La prospettiva

Dal quadro finora descritto, gli elementi di lunga lena che sembra possibile trarre per la situazione italiana sono:

per la valutazione:

• lo sviluppo di valutazioni standardizzate esterne per la misurazione delle scuole

• lo sviluppo di prove finali (3° media? obbligo? maturità?) comprendenti parte di prove standardizzate esterne in misura da definirsi

• la irrinunciabilità delle literacy alfabetiche in tali misurazioni

• la fluidità degli altri campi cruciali: scienze? competenze di cittadinanza? informatica? seconda lingua?

per la certificazione:

• lo sviluppo di forme di certificazione istituzionalizzate accanto alle forme tradizionali di misurazione e valutazione

• la centralità delle certificazioni sulle competenze in stretto legame con conoscenze ed abilità che le rendano leggibili

• la prospettiva di graduare le certificazioni in base ai diversi livelli di competenza raggiunti. In questo modo si eviterebbero gli appiattimenti, si aumenterebbe la leggibilità della certificazione e, non ultimo, si stimolerebbe la motivazione dei giovani.

• la persistenza di modalità di certificazione esterne al sistema scolastico (informatica, lingue).

Maggiore chiarezza nella definizione delle competenze chiave, necessarie e indispensabili per tutti.

Infine appare verosimile che una maggiore incisività dei due processi sopra descritti, valutazione e certificazione, contribuisca a far fare passi avanti alla formulazione delle competenze chiave, vale a dire di quegli apprendimenti che devono essere inderogabilmente garantiti a tutti alla fine dell'istruzione obbligatoria.


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