strumento musicale. La competenza comunque non è universale o leonardesca e, per essere sviluppata, implica la definizione degli obiettivi, la selezione delle conoscenze e delle capacità, e la diagnosi delle attitudini e dei bisogni dello studente. Comporta inoltre l'accurata predisposizione di condizioni organizzative della scuola, che favoriscano il riconoscimento e la valorizzazione dei processi di apprendimento. La competenza è complessa La divisione amministrativa delle materie scolastiche è solo un comodo e necessario strumento rivolto alla preparazione degli insegnanti (che per ora è centrata solamente sulle conoscenze), altra cosa è la competenza che bisogna sviluppare negli allievi. Per essa è necessario fare ricorso ad ambiti diversi del sapere, cioè a più discipline. Ciò comporta un coordinamento degli obiettivi e della programmazione didattica. Se non lo fanno gli insegnanti, lo dovranno fare gli alunni, intuendo le connessioni e le relazioni tra le conoscenze, selezionando come possono le informazioni e le abilità necessarie da "investire" nella prestazione. Non tutti gli allievi hanno queste capacità, per cui la loro competenza risulta spesso frammentaria, incompleta e di difficile accertamento. La competenza è dinamica La competenza è in continua evoluzione. Non è possibile essere competenti una volta per sempre, dato che le conoscenze che la alimentano e che ne sono il carburante continuano ad arricchirsi, a variare in qualità e in quantità. Per sviluppare e "progettare" la competenza non si può fare riferimento solo ai tradizionali programmi, che sono statici o cambiano molto lentamente; bisogna essere in grado di operare una continua rielaborazione, collegata alla ricerca, allo sviluppo delle professioni, dell'organizzazione del lavoro e delle tecnologie, con i quali la scuola ha il compito di mediare continuamente. La competenze richiede conoscenze Senza le maledette "nozioni" non esiste nessuna competenza evidente, l'intelligenza diventa una pura potenzialità senza oggetto. La rivalutazione effettuata dall'esame di Stato delle conoscenze non deve far perdere di vista la pertinenza, che consente di selezionare la qualità e la quantità delle nozioni che sono utili (solo quelle) allo sviluppo di quella competenza. E' un lavoro che riesce male con gli attuali programmi, anche a causa della stessa struttura dell'esame uniforme e indifferenziata anche rispetto alle informazioni e alle conoscenze da acquisire, lasciando allo studente il compito di "ridurle" (con casualità), senza quella discrezione, che va operata innanzitutto dall'équipe degli insegnanti. La competenza ha bisogno di attitudini e di motivazioni Non essendo universale e indifferenziata, la competenza ha bisogno di trovare radici, che sono le attitudini e le motivazioni, che lo studente deve essere aiutato a riconoscere attraverso particolari attività, l'esplorazione continua delle sue possibilità e la progettazione delle condizioni in cui avviene l'apprendimento. E abilità l'abilità è l'unità di misura, specifica e limitata, della competenza. E' necessaria ma non sufficiente. Senza abilità collegate insieme dalla pertinenza, la prestazione risulta squilibrata e incompleta. In un istituto professionale per i servizi turistici, uno studente può essere abile nell'arringare l'assemblea dei compagni, ma incapace di affrontare il compito di comunicare con un cliente, per cui sono necessarie importanti nozioni e abilità anche affettive: intuizione della situazione, cortesia, capacità di mettersi nei panni dell'altro, ecc.. Anche per le competenze più semplici sono necessarie numerose abilità: un alunno può avere una straordinaria abilità nella lettura veloce, senza però afferrare il senso di ciò che legge. Classico il caso di uno studente abile nella coniugazione meccanica e papagallesca dei verbi regolari e irregolari, ma incompetente nella traduzione. La competenza sviluppa le capacità Solitamente gli insegnanti interpretano le capacità come una potenzialità dello studente: "E capace, ma non si applica", "Potrebbe fare, ma non ne ha voglia", ecc. Questa concezione fa parte della psicologia "popolare", ma non è del tutto errata, è solo parziale. La capacità (creativa, applicativa, critica, di analisi, di sintesi, di elaborazione, di correzione o collegamento, interpretativa, logica, di memorizzazione, ecc.) è un comportamento intellettuale o pratico che alimenta la competenza, il cui esercizio, rivela e sviluppa le capacità stesse. Le capacità sono necessariamente "vuote", non esistono senza una competenza determinata. Ad esempio, la capacità creativa si rivela solo se l'autore è competente o ha padronanza (cioè una competenza eccellente) in qualcosa: il pittore nell'uso dei colori, lo scrittore nell'uso della lingua, ecc. La capacità di giudizio non può esulare dalla padronanza di informazioni, dati e conoscenze particolari. Anche la capacità mnemonica ha bisogno di un "rivelatore" obiettivo come la prestazione o l'abilità in qualcosa. Le capacità possono essere esercitate, programmate e sviluppate solo attraverso la competenza, che le utilizza e le rende valutabili. Tra competenze e capacità esiste quindi uno scambio circolare, che le rende necessarie l'una all'altra. Quando l'esame insiste sulla valutazione delle capacità, dimentica che l'unico modo per "esaminarle" è la competenza, ed è su questa che si deve concentrare la progettazione degli strumenti e la definizione dei criteri di valutazione. La competenza è pertinente E' un falso che le
discipline, come amano dire i buropedagogisti, abbiano "pari dignità". Ciò
riguarda la persona che le insegna, non la competenza, la quale si può esprimere se le
