INTRODUZIONE
A cura dell'ADi
Nascerà la valutazione degli insegnanti? E se sì a quale fine?
Dalle dichiarazioni del ministro Gelmini e da quanto si legge sulla stampa sembrerebbe che la valutazione degli insegnanti, insieme a quella delle scuole, e in primo luogo il riconoscimento del merito, siano in procinto di essere varati.
A questo fine è stato insediato presso il MIUR, un comitato tecnico scientifico con il compito di indagare questi temi e disegnare una proposta.
Riusciranno i “nostri eroi” (è il caso di dire) a vincere questa sfida, considerato che ci si prova invano da circa 35 anni? Noi lo speriamo
Abbiamo voluto intervistare su questi temi l'economista Andrea Ichino, del quale abbiamo apprezzato recenti articoli sulla scuola e che, come lui ci dice, fa parte di questo comitato.
Siamo dunque lieti di offrire ai lettori del nostro sito questa intervista e contemporaneamente dichiariamo l'intenzione di aprire il confronto sulle posizioni espresse, dando contemporaneamente ad Andrea Ichino ogni diritto di replica, se lo desidererà.
Per meglio entrare nel vivo della materia, consideriamo utile fare una breve cronistoria dei tentativi di riconoscimento del merito e della valutazione degli insegnanti in Italia, una delle tante storie surreali che hanno costellato le riforme dell'istruzione nel nostro Paese.
A partire dagli anni Ottanta il tema del merito e della differenziazione di carriera è stato sottratto alla legge e fagocitato dalla contrattazione sindacale.
Da allora si è assistito a un progressivo appiattimento e a una costante “deprofessionalizzazione” dell'insegnamento, con i docenti omologati al personale ATA in unico contratto, dove persino la “formazione” è trattata con gli stessi criteri per gli uni e per gli altri.
La storia che qui riassumiamo è emblematica di questo processo di proletarizzazione e dimostra clamorosamente la deriva della professione docente costretta all'interno di una visione conservatrice e di un democraticismo miope incapace di immaginare una moderna organizzazione del lavoro funzionale alla scuola dell'autonomia.
La storia comincia dall'abolizione del “concorso per merito distinto” nel 1974 con il varo dei così detti Decreti Delegati, di cui il 417 riguardava lo stato giuridico del personale docente, direttivo ed ispettivo. Siamo in pieno clima postsettantotto, permeato dal mito dell'egualitarismo. Da allora fino ai nostri giorni la questione del riconoscimento del merito ha attraversato solo fallimenti. Ma andiamo con ordine.