VALUTAZIONE DEGLI APPRENDIMENTI
di Luisa Benigni ADI
- PERUGIA
…ma la
valutazione può essere oggettiva?
Il nuovo Esame di Stato ha fatto esplodere il problema della valutazione in tutta la secondaria superiore, fino a quel momento complessivamente meno investita della questione rispetto a elementari e medie.
Ora
tutti la vogliono "oggettiva", ma la valutazione può essere
oggettiva?
Diciamo
subito che l'oggettività in senso
vero non è realizzabile ed è perciò necessario imparare ad accettare questo
dato senza sentirsi troppo in colpa.
Dobbiamo
in ogni caso cercare di raggiungere la massima obiettività
possibile, ossia il più alto grado di imparzialità ed equità, lavorando con
la soggettività, e non nonostante questa. Solo così potremo peraltro rendere
comparabili i risultati.
Dobbiamo
aggiungere che ci sono non poche difficoltà nella diffusione di una cultura
della valutazione, sia perché non ci sono ancora in Italia riferimenti
nazionali ("standards di contenuto", che cosa gli alunni devono sapere
e saper fare, e "standards di prestazione", su quali parametri si deve
attestare una preparazione sufficiente, più che sufficiente, ecc..), sia perché
non sono stati predisposti supporti seri e capillari per i docenti.
Ma la questione non è certo nuova...
il
problema fu posto 80 anni fa
La
scienza della valutazione, più propriamente docimologia
(dal greco "dokimazein" "esaminare"),
è nata nel 1922 e prese avvio proprio dall'esigenza di analizzare la validità
e la coerenza dei giudizi espressi
dagli insegnanti negli esami.
Balzò
prepotentemente alla ribalta nel 1931 quando un'indagine condotta negli USA rese
noti dati assolutamente allarmanti sull'affidabilità dei risultati degli esami.
La
docimologia si è inizialmente concentrata sull'analisi delle ragioni della
diversità dei giudizi attribuiti ad una stessa prova, non solo da insegnanti
diversi, ma anche dallo stesso
insegnante in tempi diversi.
Gli studi si sono via via approfonditi, attraverso indagini sempre più raffinate sulla validità e attendibilità delle misurazioni e valutazioni delle conoscenze e competenze. In questo quadro hanno assunto grandissima importanza gli strumenti o prove di verifica.
In
Italia, fortemente affezionati alle prove tradizionali, ci stiamo solo ora
cimentando, a livello di massa, con la
vasta gamma delle prove di verifica.
Proviamo
allora ad analizzarle insieme, così da affrontare con più serenità e
consapevolezza quella parte non secondaria della nostra attività didattica che
è la valutazione.
tre requisiti: validità, attendibilità, funzionalità
Le prove di verifica dovrebbero innanzitutto rispondere a tre requisiti.
Validità.
E' riferita agli aspetti qualitativi delle prove. Le prove sono valide se
spaziano su un campione sufficientemente rappresentativo delle
conoscenze e/o abilità che si intendono indagare. Questo campione deve
essere fortemente ancorato al curricolo effettivamente svolto e tenere conto: a)
degli obiettivi che ci si è dati, b) dei contenuti che si sono sviluppati, c)
del tipo di scuola (la prova di italiano in un istituto professionale non può
essere uguale a quella in un liceo), d) della metodologia didattica usata.
Attendibilità. E' riferita alla
fedeltà delle misurazioni. Le prove
sono attendibili se utilizzano sistemi di misura stabili ed omogenei e se hanno
determinato preventivamente e senza ambiguità i criteri di interpretazione dei
risultati.
Funzionalità.
E' riferita agli aspetti
pratici dello svolgimento e della
valutazione delle prove. Una prova è funzionale se ciò che si chiede di fare
è enunciato in modo chiaro, se la valutazione è espressa in modo altrettanto
chiaro e ottenuta in modo pratico e
riconoscibile.
due tipologie o
forse tre
In
relazione ai momenti della valutazione, le prove si distinguono in
formative e
sommative.
