Italia: il modello “A” di apprendistato (diritto-dovere dell'istruzione a 18 anni)

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Il modello A (diritto e dovere) riguarda gli apprendisti minori.

Questa formula presenta aspetti problematici:

Forte diminuzione del numero dei contratti. Nel 2007 solo il 6,5% degli apprendisti era minore, rispetto all'8,6% del 2005.

Basso numero di frequentanti la formazione fuori azienda. Questa formazione è considerata dagli imprenditori e dagli allievi un obbligo da subire più che una opportunità da cogliere.

• È diffusa l'opinione che l'apprendistato, specie quelli dei minori sia il luogo dove approdano quelli che hanno fallito la scuola, i demotivati, i disabili.

In Italia si ritiene normale che:

l'apprendistato non faccia parte del sistema educativo.

Che il Ministero della Pubblica Istruzione non si sia mai occupato di questo settore.

• Tre Elle, la rivista di alto livello di politica educativa ha scritto che il sistema dell'apprendistato è riservato ai ragazzi e ai giovani non “scolarizzabili”, disadattati a scuola; escludendo, perciò, che l'apprendistato possa essere un percorso educativo normale.

Negli altri tre grandi paesi l'apprendistato è invece considerato un percorso normale; altrimenti dovremmo dire che, paradossalmente, in Germania il 60% di una classe di età sono dei disadattati.

La situazione più grave è tuttavia un'altra:

una buona parte degli apprendisti sono assunti per svolgere ruoli e compiti ripetitivi, richiedenti poca o nessuna qualificazione; ruoli che non prefigurano un possibile sviluppo professionale. Sviluppo che, invece, costituisce oggetto del contratto.

• Gli inglesi chiamano ciò: posto di lavoro senza formazione.

• Rendere obbligatoria la formazione tecnico-professionale teorica per apprendisti che svolgono compiti ripetitivi che non richiedono nessun processo di apprendimento, crea demotivazione nei confronti di questa formazione teorica.

• Di fronte a questi casi nel Regno Unito il tempo destinato alla formazione ha per obiettivo non il mestiere presente che è un apprendistato finto ma un mestiere futuro.

Il modello di Trento e il modello di Bolzano sono modelli che coinvolgono prevalentemente i minori.

Sono messi a confronto perché essi con la loro diversità illustrano distinte esigenze e funzioni; ed entrambe necessarie.

Trento viene segnalata perché affronta i minori problematici, demotivati, disadattati. Trento si concentra sull'azione di inserimento nel lavoro più che sul rientro a scuola. Trento dice: se non si inseriscono in un lavoro per almeno 6 mesi sono destinati a divenire disoccupati di lunga durata. “Il lavoro se non c'è, bisogna inventarlo” per questo si finanziano le imprese che assumono. Trento non è solo. Nel Regno Unito quest'anno è stato istituito una borsa di studio di 2.500 sterline per ogni assunto ed il fondo che si è istituito finanzierà 5000 assunzioni.

Il modello Trento ci dice che di fronte a minori disadattati, demotivati, bisognosi di scoprire nuovi interessi la regola d'oro è quella di evitare lo schema rigido e unico disciplinato dalle leggi di riforma. Non si può pretendere che i minori debbano percorrere l'unica via dell'apprendistato con 240 ore di formazione. È necessaria la diversità di interessi e di esperienze per aiutare il giovane a prendere in mano la propria vita.

Il modello Bolzano si ispira all'organizzazione dell'apprendistato presente in Austria e in Svizzera. Una percentuale alta di giovani dopo la scuola media riceve la formazione tecnica e professionale per via di apprendistato. Trattasi di un percorso “normale” alternativo alla suola a piano tempo. Bolzano ha capito una cosa essenziale: la formazione sul lavoro produce risultati analoghi se non superiori alla formazione professionale full time. Questa filosofia è stata consolidata nel tempo da inoppugnabili risultati. A Bolzano l'apprendistato è una via nobile con elevata dignità sociale. La Provincia può offrire due proposte formative alternative e l'una o l'altra sono più vantaggiose a seconda dei settori ma soprattutto valorizza anziché stigmatizzarli o ghettizzarli gli adolescenti che amano più il lavoro che la scuola.

A Bolzano gli apprendisti di 15-17 anni costituiscono il 51,6% del totale degli apprendisti, mentre la media nazionale è di 8,9%. Inoltre, come si è detto, gli apprendisti che iniziano l'apprendistato con al massimo la licenzia media sono il 93% del totale, mentre a livello nazionale sono il 52% (dati 2004).

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