La tesi del Governatore

Nella lectio il Governatore afferma:

“Nei paesi dell'OCSE il tasso di occupazione medio dei maschi di età compresa tra i 25 e i 64 anni con un grado di istruzione universitario è di 15 punti percentuali superiore a quello di coloro che possiedono solo un diploma di scuola secondaria inferiore; per le donne il divario sale a 30 punti. La maggiore probabilità di essere occupate delle persone più istruite riflette la più alta propensione a partecipare al mercato del lavoro e, per gli adulti, il minor rischio di disoccupazione. Stime del Servizio Studi della Banca d'Italia indicano che, a parità di ogni altra circostanza, nel nostro paese la probabilità di partecipare al mercato del lavoro aumenta di 2,4 punti percentuali per ogni anno di scuola frequentato. Nelle regioni meridionali questo valore sale a 3,2, indice di una maggiore scarsità relativa di lavoratori qualificati.”

Ma in Italia diploma e laurea contano?

E' opportuno completare questa fotografia con altri dati che indicano la spiccata anomalia italiana rispetto al quadro internazionale
L'Italia, insieme alla Turchia, smentisce la tendenza generale secondo cui la laurea o il diploma sono una garanzia contro la disoccupazione. Dal grafico e dalla tabella sottoriportati la situazione italiana appare preoccupante.

Percentuale di giovani disoccupati con laurea o diploma nella popolazione totale (2003)
Fonte OCSE

Percentuale di giovani disoccupati con laurea o diploma nella popolazione totale (2003)
(in ordine descrescente del totale del gruppo d’età 20-29)
Fonte OCSE

 

Totale gruppo d'età 20-29
Gruppo d'età
20-24
Gruppo d'età
25-29
Turchia
38
25,8
12,2
Italia
31,3
17,7
13,6
Grecia
14,6
3,3
11,3
Spagna
13,4
4,5
8,9
Danimarca
13
6,1
6,9
Francia
12,9
6,5
6,4
Polonia
7,2
0,8
6,4
Regno Unito
5,8
3,8
2,0
Stati Uniti
4,2
1,6
2,6
Germania
2,9
0,6
2,3

Le cause sono molteplici:

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