Prove formative
Le prove formative si svolgono in corso d'opera. Devono fornire informazioni agli insegnanti, ma anche agli alunni, sulla rispondenza fra insegnamento e apprendimento. Sono una guida importante al miglioramento: aiutano a regolare i ritmi, a ricercare alternative, a predisporre attività di rinforzo ecc... Le prove formative verificano tutti gli obiettivi relativi alle singole parti del curricolo svolte.
Prove sommative
Le
prove sommative, sono prove conclusive,
e intendono verificare i risultati complessivi. Verificano un campionamento
degli obiettivi più rappresentativi del curricolo svolto (non consentono
obiezioni del tipo "Prof, non può chiedercelo, l'abbiamo fatto nel primo
quadrimestre!").
A
queste due tipologie classiche, di norma si aggiungono oggi le prove
iniziali con valore diagnostico di partenza.
due definizioni preliminari: finalità e obiettivi
specifici
Quando
predisponiamo prove di verifica dovremmo sempre preliminarmente definire le
finalità e gli obiettivi
specifici che ci proponiamo di indagare.
Le finalità esprimono le
intenzioni dell'azione formativa che si sottopongono a verifica. Esempio: con questa prova intendiamo verificare
le conoscenze geografiche e storico culturali relative all’area in
oggetto
le competenze tecnico professionali e linguistiche necessarie alla
soluzione del caso
la capacità di operare scelte autonome e formulare ipotesi progettuali
adeguate
Gli
obiettivi descrivono ciò che nello specifico lo studente deve
dimostrare di sapere e saper fare. Gli obiettivi devono essere enunciati con
verbi che esprimono azioni il più possibile osservabili
e misurabili.
Se
diciamo: “Vogliamo accertare se l’allievo
conosce i beni artistici e culturali offerti dal territorio”, non
abbiamo individuato correttamente l’obiettivo, perché "conoscere"
non è né osservabile né misurabile.
Se
invece diciamo: “Vogliamo accertare se l’allievo
è in grado di elencare i beni artistici e culturali offerti dal territorio”, l'obiettivo
è stato correttamente indicato perché è diventato osservabile e misurabile.
Nel
caso in cui vogliamo la descrizione
e/o l’inquadramento storico-artistico dobbiamo formulare la
richiesta in modo esplicito e quindi usare il verbo «descrivere» e/o «inquadrare»,
indicando preferibilmente quantità e tipologia .
I
verbi da usare nell'enunciazione degli obiettivi devono quindi essere di tipo
operativo.
due vincoli: condizioni e criteri
La
prova dovrebbe contenere, secondo Mager[1],
anche due vincoli che aiutano a predeterminare i criteri di valutazione. Sono:
le condizioni: cioè
l'insieme di circostanze nelle quali la prestazione
deve essere eseguita: il tipo di materiali e strumenti che si possono utilizzare (es.
vocabolario ecc..), il limite riferito al tempo (in quanto tempo la prova deve
essere svolta), all'estensione (es. numero massimo di parole utilizzabili),
etc
i criteri: indicano
il grado accettabile di padronanza delle abilità sottoposte a verifiche.
Ad esempio: “Eseguire
una traduzione dall'inglese all'italiano di un brano di 20 righe di media
difficoltà (prestazione) tramite
l'uso del vocabolario in non più di 30 minuti (condizioni) senza
commettere più di 4 errori di ortografia, lessico o sintassi (criterio).
