Tipologie di prevaricatori
Ma, all'interno delle distinzioni sopra menzionate o trasversalmente ad esse, il quadro delle tipologie può essere piuttosto ampio:
bullismo del leader negativo: | |
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si tratta in genere di bambini e ragazzi, non di rado dotati di prestanza e forza fisica, che manifestano una certa sicurezza di sé e senso di superiorità rispetto alle regole, ecc.. Suscitano una certa attrattiva su compagni che aspirerebbero ad essere anch'essi forti e sicuri e che, associandosi ad essi, si sentono investiti della loro forza e sicurezza. |
bullismo del capetto mafioso: | |
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temuto ed emarginato, spesso antipatico. Ha una mentalità e, in genere, una cultura di tipo mafioso alle spalle. Per lui, se uno (il maschio!) non comanda, non sta sopra, non ha qualcuno da dominare, non è nessuno. La sua difficoltà a concepire un sistema di rapporti non basato sul dominio, un mondo non diviso in dominatori e dominati costituisce un serio problema educativo: se lo si toglie da questo schema, se si sente costretto in un situazione di uguaglianza inoffensiva rispetto a tutti gli altri, il ragazzo entra in una specie di spaesamento depressivo che genera intensa sofferenza.; |
tipologia della vittima provocatrice: | |
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attratto dalla forza e dalla violenza, si mette sempre in mezzo alle situazioni di litigio, prepotenza, ecc., finendo per essere fatto oggetto di maltrattamenti anche pesanti dai vari bulli della scuola. Oscilla tra i due ruoli, della vittima e del prevaricatore. Spesso gregario del leader o del capo di tipo mafioso, aspira ad essere bullo in proprio. Non avendo carattere e forza propri, spesso non viene preso molto sul serio dai compagni e dalle compagne, che ne sono più che altro infastiditi. Individua immediatamente compagni in situazione di particolare fragilità personale - bambini o ragazzi timidissimi, disturbati, disabili - sui quali si accanisce con prepotenze che hanno significato di rivalsa delle proprie profonde frustrazioni; |
bullismo compensativo (reattivo): | |
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si tratta di ragazzi che, a causa di gravi sofferenze affettivo-relazionali, hanno maturato da bambini una profonda aggressività diretta verso sé stessi e che, con l'arrivo dell'adolescenza, si trovano, a volte, a vivere un liberatorio, ma devastante rovesciamento della situazione e cominciano a cercare qualcuno più debole su cui riversare l'aggressività covata per lunghi anni. Si parla a questo proposito di disturbo internalizzato che trapassa in disturbo esternalizzato. (nota17) |
bullismo da Disturbo del Comportamento (DC): | |
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si tratta di un disturbo, in un certo numero di casi, sviluppatosi anche per involuzione di un iniziale disturbo di iperattività (DDAI). I bambini iperattivi, infatti, sono spesso al centro di un tenacissimo circolo vizioso nei rapporti con chi li circonda: il loro comportamento, incapace di frenare l'immediatezza della risposta a qualunque stimolo interno ed esterno, suscita l'esasperata reazione di genitori, docenti, compagni, che cercano di bloccare i loro comportamenti iperattivi. Ciò provoca senso di oppressione nel bambino, confermando ed esaltando la risposta iperattiva. Quella che inizialmente è espressione di una configurazione neurobiologica si prolunga in strutture psicologiche reattive e va a determinare la configurazione della personalità in modo sempre più rigido. Può svilupparsi in questo modo un Disturbo Oppositivo Provocatorio (DOP) - il bambino o ragazzo tende a reagire in modo verbalmente violento (parolacce, calci al banco, ecc.) ad ogni contrasto o richiamo - e questo, combinandosi con situazioni di frustrazione e sofferenza affettiva, può poi trapassare in Disturbo del Comportamento, caratterizzato da aggressività "agita": il bambino, il ragazzo picchia gli altri, può arrivare ad usare la violenza fisica anche verso gli adulti (il docente o la docente, il vigile urbano, ecc.). Questo ricorso alla forza fisica tende a confluire così nello schema di autoaffermazione mediante vessazione. L'aggressività e la prevaricazione possono anche essere espressione di personalità borderline, di Disturbo Post-traumatico da Stress, di narcisismo grave, ecc.. Su 100 alunni di scuola primaria o studenti della secondaria la componente rappresentata da soggetti con disturbi di personalità anche gravi è sempre presente:(nota18) quando i comportamenti aggressivi e vessatori hanno caratteristiche di forte spicco o sono associati ad una serie di aspetti problematici o piuttosto singolari nei comportamenti e nel modo di fare e di essere del bambino o ragazzo è sempre opportuno consultare lo psicologo o suggerire ai genitori l'invio allo specialista per una valutazione; |
bullismo del narcisista: (nota19) | |
