Premessa

Le disposizioni del governo in materia di istruzione e università erano state previste il primo di agosto nella forma di un disegno di legge.
A sorpresa, nella riunione del Consiglio dei Ministri di giovedì 28 agosto 2008, si sono trasformate in un atto legislativo immediatamente esecutivo il decreto legge n. 137 del primo settembre 2008 anche se nessuno degli articoli riguardanti la scuola riveste carattere di urgenza.

Il così detto "maestro unico", al centro degli attuali scontri, non entrerà in vigore prima dell'a.s. 2009-2010 e solo nelle prime classi secondo le dichiarazioni del ministro Gelmini.
Esso richiederà inoltre ulteriori specificazioni e modalità applicative, che dovranno necessariamente reinserirlo entro una normativa che:
1) ne esclude l'unicità, ricollocandolo come maestro prevalente,
2) non assegna al potere normativo dello Stato l'orario settimanale, attribuito all'autonomia organizzativa delle scuole.
Alla luce di tutto questo non si capisce la decisione di adottare uno strumento a cui si ricorre solo in casi di particolare "necessità e urgenza".

Il Decreto che appare improvvisato e inadeguato rispetto ai bisogni, ha avuto come immediato effetto quello di generare nuovi allarmismi e contrapposizioni, di cui la scuola non aveva certo bisogno.

In queste condizioni diventa sempre più difficile avviare un confronto serio, poiché tutto continua a riproporsi come scontro fra due blocchi conservatori. Da un lato chi emana norme affrettate che riesumano un passato privo di senso nel XXI secolo, dettate esclusivamente da esigenze di contenimento della spesa (mai peraltro correttamente razionalizzata), dall'altro chi solleva clamori con il solo fine di mantenere lo status quo, che significa in primo luogo il consolidamento degli attuali organici.

In questo contesto, l'ADi sceglie, come sempre, di esprimere responsabilmente e in piena autonomia le proprie osservazioni e le proprie proposte sul decreto.

Si analizzano qui solo i primi quattro articoli, secondo la successione definita dal decreto, non avendo particolari obiezioni in questa fase, rispetto agli altri tre.


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