INTRODUZIONE
La lezione ex cathedra
Questo dipinto è datato attorno al 1350 e riproduce una lezione in una università europea. Ciò che raffigura è estremamente familiare. Ci sono tutti gli elementi fondamentali che contraddistinguono la realtà scolastica attuale: la cattedra e l'insegnante, il libro, gli allievi con i loro testi, attenti nelle prime file, distratti nelle ultime e c'è perfino … lo studente che dorme! Si tratta, ovviamente, di una semplice allegoria, ma guardando questa rappresentazione sembrerebbe che i secoli che ci separano da essa, lo sviluppo tecnologico, la ricerca pedagogica, la sperimentazione didattica e il contributo di generazioni di docenti non abbiano alterato in modo profondo le dinamiche, il clima, i processi che si svolgono nelle aule. È assodato che le istituzioni, tutte le istituzioni, proprio in quanto tali, hanno, oltre alle funzioni per le quali sono state fondate, un obiettivo non dichiarato, ma perseguito anche con maggiore determinazione di quello istituzionale, quello di riprodurre se stesse. Ne consegue che istituzione e innovazione non sono sinonimi e in questo, occorre riconoscerlo, la scuola non fa eccezione. Chi si trova ad insegnare ha una naturale tendenza a farlo allo stesso modo che ha sperimentato da studente, e chi ha scelto con convinzione questa professione è anche probabile che abbia avuto un feeling positivo con questa metodologia, che rinforza la sua tendenza a riprodurla. D'altra parte se la lezione ex-cathedra ha attraversato i secoli, considerando i cambiamenti che nel frattempo sono intercorsi in altre pratiche culturali, sociali, economiche, deve essere stata straordinariamente efficiente. Oggi, però, si profilano elementi che potrebbero cambiare significativamente questa realtà. Fra questi, in primo luogo, ci sono le profonde trasformazioni che stanno avvenendo nelle modalità di produzione e di diffusione della conoscenza. Soffermiamoci, ad esempio, sullo strumento che per secoli è stata la fonte stessa della conoscenza e in qualche modo il complemento della lezione ex-cathedra: il libro. Il termine stesso “lectio” deriva da “legere” e originariamente la lezione aveva lo scopo di leggere ad alta voce il libro, che per lungo tempo è stato un oggetto estremamente raro e costoso. |
L'avvento della stampa
L'avvento della stampa a caratteri mobili ha rivoluzionato l'ecosistema culturale dominante e, come tutte le rivoluzioni, ha prodotto forti resistenze in chi reggeva il vecchio ordine. Per gli eruditi che l'hanno vista nascere la stampa non era altro che la volgarizzazione, nella sua accezione più negativa, della cultura. Si sosteneva sostanzialmente che senza un'interpretazione autorevole i testi non potevano essere veramente compresi dai nuovi lettori che vi accedevano privatamente. A distanza di tempo sappiamo bene come sono andate in realtà le cose. Se è vero che un accesso più democratico alla produzione e alla diffusione delle fonti della conoscenza ha abbassato la qualità dei testi e generato interpretazioni aberranti e mistificatorie, i vantaggi prodotti nello sviluppo scientifico, culturale e sociale ad ogni latitudine sono incomparabili. Con la stampa la lezione lentamente cambia la propria natura. Il suo modello non è più la lettura del libro ad una classe, visto che chiunque vi ha accesso liberamente, ma la sua spiegazione, condotta da saggi. La tecnologia della scuola però rimane ancora basata sul libro, fonte autorevole per antonomasia, e su docenti che ne facilitano e verificano l'apprendimento. |
Lo sviluppo delle tecnologie digitali: internet
Oggi, come unanimemente riconosciuto, ci troviamo a vivere un altro momento contrassegnato da una radicale evoluzione dei processi di accesso e diffusione delle fonti della conoscenza, una fase che, se per molti aspetti ricorda l'avvento della stampa, per altri va decisamente oltre. L'evoluzione delle tecnologie digitali, e di internet in particolare, non offre solo un'ulteriore accelerazione e diffusione dei contenuti in modo istantaneo e su scala globale, ma una trasformazione di altri e più significativi aspetti. I contenuti non sono più fissi e definiti come in un testo stampato, ma fluidi e incessantemente in divenire. Non sono più codificati attraverso l'unico medium della scrittura, ma integrano molti media e originali strategie comunicative, che l'appropriazione sociale delle nuove tecnologie produce senza fine. Infine, l'aspetto più rivoluzionario: i contenuti sono generati da tutti. |
