Il ritardo tecnologico

Uno dei dati che balza agli occhi nell'indagine è l'arretratezza italiana nelle attrezzature informatiche di uso domestico. La distanza tra l'Italia e gli altri cinque Paesi è abissale: meno di un adulto italiano su due ha accesso a un computer a casa e solo un terzo è collegato da casa a Internet, mentre negli altri Paesi la media è di più di due adulti su tre.

Percentuale di adulti tra i 16 e i 65 anni che dichiarano di disporre di un computer a casa e di essere collegati ad Internet, 2003

Paesi

Con computer

Collegati ad Internet

Svizzera

83,3

74,9

Norvegia

79.9

68.3

Bermuda

75,6

69.4

Canada

75.6

68,1

Stati Uniti

72,8

64,9

Italia

41,5

33,2

Questi dati rivelano la presenza di una "spaccatura digitale" che separa l'Italia dagli altri Paesi avanzati. Il segnale è allarmante: l'Italia ha perso il contatto con lo sviluppo numerico ed informatico. Non l'Italia delle industrie, delle banche, dei centri di ricerca avanzati, ma l'Italia della gente comune, degli impiegati, dei lavoratori. L' Italia è rimasta indietro; è la più dotata di telefonini in Europa ma è la meno fornita di computer domestici, almeno da quanto si può desumere da questa rilevazione che riguarda un numero esiguo di Paesi. L'Italia è al primo posto per il conversare, non lo è per il leggere e lo scrivere. Forse questo potrebbe essere ritenuto un dato d'avanguardia, un indicatore della socialità del Paese, che preferisce la comunicazione orale a quella scritta. Sono provocazioni per fare riflettere. E riflettere dovrebbero soprattutto quanti sono impegnati a costruire i programmi per la prossima legislatura. C'è bisogno di proposte serie e rigorose, partendo dall'analisi di tutti i dati oggi disponibili.

C'è moltissimo da fare se si vuole evitare il tracollo economico, culturale e sociale del Paese.

 

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