Talvolta
la specificazione di questi due vincoli (condizione e criterio), o di uno di
essi, può non essere necessaria se è implicita nell'indicazione della
prestazione. Ad esempio l'obiettivo "inserire
un filo da cucito nella cruna dell'ago", utilizzabile per verificare il
grado di presbiopia di un soggetto, non ha bisogno del criterio, in quanto non esiste una graduazione di livelli di prestazione o si è in grado di eseguirla o non si è in grado, non vi sono
valori intermedi. Tutt'al più si potrebbe stabilire una condizione ("in non più
di 7 secondi/ a meno di 30 cm").
e tre
classificazioni: non strutturate, strutturate, semistrutturate
Una volta definiti finalità e obiettivi specifici, dobbiamo scegliere le prove più idonee ad accertarli .
Uno
dei criteri di classificazione delle prove è il grado di strutturazione che
presentano, in un continuum che va dal minimo di strutturazione, ad
esempio del tema e delle interrogazioni tradizionali, al massimo di
strutturazione delle così dette "prove oggettive di verifica".
La
strutturazione riguarda sia il modo in cui vengono presentati gli
"stimoli" (l'enunciazione di ciò che si chiede)
sia le risposte .
u
Prove non strutturate (stimolo aperto, risposta aperta): le risposte non
sono univoche e non sono predeterminabili. Sono le prove tradizionali quali
l'interrogazione, il riassunto, il tema, la relazione, l'articolo etc.
u
Prove strutturate (stimolo chiuso, risposta
chiusa): le risposte sono univoche e predeterminabili. Le prestazioni possono
essere misurate con precisione. Sono anche chiamate prove oggettive di verifica[2].
Sono i quesiti: vero/ falso, corrispondenze, scelta multipla,
completamento.
u
Prove semistrutturate (stimolo chiuso, risposta aperta): le risposte non
sono univoche ma sono in grande misura predeterminabili grazie ai vincoli posti
negli stimoli. Le tipologie, con alcune eccezioni, sono le stesse delle prove
non strutturate.
Prove non strutturate
Limiti
Se ci riferiamo ad almeno due dei requisiti fondamentali delle prove di verifica, ossia la validità e l'attendibilità, i limiti delle prove tradizionali o non strutturate sono evidenti. Sono limiti
Didattici: gli
stimoli sono generici e manca la definizione delle operazioni che lo
studente deve svolgere. Alla genericità della traccia spesso non
corrisponde la possibilità di rispondere in modo davvero aperto;
Metrologici:
l' interpretazione delle risposte non è omogenea e spesso è arbitraria. La valutazione è di tipo
episodico, casuale, persino umorale (errori di ortografia giudicati
imperdonabili, argomentazioni spesso respinte perché sgradite a chi
corregge);
Educativi: creano
sfiducia negli studenti che percepiscono l'alto livello di soggettività
della correzione.
Sono
inoltre noti gli effetti negativi che
queste prove producono come ci spiega G. Domenici[3]:
·
effetto alone (condizionamento a valutazioni negative o positive precedenti)
·
effetto contrasto (condizionamento a standard ideali di prestazione)
·
effetto stereotipia (condizionamento ad opinione generalizzata originaria)
·
effetto pigmalione (condizionamento a predizioni)
Vantaggi
Nonostante i limiti che noi tutti riconosciamo alle prove tradizionali, siamo anche consapevoli che sono uno strumento che permette di verificare obiettivi non sempre analizzabili con prove di tipo strutturato.
Si può sicuramente affermare che le prove tradizionali consentono di:
verificare i livelli più alti di competenze, quali analisi,
sintesi, valutazione[4],
attivare non soltanto la memoria riconoscitiva (o passiva) ma anche quella
rievocativa (saper mettere in relazione anche critica i nodi concettuali
appresi)
verificare l'abilità di produrre testi di vario tipo
verificare l'abilità di riformulare, riorganizzare, riutilizzare i
materiali di studio in situazioni nuove, stabilendo le relazioni tra
conoscenze in ambiti diversi, collegando le conoscenze accumulate
nell'enciclopedia dello studente.