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si tratta di ragazzi e ragazze, svegli e brillanti, non di rado bravi a scuola oppure brillanti in qualche attività apprezzata (sport, danza, mondo dei modelli televisivi, particolare disinvoltura nella frequentazione di ambienti come discoteche, ecc..), che a volte primeggiano anche in simpatia (il tipo a cui piace piacere), i quali hanno bisogno di sentirsi eccezionali: la sopravvalutazione, la spropositata concezione di sé è la lor caratteristica dominante (non sempre del tutto colta dagli altri, anche adulti). Amano avere un alone di ammiratori, spesso uniscono attorno a sé una specie di élite della classe, i cui membri si comportano in realtà come gregari. Per la loro spigliatezza, soprattutto se unita a buoni risultati scolastici, sono spesso apprezzati anche dai docenti. Il bisogno di sottolineare la loro supposta superiorità rispetto agli altri genera spesso in loro la tendenza a prendere in giro, o, magari, a trovare qualcuno da prendere in giro. Ma, soprattutto, se qualcuno minaccia il loro primato, scolastico o non scolastico, il rivale viene annientato mettendogli tutti contro in qualunque modo. Inizia, ad esempio, un'azione di squalifica sistematica annientante, l' esclusione sistematica da ogni relazione. L'azione persecutoria è spesso micidiale per la raffinatezza e la determinazione con cui l'ambiente intero è manovrato ai danni del o della rivale. Possono così verificarsi, senza alcun ricorso alla violenza fisica, situazioni di gravità veramente estrema; (nota20) |
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bullismo goliardico: vi sono ragazzi che cercano in tutto il divertimento, e sempre in direzione dello sballo, dell' esagerazione, che sono pronti a sfruttare qualunque cosa per ridere, sfottere. Si tratta di voglia di divertirsi, e divertirsi significa fare roba dell'altro mondo. Il down che non cessa di sorridere mentre viene provocato, senza capire bene quello che gli si sta dicendo, mentre si pulisce dallo sputo nell'occhio, che si ripara goffamente dagli schiaffi (così in un filmato su you tube) è un divertimento irresistibile. Nel filmato uno degli autori del gesto dice, al colmo del divertimento: "Noo! Lo sputo in un occhio noo!..." (ma si nota la voce sforzata, l'impegno a tratti innaturale di stare al clima dello sballo, di tenere lo stile giusto.). Come "scherzo" tutto può essere fatto. Possono imporsi scherzi o schemi vessatori tipici, che vengono trasmessi di anno in anno (con emulazione da parte dei compagni che subentrano nel gruppo dei grandi, come nel classico nonnismo) o si diffondono di scuola in scuola. Può svilupparsi una gara a chi la fa più grossa, a chi si spinge più in là (il ragazzo che si cala i calzoni in classe davanti alla prof, ecc., anche questo su you tube). Qui l'uso del videotelefonino diventa uno strumento documentale da utilizzare per vantarsi e rinnovare il divertimento).(nota21) |
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bullismo che nasce da noia esistenziale: vi sono adolescenti immersi in un senso di indeterminatezza che li spinge a ricercare stimoli che permettano loro di sentirsi, di percepirsi mediante un qualche fare che restituisca loro una identificazione purchessia, pur di uscire da un senso di vuoto che avvertono come assenza di vita. Può scattare un impulso a cercare lucidamente l'autoaffermazione in qualche azione distruttiva o vessatoria che dia il senso consumatorio di un potere sulle cose o su qualcuno. Anna Oliverio Ferraris ricorda il caso di due bambini inglesi, di 11 e 10 anni, che rapirono un bambino di due anni e mezzo, lo seviziarono e lo uccisero. Perché? Commenta A. Oliverio Ferraris: non avevano orari, regole... gli adulti erano del tutto assenti. All'esame clinico psichiatrico i due bambini risultarono privi di patologie. (nota22) Indeterminatezza. Chi sviluppa questa situazione, matura una sorda determinazione ad abbattere qualunque ostacolo al soddisfacimento delle proprie voglie in un desolante assoluto deserto emotivo (empatia), valoriale, motivazionale.(nota23) E progetta freddamente l'azione: qui c'è attesa, calcolo, pianificazione della spedizione punitiva, del furto, dell'atto vessatorio, del teppismo privo di scopi.(nota24) |
La cronaca ci lascia ogni volta stupefatti: i due bambini inglesi ricordati, la sedicenne che uccide la madre e il fratellino facendosi aiutare dal fidanzatino, le tre ragazze che uccidono la suora che la sera torna per il viottolo al convento.
Non di rado, in questi casi non si parla di patologie. Piuttosto di malattie dello spirito. Generalmente, come nei casi di cronaca ricordati, non si riesce a riconoscere, dai modi di essere e di fare, ragazzi e ragazze che si trovino in questa condizione psicologica e morale. Colpisce che anche in questa tipologia - che, naturalmente, si deve supporre esprimere anche situazioni ben meno gravi di quelle descritte - al leader si associano altri che non manifesterebbero quei comportamenti se non fossero conquistati dalla figura del dominatore.
