Forza lavoro poco qualificata

Le questioni riguardanti la forza lavoro, comprese quelle dell'aggiornamento e del perfezionamento professionali tramite la formazione permanente, sono in Italia di competenza del ministero del lavoro, ma a nessuno sfugge il fatto che l'istruzione acquisita nelle istituzioni formali costituisce lo zoccolo sul quale costruire qualsiasi ulteriore programma di formazione degli adulti. Orbene, se il buon giorno si vede dal mattino, anche in questo campo le speranze di miglioramento non sono rosee, con una conferma, peraltro, di quanto già si sapeva grazie ai dati OCSE relativi agli indicatori internazionali dell'istruzione o ad altre indagini come quelle dell'ISFOL.

Il capitolo 5 del Rapporto internazionale ALL fornisce un'analisi dettagliata delle competenze della forza lavoro nei quattro ambiti dell'indagine per tre gruppi d'età: i giovani (popolazione da 16 a 25 anni ); i lavoratori nel pieno della vita professionale (da 26 a 45 anni); i lavoratori anziani (da 46 a 65 anni). Orbene, l'Italia evidenzia medie di punteggio basse in tutti i tre gruppi di età. Molto preoccupante è il fatto che il gruppo di età più giovane ha punteggi peggiori del gruppo dell'età di mezzo sia nella comprensione dei testi sia nelle competenze matematiche, ambito, quest'ultimo, nel quale perfino i lavoratori anziani italiani sono migliori dei giovani. E' proprio il caso di dire che c'è qualcosa di marcio in Danimarca, perché i fondamenti della cultura matematica si imparano a scuola e solo a scuola. L'esito è identico nell'ambito dei test sulle competenze logiche (il problem solving).

 

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