Il punto di partenza: la lezione
Evitare le belle favole

Cominciamo questa analisi del clima dalla lezione. La prima cosa da tenere presente è che oggi la lezione è diventata qualcosa di incredibilmente stressante, per cui cominciamo subito ad evitare le belle favole. Un'interessantissima ricerca francese (Pascal Bressoux / et Michel Fayol, 2003) ha evidenziato che nel corso di una lezione, l'insegnante:

•  prende in media più di 100 decisioni (più di 2 al minuto);

•  solo 7 di queste sono consapevoli;

•  interviene in media ogni 20 secondi

Sono dati comprovati, rilevati attraverso video ecc..

Queste decisioni sono molto differenti tra loro: variano da questioni conoscitive e dalla didattica, ai problemi di disciplina e al rumore, riguardano le relazioni umane e intellettuali e non con due o tre interlocutori ma con una ventina, i cui riferimenti intellettuali e le cui motivazioni sono tra loro molto diverse.

I filmati raccolti nelle classi ginevrine da De Marcellus, ne sono una testimonianza impressionante.

La lezione: un tuffo in un torrente in piena

In una ricerca sulle lezioni in Giappone, Catherine Lewis e Ineko Tsuchida hanno usato una bellissima metafora: la lezione è come un torrente in piena (A lesson is likely a swiftly flowing river, 1998 ).

Quando si insegna non si può fare altro che tuffarsi nella corrente, tentare di stare a galla e lasciarsi trasportare dai flussi impetuosi delle interazioni con gli alunni.

Impotenza della ricerca

Può la ricerca dire qualcosa che aiuti veramente l'insegnante a guidare la barca in queste acque torbide oppure l'insegnante ha abbastanza da fare per stare ad ascoltare i consigli dei ricercatori che l'osservano dalla riva?

Lasciatemi dire che è ora di smetterla di chiedere all'insegnante di seguire pedissequamente la ricerca o di diventare lui stesso ricercatore!

L'insegnante ne ha abbastanza di insegnare, di galleggiare nel torrente in piena.
Come può un insegnante che sta nuotando ascoltare il ricercatore che gli dice “fa così e così …”?

I miei collaboratori piagettiani hanno imparato dal loro maestro che non è possibile.

Loro lo sanno, ci si tuffa e si nuota.

A parte il fatto che la ricerca su questi punti è ancora molto limitata.

Elogio dei silenzi e delle pause

Se il ricercatore può dire poco, lasciatemi però fare l'elogio dei silenzi.

La maggio parte degli insegnanti colma l'angoscia parlando incessantemente, hanno paura del silenzio.

Osare aspettare una risposta davanti a una classe intera è una delle reazioni più difficili.

Pensare di lasciare passare solo qualche secondo di silenzio: il finimondo.

Eppure agli allievi deve essere data la possibilità di riflettere per rispondere in modo intelligente.

Ricerche americana hanno messo in rilievo:

Strict School Teacher Standing In Classroom with Her Arms Crossed and a Stern Look On Her Face•  L'importanza del tempo di attesa, “wait time (dimostrato, in special modo da Rowe, 1986): aspettare 3 o 4 secondi dopo una domanda o una risposta (la media è ora di circa 1 secondo e mezzo) cambia totalmente l'atmosfera di lavoro e genera interazioni positive.

•  Atteggiamenti perversi dei docenti: gli insegnanti tendono ad aspettare le risposte degli allievi ritenuti bravi, perché sanno che risponderanno mentre si dimostrano nervos i e impazienti di fronte agli allievi deboli (Fergurson, 2003).

•  L'importanza del tempo per pensare, think time”, è stato messo in risalto da Stahl che ne ha elencato 8 tipi diversi (Stahl, 1994):

•  Tempo di attesa dopo la domanda dell'insegnante

•  Tempo di pausa dello studente tra una parte e l'altra della sua risposta

•  Tempo di attesa dopo la risposta dello studente

•  Tempo di pausa dello studente

•  Tempo di pausa dell'insegnante

•  Tempo di pausa all'interno della presentazione dell'insegnante

•  Tempo di lavoro dello studente per completare il compito

•  Pausa di impatto

E' evidente che questa è una tipica classificazione “americana”. A noi evoca un ricercatore seduto sul bordo del fiume con il libretto delle istruzioni in mano che grida all'insegnante che sta nuotando fra correnti e mulinelli: “Alt, silenzio n.4!

Ma al di là delle battute, possiamo dire che abbiamo già una prima indicazione terapeutica per il clima in classe:

1) Parlare di meno!

2) Lasciare tempo agli alunni per pensare!

Un periodo di 3 secondi di ininterrotto silenzio è la quantità minima di tempo necessaria.

video (1/7) di un passaggio significativo (1 min 50 sec):

 

video (2/7) di un passaggio significativo (3 min 08 sec):

 

video (3/7) di un passaggio significativo (3 min 37 sec):

 

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