Prove semistrutturate
Vantaggi
Le
prove tradizionali possono essere uno strumento insostituibile di valutazione ad
alcune precise condizioni, se
valutiamo ciò che abbiamo insegnato, se aumentiamo il grado di strutturazione
degli stimoli, se stabiliamo precisi criteri per la valutazione, se definiamo
gli standard di misurazione ed i relativi punteggi. In breve se le trasformiamo
in prove semistrutturate. Le prove semistrutturate
uniscono i pregi delle prove oggettive e di quelle tradizionali e sono pertanto
da preferire come strumento di valutazione.
Qui
di seguito è dato un esempio di come un titolo generico di un tema può essere
strutturato come trattazione sintetica:[5]
Tema: "Lo sviluppo socio-economico del tuo paese ".
Trattazione
semistrutturata: "Descrivi
in ordine di importanza le tre cause principali che hanno favorito lo sviluppo
socio-economico del nostro paese a partire dal secondo dopoguerra. Confronta gli
esiti dello sviluppo economico con i principi stabiliti al Titolo III della
Carta Costituzionale riguardante" i Rapporti Economici" ed infine
descrivi gli effetti più immediati dello sviluppo economico sulla
organizzazione sociale con particolare riferimento a:
a)
organizzazione dei ruoli all'interno della famiglia
b)
modificazione dei consumi familiari
La prima traccia non consente di predeterminare criteri di valutazione poiché non descrive alcun tipo di prestazione. Nel secondo caso è invece possibile creare una griglia di valutazione con parametri facilmente deducibili dal percorso obbligato dato.
Risposte
criterio
Per
garantire alla prova semistrutturata un buon livello di validità, attendibilità
e funzionalità sarebbe opportuno compilare, contestualmente alla elaborazione
della prova, le risposte-criterio.
Si
tratta di creare le risposte che un nostro studente in possesso di buona
preparazione culturale e/o professionale dovrebbe essere in grado di produrre.
In questo modo è possibile da un lato eliminare difetti nella formulazione
delle domande o sottodomande, che potrebbero risultare poco chiare o poco
pertinenti, dall'altro tarare meglio la prova relativamente alla condizione
(tempo concesso, n° di parole, strumenti utilizzabili ecc..) ed al criterio
(n° di errori ammessi ecc…).
La
creazione di possibili risposte può permettere anche di ottenere un buon grado
di obiettività nella fase di correzione della prova e di assegnazione dei
punteggi. E' interessante ricordare a questo proposito che la formulazione delle
prove per gli esami di maturità in Germania è sempre accompagnata , ad uso dei
docenti, dai risultai attesi.
L'
esempio che segue mostra alcuni dei quesiti di una prova semistrutturata
multidisciplinare preparata per un Istituto
Professionale per Operatori Turistici, e le relative risposte criterio.
DESTINAZIONE AUSTRALIA[6]
CARTINA
GEOGRAFICA AUSTRALIA
Geografia
turistica
Quesito 1 (P.4)
Individua
tre località corrispondenti a tre diverse tipologie turistiche in Australia e
per ognuna di esse:
a)
fornisci indicazioni precise sulla localizzazione geografica (nome e
posizione) (P.0,5)
b)
descrivi aspetti storici, culturali o naturali delle 3 località
prescelte (P.2)
c)
individua il target di riferimento e spiegane brevemente le ragioni.
(P.1,5)
Puoi usare un massimo di 100 parole per
ogni località.
Now refer to your personal knowledge of Australia and describe at
least 3 of the main tourist attractions in no more than 60 words.
Matematica
Paese | Numero di arrivi (in migliaia) | variazione % | |
1987 | 1991 | ||
Australia |
1785 | 2370 | +32,7 |
Fiji |
190 |
259 | +32,7 |
Polinesia Francese |
143 | 121 | -15,4 |
Nuova Zelanda |
844 |
963 |
+14 |
Il
flusso turistico in Australia nel quinquennio 1987-1991 ha subito un incremento
del 32,7% passando da 1.785 a 2.370 in migliaia di unità.