discipline (le capacità e le conoscenze) che la alimentano vengono organizzate in una
gerarchia secondo obiettivi istituzionali o professionali. L'Italiano che si insegna in un
istituto professionale non é lo stesso dell'Italiano di un liceo, poiché la competenza
richiesta nella lingua madre, la situazione e l'uso che ne farà l'allievo, sono
sostanzialmente diverse. La competenza richiede memoria ed esercizio Di solito gli studenti si fermano alla comprensione di un concetto o di un procedimento ("ho capito!"). Ma questo è solo l'inizio dello sviluppo della competenza. Il momento successivo alla comprensione è l'assimilazione o, meglio, l'apprendimento. Per passare dalla comprensione al apprendimento vero è necessaria l'esercitazione, che serve a memorizzare e inserire stabilmente le nozioni nella struttura cognitiva ed affettiva (comportamenti ed atteggiamenti) dell'allievo. Troppi insegnanti, soprattutto nella secondaria, trascurano l'importanza di questi momenti, con la complicità degli studenti, che li considerano, non a torto, noiosi e faticosi. Eppure non c'è altra via, perché la competenza è tale quando diventa una "seconda natura". Le nozioni ben assimilate e strutturate producono una performance che assomiglia all'automatismo: un buon pianista non riflette sul movimento delle sue dita sulla tastiera, ma le muove automaticamente mirando all'interpretazione, come un ciclista non si concentra sulle reazioni della muscolatura, altrimenti rischia di cadere. La competenza non si valuta allo stesso modo e con gli stessi strumenti La pertinenza non riguarda solo la progettazione didattica, ma anche la scelta degli strumenti di valutazione. Se debbo valutare la competenza di un soggetto nel nuoto, lo debbo osservare mentre nuota, non posso chiedergli (come per il colloquio di educazione fisica del nostro esame) che cosa ne pensa dell'attività natatoria o dell'anatomia umana, che appartengono alla competenza di un infermiere o di un medico. Se debbo valutare la competenza di uno studente che abilito come tecnico dei servizi turistici non gli chiederò di parlare o di scrivere come si comporterebbe in ufficio, ma lo sottopongo ad una prova che mi consenta di osservarlo "in situazione". Mi deve dimostrare ciò che sa fare, come si relaziona con il pubblico, come utilizza le conoscenze che ha acquisito studiando psicologia sociale, tecnica d'ufficio, lingua straniera, ecc. La competenza richiede una notevole abilità degli insegnanti nella scelta delle metodologie pertinenti alle aree o campi che si vogliono valutare, come si può leggere nella. La competenza ha un criterio Le competenze possono essere di vario livello. La cosa più difficile è stabilire qual è il livello accettabile, cioè quello che considero il minimo indispensabile per definire una persona competente in quella determinata prestazione o compito professionale. Non ci sono regole fisse, tenuto conto che il livello di performance dipende:
Il criterio è definito dalla comunità professionale, cioè dagli insegnanti, in modo convenzionale, cioè accordandosi sui livelli richiesti per ogni prestazione. La valutazione è quindi un'attività eminentemente collegiale, un accordo sulle tecniche, i criteri, gli strumenti e le finalità. Alcune cose da fare Dall'analisi della competenza abbiamo ricavato l'importanza, oltre che della programmazione didattica per la quale rinviamo ai numerosi strumenti a disposizione, almeno di due attività degli insegnanti in équipe, soprattutto nei dipartimenti. Se dirigete uno di questi gruppi:
Tutto ciò deve servire a riformulare i programmi tradizionali secondo una concezione meno unilaterale. A causa degli effetti
perversi della "licealizzazione" della secondaria e di una concezione sbagliata
del generalismo, la scuola invece che differenziare l'offerta in relazione ai bisogni
degli studenti, è diventata sempre più uniforme, con l'effetto di espellere quelli che
non si adattano agli obiettivi impliciti in questa impostazione. L'esame, almeno con il
Documento del consiglio di classe e con il tacito invito alle scuole a costruirsi un
programma per l'esame della competenza, ci viene in soccorso. Polemizzare con il
licealismo non significa misconoscere l'importanza delle competenze trasversali. Il
problema è definirle e coniugarle in relazione alle finalità specifiche della scuola. |
Tabella 1 - Obiettivi dell'esame di Stato e di Maturità
Esame di Stato - 1997 |
Esame di maturità - 1969 |
Analisi della preparazione |
Valutazione globale della personalità |
Verifica della preparazione |
Valutazione del possesso dei concetti essenziali di due materie (per il colloquio) |
Analisi e verifica in relazione agli obiettivi generali e specifici di ciascun indirizzo |
Valutazione degli orientamenti culturali e professionali |
Competenze in quanto possesso di abilità, anche di carattere applicativo |
|
Capacità di elaborazione |
|
Capacità logiche |
|
Capacità critiche |
|
[ Torna su ]
Tabella 2 - Criteri di valutazione delle prove scritte e del colloquio
Prove scritte |
Colloquio |
||
1a prova | 2a prova | 3a prova | |
Padronanza della lingua italiana |
Possesso di conoscenze specifiche |
Acquisizione di capacità, competenze e conoscenze |
Padronanza della lingua |
Capacità espressive |
Capacità di utilizzare e integrare conoscenze e competenze relative alle materie dell'ultimo anno |
Capacità di utilizzare conoscenze acquisite |
|
Capacità logico linguistiche | Conoscenze della lingua straniera | Capacità di collegare le conoscenze acquisite | |
Capacità critiche |
Capacità di collegare le conoscenze nell'argomentazione | ||
Libera espressione |
Capacità di approfondire sotto vari profili gli argomenti | ||
Creatività |
[ Torna su ]