La regola di Sant'Ignazio
RATIO STUDIORUM
(PIANO DI STUDI).

Ratio Studiorum, 1599
1. - Egli, con l'aiuto di Dio, deve dedicarsi totalmente ad a assicurare il raggiungimento del fine che la compagnia, con l'istituzione dei ginnasi, si è proposto: infatti la compagnia prevede nel suo ordinamento collegi e università, affinché i nostri religiosi possano apprendervi efficacemente la dottrina e le altre nozioni utili alla cura delle anime e insegnare agli altri quanto essi stessi hanno appreso.
2. - Per dirigere gli studi, avrà come aiuto un prefetto degli studi, al quale attribuirà tutti quei poteri che riterrà necessari al buon svolgimento del suo ufficio.
3. - Dovrà organizzare e regolare le altre attività in modo tale da poter favorire tutti i lavori scolastici. Ispezioni periodicamente le scuole, inferiori comprese. Prenda parte frequentemente alle dispute pubbliche e private degli studenti di teologia e di filosofia. Osservi se e per quali cause manca il frutto di questo esercizio.
4. - Non deve assolutamente tollerare che qualcuno degli studenti stia assente dalle dispute e dalle ripetizioni, cosi che tutti capiscano l'importanza da attribuire a quell'impegno. Proibisca dunque agli allievi tutte quelle attività che possano essere di intralcio agli studi.
5. - Nelle prediche chiesa o nei conventi femminili deve impiegare il meno possibile, e sempre dopo aver consultato il provinciale, coloro i quali ripetono teologia per un biennio.
6. - É opportuno che i biennisti suppliscano gli insegnanti di filosofia o di teologia che dovessero mancare. Essi potranno, se necessario, sostituire gli insegnanti nelle ripetizioni e nelle dispute domestiche, nonché, su parere del provinciale, tenere temporaneamente le lezioni in classe di filosofia e di teologia.
7. - Deve far svolgere fra i nostri accademie di lingua ebraica e greca. I partecipanti all'accademia due o tre volte alla settimana, ad esempio nei giorni di vacanza, si devono esercitare in modo che possano formarvisi degli esperti che poi, in pubblico e in privato, siano i custodi della conoscenza e della grandezza di queste lingue.
8. - Deve vigilare sulla diligente osservanza dell'uso interno della lingua latina fra li studenti. Dall'obbligo di parlare latino gli studenti non devono mai essere esonerati, tranne che nei giorni dl vacanza e durante le ore di ricreazione, a meno che in alcune regioni al provinciale non sembri che quest'uso di parlare latino possa essere facilmente rispettato anche in tali momenti. Occorre anche fare in modo che quando i membri della compagnia che non hanno ancora completato gli studi scrivono ad altri dei nostri, si esprimano in latino. Inoltre, due o tre volte all'anno, in occasione i di qualche cerimonia, come l'inizio dell'anno scolastico o la riconferma dei voti, gli studenti di filosofia e di teologia devono comporre ed affiggere qualche poesia.
9. - Il rettore del collegio, dal quale solitamente vengono tratti i docenti di lettere classiche e di grammatica, deve scegliere una persona espertissima nell'insegnamento, in modo che i professori delle classi inferiori non approdino al loro incarico troppo impreparati. I futuri insegnanti, prima di finire gli studi, devono recarsi da costui per prepararsi a quel compito, nuovo per loro, con tre ore settimanali di lezioni reciproche, dettature, esercizi scritti, correzioni e tutti gli altri adempimenti propri di un buon professore.
10. - Nel caso che i nostri che studiano retorica e umanità non frequentino le lezioni pubbliche, oppure vi partecipino, ma l'insegnante che si occupa della classe e istruisce gli allievi esterni non sia in grado di far fronte all'onere eccessivo di fornire una buona preparazione agli esterni e ai nostri, il rettore deve assegnare i nostri a un altro insegnante adatto, che, come prescritto nelle regole del professore di retorica, dia loro separatamente, in privato, un'accurata preparazione.
11. - Di quando in quando, durante i pasti e in classe deve anche far recitare ai nostri che studiano retorica delle orazioni e dei poemi latini e greci. Gli argomenti devono essere utili all'edificazione dei membri della comunità e degli esterni, perché ne traggano, nel Signore, incitamento verso una maggior perfezione. Non devono mancare neppure le altre esercitazioni raccomandate nelle Costituzioni.
