Il carattere strutturale delle difficoltà scolastiche

 

 

Pur con diversità a seconda delle collocazioni ambientali delle scuole e dei successivi gradi di istruzione, nonché dei criteri di valutazione, i dati dell'insuccesso sono comunque macroscopici (nota 2).

Più che di difficoltà di apprendimento, sarebbe giusto parlare di difficoltà scolastiche, comprendendo anche difficoltà che devono esser meglio definite di adattamento all'apprendimento scolastico o, tout court, di adattamento scolastico. In ogni caso, per usare un linguaggio ad effetto, il sistema produce uno scarto fisso – cioè strutturale – che si direbbe abnorme: ben superiore a quello che ci si potrebbe aspettare, per esempio del 5-7% o massimo 10%.

Risposte strutturali per risultati su grandi numeri

In realtà non si tratta grossolanamente e semplicisticamente di pretendere che le differenze nell'apprendimento – legate a fattori tanto diversi – siano rimosse quasi totalmente. Un approccio corretto al problema non pone l'obiettivo di portare – per così dire – vicino al 100% il numero di alunni con risultati effettivamente adeguati: se si prende una classe qualunque di scuola primaria o secondaria di 1° grado, si scopre ogni volta che i bambini e ragazzi che per vari motivi hanno problemi (magari temporanei) ad apprendere sono davvero un numero alto e non tutti gli impedimenti possono essere rimossi.

Un corretto trattamento delle difficoltà scolastiche non mira solo all'adeguamento dei risultati dell' apprendimento disciplinare, ma, in un numero significativo di casi, al perseguimento di obiettivi differenziati, di livello inferiore.

Il concetto di obiettivi formativi delle Indicazioni Nazionali (D. Lgvo 59/ 2004) prevede in modo molto esplicito che per molti alunni – anche per scuole intere! – gli obiettivi specifici non siano perseguibili. Non si deve ragionare solo in termini di “guarigione”, ma anche in termini di cura, del prendersi cura in modo appropriato.

Tuttavia il fenomeno è macroscopico e strutturale, e le risposte devono essere strutturali e dare risultati nei grandi numeri sia in termini di forte riduzione del numero di alunni in situazione di insuccesso generalizzato, sia in termini di adeguatezza del trattamento delle situazioni di apprendimento disturbato o gravato da forti impedimenti (indipendentemente dalla conformità dei risultati). In sintesi, a volte si tratta di portare il bambino/ragazzo ai livelli richiesti, a volte si tratta di adeguare l'azione della scuola ai livelli e modi di apprendimento del bambino/ragazzo . Ma quello che la scuola può fare nelle due direzioni è molto di più di quello che riesce a fare attualmente. L'entità del problema richiede un grosso salto generale di qualità della nostra scuola in entrambe le direzioni.

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^ nota 2. Il problema degli alunni figli di immigrati ha una specificità che non consente di prenderli in considerazione in questo discorso. L'entità del problema è dunque maggiore di quella qui considerata. Ma quanto al “che fare?” il tema è trattato tenendo conto anche di questa componente.
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