La funzione matematica che rappresenta il
flusso è esponenziale del tipo y=1.785+cx con
c= 3,57628.
Ti viene richiesto:
a)
di tracciare a grandi linee il relativo grafico nel dominio 0£ x £5
intendendo per 0 l’anno iniziale 1987 e per 5 l’anno 1991
b)
di spiegare in non più di 80 parole le caratteristiche della funzione
con particolare riferimento a codominio, iniettività, suriettività, biettività
e crescenza
c)
di descrivere in non più di 50 parole la funzione esponenziale
y = ax , sia nel caso in cui a>1 sia nel caso in cui a sia
compreso tra 0 e 1.
La
strutturazione dei quesiti permette di osservare le prestazioni in modo preciso
e perciò anche di predeterminare i criteri di misurazione. Essi contengono
anche la condizione (i materiali, gli
strumenti, il numero di parole etc) .
a)
La Barriera Corallina si estende per circa 2000 km lungo la costa
orientale dell’Australia.
b)
La Barriera Corallina ha un’ampiezza di circa 300 km e comprende un
patrimonio ittico unico al mondo. Costituita da formazioni coralline che creano,
durante la bassa marea, terre effimere ed ostacolano la navigazione sottocosta,
è il regno dei pesci tropicali. La Barriera Corallina è oggi un parco naturale.
c)
Consigliato ad un turista giovane o di età media che preferisca la
vacanza al mare a diretto contatto con la natura.(87 parole)
a)
Si trova nella parte centrale dell’Australia, in pieno territorio
desertico.
b)
Fa parte di un parco naturale ed è un’importante testimonianza della
cultura aborigena, dato che era considerato dagli aborigeni una montagna sacra.
E’ una grossa formazione rocciosa che si eleva per circa 200 metri su un
terreno completamente spianato e desertico. Al parco è annesso un museo della
cultura aborigena.
c)
E’ una visita consigliata a turisti giovani interessati alla cultura
locale e in cerca di un tipo di vacanza alternativa (83 parole)
a)
E’ la capitale dell’Australia e si trova nel sud-est del paese, sulla
costa dell’ Oceano Pacifico
b)
Questa piccola città, tranquilla e ricca di spazi verdi, fu scelta come
capitale in alternativa alle due più popolose città, Sydney e Melbourne. E’
la sede degli uffici governativi, del parlamento e delle ambasciate.
c)
La visita alla città è consigliata a persone di tutte le età
interessate alla conoscenza della realtà australiana oppure a turisti di media
età che soggiornino nella città per motivi di affari.(85 parole)
Quesito 2
Australia boasts a wide variety of tourist attractions. From a natural
point of view visitors can admire the longest Coral Reef in the world or Ayers
Rock, the largest monolith in the desert heart of Australia. Cities are also
favourite destinations. Thousands of holiday makers go to Sydney every year to
admire the famous Opera House and Harbour Bridge.(59 parole)
Prove strutturate
Limiti
§
Non sono
adatte a verificare livelli alti e complessi di apprendimento
§
Le
risposte giuste potrebbero essere dovute al fattore caso
§ I tempi necessari per la costruzione sono lunghi rispetto alle prove tradizionali.
Vantaggi
§
La
correzione è semplice e veloce.
§
La
misurazione è oggettiva.
§
L'ambiguità
interpretativa risulta controllata.
§
Non
presentano il rischio dell'effetto alone, contrasto e stereotipia
( ricordati al punto "prove non strutturate")
§
Lo
studente è facilitato nell'autovalutazione.
§
Non
comportano situazioni di sfiducia da parte degli studenti.
L'oggettività consiste nella possibilità di predeterminare
l’esattezza delle risposte e nell' attribuzione del punteggio uguale da parte
di tutti gli insegnanti. Rimane comunque un dato di soggettività, che sta nelle decisioni relative alla scelta e alla
costruzione della prova. Per diminuire tali rischi è opportuno lavorare in
gruppo.