12. - Deve fare in modo che i.nostri seminaristi o convittori, per quanto è possibile, prima, prima di affrontare la filosofia seguano per un anno l'insegnamento di retorica. Ai loro genitori occorre spiegare quanto ciò sia proficuo. Bisogna convincere anche gli altri allievi esterni a fare altrettanto, ma se nondimeno vogliono comportarsi altrimenti non li si sforzerà. Tuttavia, qualora alcuni volessero iscriversi a filosofia ancora proprio ragazzi, provocando così del turbamento, bisogna attenersi nei loro confronti al comportamento prescritto dalle Costituzioni verso chi non vuole dare la promessa e registrare il proprio nome.
13. - L'argomento delle tragedie e delle commedie, sempre in latino e da rappresentare molto raramente, deve essere sacro e pio. Non vi deve essere inserito niente che non sia in latino e rispettoso della decenza. Non vi devono essere personaggi o travestimenti femminili.
14. - La distribuzione dei primi potrà avvenire una volta all'anno, purché a spese di persone importanti e proporzionalmente al numero delle classi e al tipo di collegio. Durante la cerimonia ella premiazione, bisogna rendere onore a coloro che pagano le spese. Occorre però stare bene attenti a che gli studenti nel periodo in cui vi si preparano non ne abbiano danno per i costumi o il rendimento scolastico.
15. - Deve provvedere a far pronunciare il discorso di inaugurazione dell'anno scolastico da un professore che goda di grande stima, salvo che le circostanze impongano di fare altrimenti.
16. - Deve assicurare il rispetto delle regole del prefetto della biblioteca circa la raccolta di quanto viene rappresentato pubblicamente e dei dialoghi, delle orazioni, delle composizioni in versi e altri scritti analoghi redatti dai nostri nel collegio o anche fuori, affidando il compito di selezionarli al prefetto o ad altri esperti in quel campo.
17. - Deve proibire al bibliotecario di derogare alle disposizioni del prefetto degli studi nella distribuzione dei libri.
18. - Ogni mese o almeno ogni due deve riunire a consiglio tutti i professori delle classi inferiori a quella di logica, alla presenza di entrambi i prefetti. Di tanto in tanto tenga consiglio anche con gli altri, alla presenza del prefetto generale. In tali riunioni bisogna innanzi tutto leggere qualcuna delle regole dei professori, sia quelle comuni a tutti, specie se riguardanti la pietà e la disciplina dei costumi, sia, successivamente, quelle relative ai singoli insegnanti. Egli però deve avvertire che a ciascuno è consentito di sollevare questioni circa la difficoltà delle regole o la loro eventuale inosservanza.
19. - Le classi inferiori non devono essere private del giorno settimanale di vacanza, una giornata intera o almeno un pomeriggio, secondo l'uso locale.
20. - Deve anche cercare di accrescere l'ardore degli insegnanti nella carità cristiana ed evitare che siano troppo onerati dalle incombenze domestiche. Del resto nei loro riguardi deve attenersi con particolare attenzione a quanto è prescritto nella regola 25 del suo ufficio.
21. - Il rettore deve valutare se, oltre alle esortazioni settimanali da parte degli insegnanti, farne tenere anche un'altra ogni uno o due mesi da qualche padre di grande valore e in un luogo sufficientemente capiente, ove riunire le classi inferiori. Infine, se sia utile che il prefetto in persona o qualcun altro pronunci di tanto in tanto in giro per le classi degli ammonimenti saltuari e adatti ai giovani.
22. - Qualora il provinciale affianchi al prefetto degli studi inferiori un collaboratore, che può essere denominato prefetto dell'atrio, questi dovrà attenersi alla regola 2 del prefetto inferiore e alle regole circa la moralità, dalla numero 37 alla fine, nonché, se è il caso, alle regole circa gli esami cui sottoporre coloro che desiderano iscriversi, dalla numero 9 alla 13.
23. Deve provvedere a estendere dal collegio romano al suo la congregazione di Santa Maria vergine. Chi non vi si iscrivesse non deve essere accettato nell'accademia, in cui abitualmente si ripassano gli esercizi letterari, a meno che eventualmente lo stesso rettore non decida altrimenti, nel Signore. Per altro, le attività della congregazione o dell'accademia non devono coincidere con prediche o letture sacre in chiesa.
24. - Per finire, il rettore deve consultare il provinciale, eseguendo diligentemente le sue disposizioni, per quanto riguarda le vacanze, i titoli di studio, quali dei nostri lasciar ripetere teologia per un biennio e ogni altra questione.