Tre concetti base
Nella ricerca di Mariagrazia sono stati messi in evidenza tre concetti che io vi presento sinteticamente, ma che sono importanti perché sono quelli che devono guidarci nelle sperimentazioni degli spazi che si possono tentare di fare a scuola.
Affordance o leggibilità degli spaziIl primo concetto è sintetizzato con il nome di affordance, che non ha una traduzione italiana esattamente corrispondente, se non quella molto meno efficace di accessibilità. In questo contesto lo renderemo in italiano con leggibilità degli spazi. Se ritorniamo alle scuole montessoriane, di cui abbiamo parlato all'inizio, lì tutti gli ambienti sono animati da innumerevoli materiali didattici, adatti ai diversi apprendimenti, costruiti a misura dei bambini, pensati per i vari momenti dello sviluppo infantile, e sempre liberamente accessibili. I bambini della scuola materna Montessoriana sanno che cosa devono fare nell'atelier perché quella zona è dedicata ad un certo tipo di attività, ad esempio la pittura. In breve tutto è immediatamente leggibile da parte dei bambini, questa è l'affordance degli spazi: ambienti organizzati in modo tale che è la presenza stessa degli arredi e degli oggetti, ma anche delle persone e delle relazioni, a suggerire le azioni da compiere. C'è ancora molta strada da fare per rendere le nostre scuole e i nostri spazi scolastici affordable.
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Cultura-ponteIl secondo concetto fa riferimento all'esigenza di organizzare gli spazi, i luoghi e gli arredi in modo da rompere l'”isolamento” dell'insegnante e la frammentazione della cultura scolastica. Il modello culturale corrente è purtroppo ancora caratterizzato dalla solitudine del docente e dalla rigida separazione tra le discipline (conseguenza dello specialismo e del disciplinarismo), elementi che rendono difficile l'interazione e la collaborazione tra gli insegnanti in funzione delle esigenze formative degli allievi. Ciò che serve è allora una cultura-ponte, che consenta di realizzare iniziative di tipo collaborativo e di condivisione, che rompa l'isolamento e sostenga lo sviluppo di comunità educative. Ed è in questa prospettiva che vanno ripensati anche gli spazi.
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L'aspetto semanto-topicoIl terzo concetto è relativo all'aspetto semanto-topico, che unisce lo studio dei significati (semantica) con l'utilizzo dei luoghi (topos).
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Alcune metafore per le aule
L'aula alveareE' una metafora di Bertagna. Le aule vengono rappresentate come le cellette delle api nell'alveare: tutte uguali collocate lungo i corridoi, con banchi ben allineati e nessuno spazio comune da condividere. Tutte le azioni sono scandite da tempi rigidamente prestabiliti. |
L'aula prigione
E' una metafora di Foucault, lo spazio e la disposizione dell'arredo determinano di per sé la disciplina e l'attenzione. Trasmette l'idea di rigidità e di intoccabilità del s ettin g. La cattedra collocata davanti ai banchi sta a simboleggiare il distacco dell'insegnante, il suo comando e la sottomissione degli allievi. L'insegnante è al centro dell'azione pedagogico-didattica. |
L'aula palcoscenicoE' una metafora di Gamelli. L'insegnante diventa il regista entro l'aula, e segue un copione (i contenuti disciplinari). Come un regista deve inventarsi spazi e reinventarsi il
setting d'aula.
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