SCHEDA 4
SVOLGERE UN COMPITO COMPLESSO
Valutazione delle competenze nello svolgimento di un compito complesso
Il compito complesso è parte integrante della nozione di competenza, come viene ricordato dal preambolo dello zoccolo comune: “Padroneggiare lo zoccolo comune delle conoscenze e competenze, significa essere capace di utilizzare i propri apprendimenti in situazioni e compiti complessi a scuola, poi nella vita […] “.
Una constatazione
I risultati ottenuti durante le diverse indagini PISA dimostrano che gli alunni francesi riescono molto correttamente a compiere compiti semplici ma incontrano difficoltà quando si tratta di svolgere un compito “complesso” che richiede il coinvolgimento di diversi compiti semplici non esplicitamente indicati, in particolare, quando il contesto non permette di identificare il campo disciplinare interessato o quando è “nascosto” in un caso concreto della vita quotidiana.
La nozione di compito complesso
Padroneggiare una situazione complessa non vuole dire ridurla a una somma di compiti semplici svolti senza un legame apparente tra di loro.
I compiti complessi motivano gli alunni e li formano per gestire situazioni concrete della vita reale utilizzando tutte le conoscenze, le capacità e i comportamenti acquisiti per svilupparne di nuovi. In questo contesto, complesso non significa complicato.
I compiti semplici spingono a riprodurre le procedure, lasciano poca iniziativa all'alunno e portano a valutare solo micro - competenze. I compiti complessi insegnano agli alunni a gestire situazioni che mobilitano simultaneamente diverse conoscenze, capacità e comportamenti. Permettono di motivare gli alunni e di creare delle strategie di risoluzione specifiche per ciascuno.
Esempi di compiti complessi:
Redigere una favola (item “redigere un breve testo, coerente, costruito in paragrafi, correttamente punteggiato, che rispetti le consegne date: racconto, descrizione, spiegazione, testo argomentativo, resoconto, messaggi usuali”.)
Analizzare un poster propagandistico (campo “leggere ed utilizzare diversi linguaggi”.)
Il vantaggio di lavorare per compiti complessi.
Considerato che la complessità è intrinseca alla nozione di competenza, i compiti complessi possono essere proposti in qualsiasi momento del processo di apprendimento. Proposto all'inizio dell'apprendimento, il compito complesso costituisce un “atout” importante per gli alunni e permette loro:
- di assumere maggiori iniziative in assenza di procedure imposte
- di affrontare una sfida che li motiva
- di beneficiare di aiuti mirati
Quando si cerca di valutare una competenza, occorre prendere in considerazione l'utilizzazione di conoscenze e capacità in vari contesti di complessità diversa. Contestualizzare il compito complesso ha il vantaggio di suscitare la curiosità degli alunni.
Per esempio, in scienze, è importante dedicare grande attenzione alla situazione che permette di introdurre il problema: una situazione reale, possibilmente ancorata al quotidiano, senza nesso diretto o immediato con la conoscenza da costruire.
Per il docente che deve mettere in pratica gli insegnamenti significa tenere conto contemporaneamente delle esiegenze che derivano dalle caratteristiche nazionali, europee ed internazionali:
- trasversalità: le competenze ricoprono più discipline, si esercitano in situazioni diverse;
- contestualizzazione/decontestualizzazione: la competenza deve essere padroneggiata e valutata attraverso situazioni concrete, le più vicine possibile a quelle incontrate nella vita reale;
- complessità: i compiti, le situazioni di messa in atto delle competenze sono di per sé complesse, poichè richiedeno la mobilitazione di conoscenze, capacità, comportamenti vari;
- integrazione: le competenze integrano diversi aspetti (capacità, comportamenti, conoscenze) che provengono da diverse discipline.
La differenziazione pedagogica e il lavoro per compito complesso
Secondo il loro grado di padronanza delle competenze, gli alunni possono aver bisogno di essere seguiti nello svolgimento di un compito complesso.
A questo scopo vanno previsti diversi tipi di aiuto:
- sostenere il processo di realizzazione o di risoluzione
- fare acquisire ulteriore saper fare, per esempio nella forma di procedura di realizzazione
- fornire ulteriori conoscenze necessarie alla risoluzione.
Non c'è gerarchia fra questi tipi di aiuti.
Gli aiuti non sono destinati a dare delle risposte ma a guidare gli alunni nella loro riflessione, nella messa in opera delle loro capacità o nella mobilitazione delle loro conoscenze.
Questi aiuti devono essere forniti all'alunno in funzione delle difficoltà che incontra, soltanto quando ne ha bisogno e nell'ordine che serve. Gli aiuti mirati permettono di rispettare il ritmo di apprendimento di ogni studente. L'obiettivo è che l'alunno si distacchi progressivamente e da solo dai supporti che vengono forniti.
La valutazione di compiti complessi
Il compito complesso non è né una panacea né una necessità inderogabile, gli apprendimenti si acquisiscono anche attraverso compiti semplici, automatizzati, di ordine procedurale, come “eseguire le scale al pianoforte”.
Impegnare un alunno in un compito complesso non presuppone che debba risolverlo al primo colpo.
Risolto o no, in autonomia o no, il compito complesso offre l'occasione di valutare positivamente capacità e conoscenze dello zoccolo.
Per l'alunno che è riuscito a svolgere un compito complesso senza aiuto, si valutano positivamente le conoscenze e le capacità interessate.
Per l'alunno che è ricorso a un aiuto, non si valutano le conoscenze e capacità per le quali ha ricevuto aiuto, ma tutte le altre che ha messo in opera da solo.
Il docente potrà scegliere le competenze da valutare fra quelle utilizzate senza necessariamente valutarle tutte.
Allegato
Due esempi di compito complesso |