Maggiore
è il numero di docenti che converge nelle stesse decisioni
minore sarà il livello di soggettività.
In conclusione
In
conclusione possiamo dire che non ci sono prove di per sé buone e cattive. Le
prove sono buone se sono adatte a verificare con buona approssimazione le
finalità e gli obiettivi posti.
E' in ogni caso bene che tutti noi prendiamo familiarità con i diversi strumenti di verifica e che ne usiamo una gamma abbastanza ampia, così da aumentare il grado di attendibilità delle nostre valutazioni.
Infine, chi di noi continua ad usare le prove tradizionali non strutturate, dovrebbe sempre cercare di definire con precisione l'enunciazione (stimolo), come abbiamo cercato di indicare.
MISURAZIONE
E VALUTAZIONE
Misurare non è
valutare
Una
tappa determinante nel processo di valutazione è costituita dalla misurazione
dei risultati.
Vi
è una distinzione fondamentale tra valutazione
e misurazione. La misurazione
si riferisce alla rilevazione dei vari livelli di
apprendimento, mentre la valutazione esprime il giudizio qualitativo
rispetto ad una determinata misurazione effettuata. Per poter valutare è cioè
necessario raccogliere una serie d'informazioni, di effettuare una serie di
misurazioni, attraverso le quali giungere alla formulazione del giudizio
qualitativo.
Misurazione nelle prove strutturate
Nelle
prove strutturate l'attribuzione del punteggio è sicuramente la più oggettiva.
Tuttavia un limite all'oggettività di queste misurazioni c'è, ed è quello della casualità, cui gli studenti possono ricorrere se non conoscono la risposta.
In
altre parole il "caso" può favorire chi non sa quali "pesci
pigliare". In effetti mentre chi non sa rispondere ad una domanda orale,
manifesta subito i propri limiti rimanendo in silenzio, chi non sa rispondere ad
un quesito strutturato ha sempre la possibilità
di segnare una delle possibili risposte e quindi di avvalersi del caso.
Una
soluzione è quella di ponderare il punteggio attribuito in relazione alla
probabilità di azzeccare la risposta affidandosi al caso. Ancora è possibile
attribuire un punteggio negativo alle risposte sbagliate e non penalizzare le
risposte non date, anche se secondo A. Quagliata e G. Moretti questa
penalizzazione non produce gli effetti sperati.
Infine la casualità delle risposte
può essere ridotta aumentando il numero degli items proposti.
Misurazione
nelle prove semistrutturate
L'esperienza
personale ci dimostra che è possibile assegnare voti o giudizi differenti ad
una medesima prova a seconda che si attribuisca maggiore o minore
"peso" all'uno o all'altro degli aspetti che si intendono verificare.
La prova o parte di prova che intenda, ad esempio, verificare
capacità di sintesi o di valutazione avrà un peso sicuramente superiore a
quella prova o parte di prova che abbia come scopo la verifica di
conoscenze settoriali.
Sappiamo
anche che non abbiamo ancora standard di riferimento nazionali ma soltanto i
nostri standard relativi, definiti in base alla media delle prestazioni ottenute
in precedenza, e questo aumenta la soggettività.
Ora,
pur entro i limiti della situazione data, per
misurare in modo abbastanza attendibile le prove a risposta aperta
dovremmo innanzitutto stabilire i parametri
di riferimento, ossia gli obiettivi che ci proponiamo di valutare, gli indicatori che intendiamo utilizzare per descrivere gli
aspetti del parametro sottoposti a verifica, le prestazioni,
o abilità attese, per ciascun
livello della scala adottata (da 1a 5, da
1a 10, da 1a 100 ecc..), il tutto, ovviamente, rapportato al grado e ordine di
scuola e alla classe.