I new media annullano la divisione fra produttore e consumatore di contenuti
I new media annullano la divisione fra produttore e consumatore di contenuti, fra scrittore e lettore di testi. Non esiste più una filiera produttiva, un apparato di controllo e validazione, ma siamo tutti chiamati a partecipare, ad esprimere noi stessi, a produrre e condividere le nostre idee senza filtri e impedimenti. In sostanza sono i meccanismi stessi di creazione della conoscenza che sono cambiati: l'interconnessione globale ha dato vita alla cosiddetta intelligenza collettiva (Lévy, 1996). L'abbattimento dei costi di connessione e la diffusione di strumenti di facile interazione ha permesso lo sviluppo di progetti ai quali collaborano attivamente milioni di persone, o anche di partecipare alla produzione di nuova conoscenza senza un'esplicita intenzionalità, processi non producibili con i meccanismi tradizionali. Gli esempi che si possono proporre sono molti, a partire da Wikipedia che è sicuramente il più conosciuto, ma ci sono prodotti che riguardano non tanto la divulgazione, ma proprio la ricerca scientifica, attraverso la cosiddetta Citizen Science. Nell'ambito delle patologie rare, siti come Patients like me consentono di condividere le esperienze di cura e di correlare i dati delle malattie. Nell' esplorazione spaziale il coinvolgimento di comunità di astronomi amatoriali permettono la classificazione dei crateri della Luna, Moon Mappers. |
Oggi abbiamo una grande disponibilità di canali di interconnessione, di strumenti personali che offrono strategie di conoscenza del tutto inedite, come la realtà virtuale, la realtà aumentata, che consentono un'elevata interattività con i contenuti e anche di entrare in contatto diretto con le fonti, con persone in tutto il mondo. |
Cambia la natura della lezione, cambia il ruolo del docente e dello studente
Di fronte a questi cambiamenti è ragionevole ritenere che anche la lezione cambi la propria natura. In un contesto culturale profondamente rinnovato cambia il senso stesso dell'educare e di conseguenza cambiano le strategie didattiche e anche il ruolo e le funzioni di chi insegna. Se le istituzioni educative non sono più il luogo esclusivo di produzione della conoscenza e nemmeno quello di acquisizione dei contenuti, mantengono però una funzione che non può essere sostituita oggi da nessuna tecnologia, quella di facilitazione dei processi di apprendimento, di sostegno allo sviluppo delle facoltà cognitive, di guida all'acquisizione di competenze che consentono di liberare le potenzialità di ogni allievo e divenire parte attiva nella società. Per meglio porsi in questa prospettiva occorre però operare profondi cambiamenti nella prassi didattica. È necessario rivedere i due momenti classici dell'attività educativa formale, quello della diffusione delle informazioni in classe e quello dell'assimilazione dei contenuti a casa, spostando maggiormente l'attenzione sul secondo rispetto al primo, diversamente da quanto fatto in passato, ovvero focalizzandosi sui processi di apprendimento che favoriscono in ogni studente la costruzione della propria conoscenza. Tutto questo cambia profondamente il ruolo del docente, ma certamente non lo sminuisce. Da esperto disciplinare e artefice della trasmissione dei contenuti egli si trasforma in guida, sostegno alla costruzione della conoscenza negli allievi, stimolo per favorire un'elaborazione personale dei contenuti, per attribuire significati a ciò che si studia, per sviluppare pratiche che consentano l'acquisizione di competenze.
Queste riflessioni non sono certo una novità per la ricerca pedagogica, e non lo sono nemmeno per chi nella scuola ci lavora e vi dedica il proprio impegno tutti i giorni. Molte sono le teorizzazioni, le esperienze concrete e le pratiche quotidiane che da molto tempo spingono in questa direzione, ma oggi questo processo è fortemente sostenuto da una diffusione sempre più allargata dei canali info-comunicativi anche ai contesti scolastici, e dai processi di libera condivisione di risorse per l'apprendimento in quelle che si configurano come “comunità educative online”. Tutto questo apre la prassi didattica a nuove strategie che possono divenire entro breve tempo una concreta realtà quotidiana. |