E'
necessario innanzitutto prendere dimestichezza con il linguaggio usato. Come è
possibile notare nei vari manuali
sulla valutazione, la lingua utilizzata nelle così dette griglie,
è molto varia oltre che spesso "repellente" (nel senso etimologico di
re-spingere). Per evitare inutili confusioni e complicazioni è opportuno che
fra colleghi ci si metta d'accordo sul linguaggio da usare, si decida di
uniformarlo una volta per tutte, semplificandolo più che si può.
PARAMETRI: detti anche standard
di riferimento, criteri, macro-obiettivi.
Esempio di parametro: padronanza linguistica
INDICATORI:
detti anche descrittori
Esempi
di indicatori relativi a "padronanza linguistica":
a)
repertorio comunicativo-espressivo
b)
repertorio lessicale,
c)
appropriatezza lessicale ,
d)
correttezza morfo-sintattica,
e)
ecc.
FASCE DI
LIVELLO:
bande di oscillazione dei punteggi
Esempio di
alcune scale
SU 5 livelli |
SU 10 livelli |
SU 100 livelli |
5 |
9-10 |
90-100 |
4 |
7-8 |
70-80 |
3 |
6 |
60 |
2 |
4-5 |
40-50 |
1 |
1-3 |
10-30 |
FASCE DI VALUTAZIONE
Esempio (su scala 1-5) 5-ottimo; 4-discreto/buono; 3-sufficiente; 2-insufficiente; 1-del tutto insufficiente
PRESTAZIONI: dette anche abilità-obiettivo
Esempio di prestazione riferita al parametro
padronanza linguistica, al livello 5 (valutazione
ottimo), descritta
sulla base degli indicatori sopra definiti e riferita ad una classe finale di
liceo:
a)
padroneggia un ampio
repertorio linguistico che gli consente di formulare i
pensieri in modo preciso ed
efficace, di enfatizzare, differenziare e eliminare ambiguità
b)
possiede un ricco repertorio lessicale,
c)
usa un lessico appropriato all'argomento trattato
d)
dimostra controllo morfo-sintattico di una lingua complessa.
Alcune
considerazioni finali
La
scelta di parametri all'interno di una
disciplina o area disciplinare può essere soggettiva e variare secondo
l'importanza che assegniamo alle prestazioni attese. La variabilità dipende
inoltre da molti altri fattori fra cui l'anno di frequenza, gli obiettivi
prioritari del profilo professionale, il monte ore assegnato alla disciplina e
così via.
Senza
volere demonizzare la soggettività, è comunque auspicabile, in una fase di
assenza di standards nazionali di
contenuto e di prestazione, che nello stesso tipo di scuola, nelle stesse
classi (le prime, le seconde
ecc…) e nelle stesse discipline ci si orienti verso parametri
e indicatori uniformi e verso un'uniforme corrispondenza fra prestazioni
attese e livelli.
[1] R. Mager, L'analisi degli obiettivi, Giunti & Lisciani, Teramo, 1976.
[2] G. Moretti, A. Quagliata, Le prove oggettive di verifica degli apprendimenti,III Univers. Studi, MPI, Roma,1994
[3] G. Domenici, Manuale della valutazione scolastica, Laterza, Bari 1993
[4] G. Domenici, Manuale della valutazione scolastica, Laterza, Bari 1993. Secondo Domenici le abilità del pensiero divergente che presuppone la capacità di effettuare trasformazioni ed adattamenti in contesti diversi.
[5] G. Domenici, G. Moretti,A. Quagliata, Le prove semistrutturate,Università degli studi, Roma,1995
[6] Il modello di prova è stato elaborato, nel mesi di ottobre 1998 da docenti dell'Istruzione Professionale durante il corso di aggiornamento indetto dalla Direzione dell' Istruzione professionale di Grosseto con il coordinamrnto dell'Ispettrice M. Mencuccini, sul tema " la terza prova nel nuovo esame di stato".